Recensione La valigia sul letto

Una coppia si finge imparentata con un boss camorrista: l'esito sarà positivo?

Recensione La valigia sul letto
Articolo a cura di

Ci sta un francese, un inglese e un napoletano.
E' il nome della commedia teatrale scritta da Edoardo Tartaglia, commediografo napoletano purosangue, da cui lo stesso regista ha poi tratto la sua versione cinematografica: la valigia sul letto.
Una messinscena strettamente legata ai toni tipici dell'Italia dei nostri giorni, che cerca di affrontare temi scottanti attraverso un racconto divertente ed apparentemente spensierato.
Dopo aver riscosso un notevole successo a teatro, la sceneggiatura è stata riproposta al cinema e prevede, tra i suoi protagonisti attori come Veronica Mazza e Biagio Izzo.
L'ennesima superficiale pellicola nostrana?

Achille (Edoardo Tartaglia) e Brigida (Veronica Mazza) sono costretti a vivere una vita di stenti, fatta di rinunce e malumori e, nonostante l'amore ancora forte che li unisce, sentono il bisogno di sistemare al meglio le loro vite.
Dopo aver perso casa e lavoro e a doversi umiliare per portare a casa qualche spicciolo, i due elaborano un piano semplice ma efficace: modificare alcuni documenti all'anagrafe per poter risultare parenti del boss camorrista Antonio Lo Ciummo.
Soddisfatti dalla realizzazione del loro piano saranno a breve costretti a fare i conti con una difficile situazione e a tenere conto del fatto che la convivenza con un pezzo grosso della camorra non è poi così semplice come avevano creduto.

Edoardo Tartaglia è senza ombra di dubbio un uomo, prima che regista, che conosce approfonditamente il cinema italiano del passato, le sue regole e la sua brillante ironia.
Fin troppo legato al suo essere napoletano, nei precedenti lavori a teatro aveva dimostrato ottime doti da commediografo non riuscendo però a distaccarsi dai clichè tipici del cinema nostrano contemporaneo. Fortemente influenzato da Monicelli e Totò, il regista descrive una situazione in realtà tragica e utilizza dei toni apparentemente leggeri per affrontare tematiche attuali che hanno minato e minano intere generazioni.
La camorra, la disoccupazione, i rapporti all'interno della famiglia: Tartaglia tenta di raccontare una commedia sociale per poi scadere in una pretenziosa accozzaglia di temi astrusi che non hanno gravità né eccessiva ironia, anzi, questo bisogno di inserire all'interno di un film che strizza l'occhio (ma solo uno) al grande cinema del passato elementi grotteschi e per giunta molto volgari appare estremamente forzato.
Basta gettare un'occhiata al cast per rendersi conto che quella che viene presentate non è una storia dai toni intelligenti e appassionati ma, piuttosto, l'ennesima riedizione della commedia tipica vanziniana (e per quanto Tartaglia possa amare Stano, si trova molto più vicino ai prodotti della sua progenie) dalla battuta balorda e poco brillante.
Resta da chiedersi quale possa essere l'effettiva necessità di sfornare un prodotto del genere che oltretutto, per quel che può valere, è anche poco interessante visivamente: il regista non riesce assolutamente a coinvolgere lo spettatore per mezzo della macchina da presa e anzi, con uno stile del tutto impersonale lascia che gli eventi prendano il sopravvento sul racconto perdendo così ogni peculiarità filmica, riducendo la settima arte ad una semplice finestra per spiare gli accadimenti.
Non va negata la simpatia di alcune brillanti spezzoni, specie quelli che prevedono Brigida come protagonista e alcune situazioni spassose che quasi fanno dimenticare il fallimentare risultato del film.
Blandi flash cinefili nel corso del film, con citazioni a L'Esorcista, L'Alba dei Morti Viventi e Tomb Rider che nulla danno al film ma che, con ogni probabilità devono aver divertito il regista più di chiunque altro.
Spiace sempre stroncare così una pellicola di produzione nostrana ma l'evidente incapacità di rinnovarsi e il fatto di ricadere costantemente negli stessi errori non fa che alimentare la delusione causata dall'essere costretti a pensare, ammirare e venerare il nostro passato denigrando il presente.

La valigia sul letto La valigia sul letto è un film poco brillante, per giunta pretenzioso che non rende giustizia ai temi che intende a che fare e che rimane fortemente legato alla sua natura di commedia superficiale. Eccetto qualche simpatica gag, il film non verrà sicuramente ricordato tra le future generazioni di cinefili. Poco originale.

4

Quanto attendi: La valigia sul letto

Hype
Hype totali: 0
ND.
nd