La teta y la luna, la recensione del film erotico di Bigas Luna

Il piccolo Tete, di soli nove anni, è ossessionato dal seno femminile e si innamora della prorompente ballerina Estrellita, appena arrivata in città.

La teta y la luna, la recensione del film erotico di Bigas Luna
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Tete è un bambino di nove anni insoddisfatto dalla sua vita. Alla festa cittadina, durante la quale viene formata una piramide umana, lui dovrebbe raggiungere il vertice ma non riesce mai a salire fino in cima, provocando il dispiacere del padre, inoltre la sua quotidianità casalinga sarà presto modificata per l'arrivo di un fratellino.
In La teta y la luna Tete rimane ossessionato dal seno della mamma, con il nuovo arrivato che catalizza tutte le attenzioni, e perciò quando si imbatte nella bella ballerina Estrellita, moglie del bizzarro artista circense di origini francesi Maurice (specializzato in "peti artistici"), ne diventa ossessionato e se ne innamora.
La donna dalle forme prorompenti, molto più giovane del suo bizzarro compagno, attira anche le attenzioni dell'adolescente Miquel, il quale prova in ogni modo a conquistarla, dando il via a un gioco di tradimenti e gelosie che ha luogo nel campeggio per camper dove la sensuale Estrellita vive con Maurice in una vecchia roulotte.

Tra cielo e terra

Una sorta di favola visionaria a sfondo erotico quella diretta nel 1994 dallo spagnolo Bigas Luna, regista che nella sua carriera ha sempre approcciato la sessualità, con risultati a volte altalenanti, basti pensare ad opere rinomate quali Le età di Lulù (1990) e a fiaschi clamorosi di critica e pubblico come Bambola (1997) con protagonista Valeria Marini. In quest'occasione ci troviamo di fronte a una delle opere più compiute e convincenti del compianto autore iberico, scomparso nel 2013 in seguito a una leucemia, tanto da essere presentata in concorso alla Mostra del cinema di Venezia e aver vinto il premio per la miglior sceneggiatura.

Sin dagli inizi il voice-over del piccolo Tete, cuore e voce del racconto, ci accompagna nel contesto ambientale alla scoperta dei folkloristici personaggi coinvolti, esprimendo costantemente i pensieri del bambino e anticipando le sue fantasie poi effettivamente espresse in scena. Un mezzo tanto immediato quanto efficace per trainare il pubblico all'interno della storia.

Sesso e risate

Storia che trabocca di un barocchismo paesano che guarda a certo cinema di Federico Fellini, con almeno un paio di sequenze che non avrebbero stonato nel suo mitico Amarcord (1973) nelle quali la vita cittadina si esalta in una rappresentazione piacevolmente grottesca e sopra le righe, con il leit-motiv della piramide umana che lega prologo ed epilogo come estremi di un atipico percorso di formazione precoce.
E anche quando il sesso trova esplicitazione visiva, con risvolti sempre in bilico tra comicità ed erotismo, la pelle esibita non eccede mai in volgarità gratuite ma viene sempre tratteggiata con una finezza ridanciana e bizzarra, elemento che apre a ulteriori spunti cinefili che esulano dalla mera esibizione di corpi nudi. Alcune trovate risultano poi esilaranti ai fini del puro divertimento, con il personaggio petomane di Maurice (ispirato alla figura dell'artista transalpino Joseph Pujol, che proprio sulle flatulenze costruì la sua fortuna) a far la parte del leone negli sporadici show sul palcoscenico.
Mathilda May poi, interprete di Estrellita, possiede un fascino straripante che si eleva ovviamente nelle inquadrature di nudo, ulteriore surplus per il pubblico maschile per quanto, come sottolineato in precedenza, i passaggi hot siano comunque più timidi di quanto si possa dedurre dal titolo.

La teta y la luna Con La teta y la luna Bigas Luna si diverte e diverte il pubblico, realizzando una commedia a sfondo erotico che si permea di sussulti felliniani nel raccontare il percorso di crescita del piccolo protagonista, un bambino di nove anni ossessionato dal seno femminile. L'eros, seppur presente, non è mai preponderante e gestito con una certa istrionica finezza, i toni leggeri risultano il centro focale del racconto, narrato dall'inizio alla fine dal voice-over del bambino al centro della vicenda. La sceneggiatura, premiata alla Mostra del Cinema di Venezia, propone un gruppo di personaggi principali che spazia su toni grotteschi e teneri al contempo, sortite visionarie d'effetto e il sesso come veicolo di un intrattenimento immediato e fruibile, rendendo i novanta minuti di visione uno dei migliori lavori realizzati dal compianto e altalenante regista iberico insieme a Le età di Lulù (1990) e Prosciutto, prosciutto (1992). Il film andrà in onda giovedì 12 settembre alle 00.30 su CANALE 5.

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