La sentinella, la recensione del film Netflix con Olga Kurylenko

Il regista francese Julien Leclercq firma un revenge-movie tutto al femminile, ricco di forzature e ambiguità nel suo tentativo di raccontare "altro".

La sentinella, la recensione del film Netflix con Olga Kurylenko
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La bella e coraggiosa Klara, soldatessa e interprete dell'esercito francese, ha fatto ritorno a casa in Francia dopo aver sperimentato sulla propria pelle gli orrori della guerra in Siria.
Traumatizzata nello spirito, la ragazza è alle prese con lo stress post traumatico e assume di nascosto ansiolitici per calmare i propri nervi. Una sera, dopo essersi recata in discoteca insieme alla sorella Tania, la vede andare via insieme a un giovane russo e il giorno dopo scopre che questa è stata vittima di violenza e si trova in ospedale in coma.
Il presunto aggressore sarebbe il giovane Yvan Kadniko, figlio di un importante uomo d'affari, Klara decide così di sfruttare le proprie abilità e avvantaggiarsi del suo status - è ancora membro di pattuglia delle forze armate per i controlli locali - per scoprire sempre più informazioni a riguardo. Quando comprende che il colpevole la farà probabilmente franca, progetta la sua personalissima vendetta, rischiando però di compromettere la sua carriera sotto le armi e le stesse vite dei propri cari.

La vendetta è donna

Vi è un qualcosa che stona nella progressione narrativa di un film che, interpretato da un protagonista maschio, sarebbe stato sicuramente etichettato come reazionario mentre qui si cerca, sempre e comunque, di giustificare le mosse dell'inarrestabile vendicatrice interpretata da Olga Kurylenko.
Non che questo sia un male, anzi ci si attiene alle classiche dinamiche da revenge-movie che hanno fatto la storia del genere, ma il sentore è quello di una maggiore attenuazione dello sguardo critico in linea con l'esplosione del nuovo girl-power e della condivisibile riscossa di tutte coloro pronte a uscire allo scoperto per denunciare violenze.
Il personaggio di Klara diventa così una sorta di metaforico archetipo, che trascende la pura finzione e in un breve dialogo si trova a che fare con il terrore da parte della vittima di raccontare quanto subito.
Tutto giusto e corretto, La sentinella però pecca forse di eccessiva ambizione dal punto di vista contenutistico, se si fosse attenuto a un semplice svolgimento da b-movie sarebbe apparso meno saccente: alla soldatessa è infatti concesso di tutto e di più, molto spesso anche contro ogni logica razionale, e l'escamotage dei problemi psicologici da cui è affetta non bastano a coprire tutte le forzature.

Tutto troppo semplice

Il francese Julien Leclercq è d'altronde un regista incostante, autore di solidi titoli di genere come L'assalto (2010) o il vandammiano The Bouncer - L'infiltrato (2018) ma anche di rovinosi passi falsi come La terra e il sangue (2020). Proprio con quest'ultimo La Sentinella condivide la semplicità concettuale di fondo, con la netta divisione dei ruoli e l'effettiva messa in scena della resa dei conti che si appoggia a step telefonati, fino a quell'epilogo tanto rapido quanto poco appagante a livello di "giustizia è fatta".
La caratterizzazione stessa dei personaggi ne risente e la Kurylenko sembra qui una versione, in tuta militare e fucile d'assalto alla mano, dell'omologa Olivia Wilde di A vigilante (2018): entrambe donne tutte d'un pezzo pronte a ripagare i torti subiti per mano di uomini violenti.

Se il tema è attuale e sentito e merita il giusto approfondimento nelle corrette sedi, operazioni come queste rischiano di spostare l'attenzione dal cuore del problema.
Meglio allora, per chi è alla ricerca di un sano intrattenimento action in salsa femminile, rivolgersi a film come il recente Anna (2019) di Luc Besson, opera che mette in mostra sì una figura figlia di cliché ma forte e carismatica al punto giusto, priva di gratuite digressioni etiche.

La sentinella Tornata dalla guerra in Siria, una soldatessa francese che ha vissuto in prima persona gli orrori del conflitto cerca di ritrovare il proprio equilibrio, ma l'aggressione e lo stupro della sorella la spingono a cercare immediata vendetta contro l'oligarca russo autore del crimine. Su un plot visto e rivisto La sentinella innesta un discorso più complesso, inerente il drammatico tema della violenza sulle donne e della paura che molto spesso le spinge a evitare denunce nei confronti dei loro aggressori. Il problema è che la messa in scena da classica produzione di serie-b con sani istinti da revenge-movie mal si adatta a un argomento di questo tipo, anche per via di un pressapochismo stilistico e narrativo che vive su continue forzature. Dal lato action poco da segnalare, tolto un due contro una nei bagni di una discoteca e un violento quanto inverosimile cat-fight, la tensione inoltre si riduce assai non appena compreso come l'invincibile protagonista sia ovviamente destinata a trionfare, contro il maschile e contro ogni logica.

5

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