Recensione La rançon de la gloire

La 'vera' storia della salma di Charlie Chaplin trafugata nel '78

Recensione La rançon de la gloire
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E’ la tragicommedia francese La rançon de la gloire di Xavier Beauvois ad aprire il secondo giorno di Venezia 71. Interpretato da Benoît Poelvoorde, Roschdy Zem, Séli Gmach, Chiara Mastroianni e Nadine Labaki, il film non solo mette in scena - romanzandola non poco - la vera e surreale vicenda del ‘rapimento’ della salma di Charlie Chaplin, ma omaggia il ‘Re Charlot’ anche nello stile e nello sviluppo della trama, oltre che, naturalmente, nel titolo. Il 1° marzo del 1978, a Corsier-sur-Vevey (Vaud), in Svizzera, due manigoldi rapirono il cadavere del piccolo divo del muto, scomparso la notte del Natale precedente. Nella realtà, lo fecero convinti di poter chiedere un riscatto che avrebbe loro permesso di aprirsi una piccola attività. Nel film, lo fanno per ragioni un po’ più nobili, che aggiungono il tocco di poesia e dramma che da sempre sono parte del cinema chapliniano.

IL FATTO

I veri rapitori delle spoglie di Chaplin, che erano rifugiati politici di origine polacca, chiesero 600.000 dollari alla famiglia. La salma fu ritrovata quindici giorni dopo vicino al villaggio di Neuville. Volevano usare i soldi per ristrutturare un garage. La moglie di uno dei due, scoperto che pasticcio avesse combinato il suo coniuge, scrisse alla vedova Chaplin e si scusò, ottenendo in cambio un ringraziamento e il perdono ufficiale. Ci fu un processo ma i familiari di Chaplin vollero restarne fuori, per evitare pubblicità negativa sul fatto e non instaurare in alcun modo il dubbio che avessero accettato di pagare il riscatto. Il caso è singolare ma non isolato. Nel giugno 1987, nel cimitero di Chacarita a Buenos Aires, fu profanata la tomba dell'ex presidente Peron, morto nel 1974. Ignoti amputarono e rubarono le sue mani, chiedendo un riscatto di otto milioni di dollari. Anche in Italia non mancano precedenti celebri. Il 23 febbraio del 1977 dei ladri trafugano dal cimitero di Bari la cassa con la salma di Salvatore Matarrese, padre del deputato della Dc, Antonio. Prima di fuggire, lasciarono un messaggio firmato Nap, chiedendo il pagamento di un miliardo di lire per riavere il defunto. La bara viene però ritrovata il 26 febbraio, nascosta in un loculo vuoto dello stesso cimitero. E naturalmente, non si può non pensare al caso della salma di Mike Bongiorno, trafugata dal cimitero di Dagnente, piccola frazione di Arona, in provincia di Novara, la notte tra il 24 e il 25 gennaio 2011 e ritrovata dopo quasi un anno a Vittuone, un paese della provincia di Milano.

IL FILM

Eddy, immigrato belga, istrionico e divertente, è appena uscito di prigione. Osman, ombroso e serioso, algerino di nascita, ha una moglie malata in ospedale e una figlia piccola da accudire, con una casa fatiscente e un salato conto d'ospedale da pagare. Bisogna trovare una soluzione in fretta. Le rotelle impazzite del cervello di Eddy iniziano a girare quando arriva la notizia che rovinò il Natale ai cinefili di quell’anno: Charlot non c’è più. La star che si era fatta da sé partendo dal livello più basso possibile, l’amico dei poveri, dei derelitti, degli immigrati. “E se chiedessimo un po’ di soldi a questo amico?”, si dicono i due. In fondo, da vivo non ce li avrebbe negati. E non sarebbe che un prestito. Così i due, non senza dubbi e reticenze, partono all’’avventura, ma non sono certo dei professionisti del crimine. Osman è ansioso, perché deve tenere nascosto il tutto alla moglie. Eddy è maldestro e sembra più un clown che un malvivente. Perfino la sonnecchiosa polizia svizzera riesce a incastrarli facilmente. Insomma, una storia di umana povertà, che mescola dramma e ironia, proprio come amava fare il compianto Chaplin. Tantissime le citazioni: il rapporto di amicizia che si viene a creare tra Eddy e la piccola Samira non può che ricordare le immagini commoventi de Il monello, così come l’avventura dello stesso Eddy in veste di clown e l’amore con la bella circense Chiara Mastroianni sono un chiaro riferimento a Luci della ribalta. Di grande impatto il commento sonoro, vibrante e melodioso, del maestro Michel Legrand.

La rançon de la gloire Diverte e commuove La rançon de la gloire, esattamente com i film di Chaplin che vuole omaggiare. Lo spirito di Charlot si divide idealmente nei ruoli dei due personaggi principali, l’ombroso Osman e il clownesco Eddy. Dall’oscura prigione che apre il film alla solare parentesi circense che lo chiude - con evidente omaggio a Luci della ribalta - la pellicola riesce a mettere in luce gli aspetti grotteschi e divertenti di una vicenda di cronaca nera che ha del surreale. Ottima l’interpretazione degli attori, in particolare l’istrionico e clownesco Poelvoorde.

7

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