New York, primi anni '90. Un anziano signore viene importunato da alcuni balordi in un bar ma, con estremo sgomento di questi, si rivela essere in grado di difendersi e mandare facilmente al tappeto i suoi aggressori. Il suo nome è Christopher Dubois, e ha una storia molto interessante da raccontare. Da giovane, infatti, viveva d'espedienti prendendosi cura, a mo' di fratello maggiore, di un gruppo di orfanelli. Ma durante una fuga dalla polizia finisce su una nave diretta ad Oriente che lo porterà fino in Siam, dove il fato lo renderà eroe per caso... Dopo un lungo apprendistato, difatti, Christopher si ritroverà a dover combattere nel grande torneo di arti marziali indiscriminate denominato Ghang-gheng, dove la vittoria o la sconfitta determineranno la sorte sua e dei suoi nuovi compagni d'avventura, il pugile Maxie Devine, la giornalista Carrie Netwon, l'infido Lord Edgar Dobbs e l'aiutante di questi, Harri Smythe. La competizione, che prevede combattenti da tutto il mondo, sarà senza esclusione di colpi e vedrà un unico vincitore, che conquisterà il titolo e un enorme drago d'oro...
The Quest
È il 1996 e la popolarità di Jean-Claude Van Damme è ancora alta, a dieci anni dal grande successo di Senza esclusione di colpi e nonostante il mezzo flop di Street Fighter - Sfida finale di due anni prima. Arriva dunque la prova del nove per l'atletico attore di origine belga, che propone un soggetto per certi versi tipico nella sua filmografia (un action con annesso torneo di arti marziali indiscriminate e lui nella parte dell'eroe buono) ma anche originale nell'ambientazione: il Siam di inizio '900. Ma la novità più grande è che Van Damme vuole diventare cineasta a tutto tondo e vuole anche cimentarsi nella regia: detto, fatto ed ecco che La prova esce nei cinema mondiali, registrando, però, risultati non entusiasmanti, soprattutto negli States.
Ed è un peccato perché, col senno di poi, The Quest (come è conosciuto in lingua originale) è probabilmente uno dei film migliori con JCVD. L'afflato epico non viene mai a mancare nonostante le il tono non sia mai troppo serioso, la coreografie dei combattimenti sono come prevedibile sempre spettacolari e l'ambientazione aggiunge un tocco di esotico che dona un quid in più all'operazione, che vede tra l'altro la presenza di un grande Roger Moore apparentemente molto divertito del film (anche se in seguito rivelerà che è il film a cui è meno affezionato) e di un ritrovato Abdel Qissi, montagna di muscoli già affrontata in combattimento dal nostro eroe cinematografico in Lionheart - Scommessa vincente.
Ispirato (si dice, ma Van Damme ha sempre negato) alle ormai leggendarie memorie di Frank Dux -già ispiratore dell'altro classico Senza esclusione di colpi- La prova rappresenta un esordio alla regia di un Van Damme preparato, attento e scrupoloso nel girare un film con abbondanza d'azione e buoni sentimenti, con soluzioni stilistiche funzionali e anche abbastanza originali per i tempi, nonostante il concept sia piuttosto rodato. Il box-office non lo ha premiato, ma il tempo l'ha saputo rivalutare: The Quest è un action che non invecchia.