Recensione La mummia - La Tomba dell'Imperatore Dragone

Il ritorno dell'avventuriero O'Connell!

Recensione La mummia - La Tomba dell'Imperatore Dragone
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Industria del tempo libero

Le grandi major hollywoodiane si ricordano di Rob Cohen quando è il momento di far soldi sfruttando suggestioni ben radicate nelle menti della massa. La prima volta fu con Dragon, dove il nome di Bruce Lee era mallevadore d’alti incassi, poi, via via di seguito, molte altre pellicole tra cui spiccano il primo Fast & Furious, girato negli anni d’oro delle corse clandestine oltreoceano, e XXX, con Vin Diesel a garantire guadagni record. Si deve però riconoscere al californiano d’esser sempre riuscito a far divertire i propri spettatori e di non aver mai lasciato troppo amaro in bocca a fine visione: Dragon e Dragonheart, altra sua produzione, sono un po’ dei classici dei rispettivi generi. Il primo Fast & Furious è, a detta di tutti, il migliore dei tre, mentre Daylight, in cui ha diretto Stallone, è tanto apprezzato dallo spettatore medio tanto che viene riproposto annualmente in prima serata sul palinsesto rete4.
Grazie a un curriculum da maestro dell’industria del tempo libero (a voi intenderlo come un complimento o il peggiore degli insulti) è stato scelto dall’Universal per dirigere il terzo episodio della mummia, incarico facile per quanto riguarda le classifiche dei botteghini, molto più arduo per il mantenimento d’una minima “qualità” nell‘opera. Si tratta di succhiare l’ultima linfa vitale a un fascinoso brand.
Operazione riuscita?

Non c’è due senza tre

È ormai legge a Hollywood che qualunque film a cui sia stato dato un seguito, e ovviamente abbia ottenuto buoni incassi, si concluda con una trilogia. Completate quelle su molti supereroi, sono allora ricorsi alla mummia: 7 anni dopo il secondo episodio, una quindicina per la cronologia del film, ci ritroviamo così dinanzi ai nostri vecchi eroi. Tornati in Inghilterra, si sono tutti dati a una parca vita borghese: Rick (Brendan Fraser), non avendo più un Imhotep a cui dare la caccia, si accontenta di pescare trote nel fiume della sua megavilla; Evelyn O’Connell (non più Rachel Weisz ma Maria Bello) è diventata una scrittrice di libri per centri commerciali alla Clive Cussler; il loro figlio Alex (Luke Ford), cresciuto in stazza ed antipatia, saccheggia/riporta alla luce antichi mausolei seguendo le orme paterne e vantandosene appena può. Fa eccezione lo zio Jonathan (John Hannah) che, già precedentemente distintosi come il più sveglio della compagnia, ha aperto un locale chic in Cina dove fa affari d’oro e si diverte un mondo.
Il nemico di turno (Jet Li), nuovo per grazia divina e compassione degli sceneggiatori che hanno avuto il buon gusto di evitare un’altra resurrezione del vecchio antagonista, è il primo imperatore della Cina Qin Shi Huang, storicamente guerrafondaio, artefice della Grande Muraglia e dell’Esercito di Terracotta nonché ossessionato dal desiderio di immortalità. Nel film l’Esercito di Terracotta diviene conseguenza di una maledizione e il desiderio di immortalità ricerca delle acque di Shangri La (luogo immaginato da Hilton in Orizzonte Perduto ed entrato in seguito nella fantasia popolare) conferenti vita eterna. La (dis)avventura vera e propria comincia quando O’Connell junior ritrova L’Esercito di Terracotta e risveglia il terribile sovrano assetato di potere.

Vietato ai maggiori di 12 anni

La mummia 3 è un pò come ce lo aspettavamo, forse leggermente meglio. Azione, comicità e “prevedibili” colpi di scena sono i suoi cavalli di battaglia: la prima non ci riserva niente di eccezionale, se non un buon uso degli effetti speciali che farà contenti i più piccini; la seconda offre, soprattutto all’inizio quando la trama è meno incalzante, attimi di vero divertimento che scatenano le risa di tutta la sala, decisamente ai piedi di Brendan Fraser (il ruolo di Rick O’Connell sembra cucitogli addosso) e John Hannah, al quale è però riservato poco spazio; i terzi hanno valenza più per le risate che talvolta gli accompagnano che per lo stupore che provocano nello spettatore. Piacevole sorpresa si rivela l’interpretazione di Maria Bello che non ci fa rimpiangere troppo la rubacuori Rachel Weisz (troppo bella per fare la parte dell’avventuriera di mezza età? ). Infine il cambio di regia, da Stephen Sommers, esperto di avventure per ragazzi (ha diretto anche Mowgli e Van Helsing), a Rob Cohen, esperto in alti incassi, si nota solo con grande fatica vista la volontà di Cohen e dell’Universal di mantenere il carattere dell’episodio in linea con i precedenti.
Di negativo, insomma, non c’è niente se non la sua stessa natura: un film americano di serie B, nobilitato solo da fugaci momenti di ironia. Se ne tengano quindi lontani gli amanti del cinema d’autore, a cui potrebbe venir più volte voglia di incendiare lo schermo (come quando, prima della battaglia finale, s’inneggia 3 volte alla libertà).

La mummia - La Tomba dell'Imperatore Dragone Divertente e rocambolesco questo sequel si dimostra all’altezza dei due episodi precedenti, sfuggendo alle cadute che solitamente investono il terzo capitolo delle trilogie e confermando Rob Cohen come un regista capace di non annoiare mai la platea dei pop-corn movie di ogni età. Evitatelo e provate a trovare qualcosa di meglio, il che in realtà non è neanche tanto facile, se avete superato la fase adolescenziale; dedicategli un’ora e quaranta del vostro tempo se avete bambini da portar con voi. E se magari non avete figli/fratellini/cuginetti & Co., c'è sempre il vostro lato fanciullesco che sicuramente sarà in grado di apprezzare questo film.

6.5

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