La Missy sbagliata, la recensione del film Netflix

A volte un messaggio inviato alla persona sbagliata può cambiare la vita: lo scopre, a sue spese, lo sfortunato protagonista di questa commedia demenziale.

La Missy sbagliata, la recensione del film Netflix
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Tim Morris, medio dirigente di una compagnia, ha una vita sentimentale alquanto turbolenta. Durante un appuntamento al buio l'uomo fa la conoscenza della nevrotica Missy e l'incontro galante finisce nel peggiore dei modi. Tre mesi più tardi Tim incrocia in aeroporto una sua vecchia fiamma e dopo un fugace ritorno di passione i due si scambiano i numeri di telefono. Il protagonista decide di invitare l'amante ritrovata a una vacanza aziendale alle Hawaii, nella quale spera di far colpo sul suo capo per una potenziale promozione, ma non si accorge di aver contatto la Missy sbagliata.
Troppo tardi per ammettere l'errore con amici e colleghi e ora Tim dovrà gestire le bizze di una compagna imprevista, che finisce per metterlo in situazioni imbarazzanti e pone a rischio la sua stessa incolumità, nell'attesa che l'effettiva "prescelta" faccia la propria comparsa sull'isola.

Una ragazza speciale

Vi sono dei momenti nei quali La Missy sbagliata pare emergere dalla banalità di fondo che caratterizza la gran parte delle commedie demenziali moderne, ma ci si rende ben presto conto che il merito è esclusivamente della straripante performance della protagonista femminile, ossia Lauren Lapkus. L'attrice e comica americana, nota in particolare per le partecipazioni a serie cult come Orange Is the New Black e The Big Bang Theory, è qui un fiume in piena, incontenibile anche nelle fasi più apparentemente di stanca del racconto.
Le espressioni di pura e irriverente follia e la gestualità di un corpo slanciato e goffo al contempo offrono campo libero a una serie di gag tragicomiche a tratti esilaranti, che caratterizzano la pressoché totalità del film.
Il maggior limite dell'operazione risiede infatti in un'eccessiva linearità d'intenti, come ulteriormente confermato dal prevedibile lieto fine che chiude tutto. Visione che non offre sorprese di sorta e richiama il classico canovaccio degli equivoci in un'ambientazione abusata, un resort su un'isola da sogno dove dare il via a gag che sfruttano proprio il paradisiaco contesto.

Un magro contorno

Squali affamati, improvvisati salti dalla scogliera e feste in piscina sono solo alcuni dei teatri dell'assurdo di questa paradossale love-story in divenire che, minuto dopo minuto, si ricicla su sé stessa in una monotona rincorsa all'estremo, sia questo dal punto di vista lessicale o sessuale. La Missy sbagliata, disponibile in esclusiva nel catalogo Netflix come originale, procede su una scontata reiterazione di tempi (comici) e modi in un gioco che in taluni segmenti riesce anche a divertire di gusto, senza però mascherare i propri limiti concettuali.
David Spade come tartassata controparte maschile si trova alle prese con un carattere già visitato in carriera e si rivela perciò spalla ideale per le bizze della sua scatenata collega, mentre il resto del cast svolge il compito di mero riempitivo senza infamia e senza lode.
Il regista Tyler Spindel, già dietro la macchina da presa del mediocre Il padre dell'anno (2018), gira col pilota automatico e si affida a un citazionismo più o meno forzato per riempire i passaggi a vuoto, che nel corso dei novanta minuti di visione si presentano in più occasioni.

La Missy sbagliata La pressoché totalità delle risate ha luogo solo grazie all'esplosiva interpretazione di Lauren Lapkus, vero e proprio fiume in piena di una comicità semplice e sboccata ma a tratti effettivamente riuscita. La Missy sbagliata è altrimenti un'operazione risibile e narrativamente elementare, che fa affidamento su gag e battute figlie del moderno cinema demenziale d'Oltreoceano. Tra squali inferociti e cocktail a bordo piscina, l'ora e mezza di visione ricicla stereotipi in serie, al servizio di un racconto privo di sussulti nel quale tutti i pezzi tornano infine al loro posto prestabilito e senza una protagonista così scatenata il voto numerico che leggete in pagina sarebbe stato ben inferiore.

5.5

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