Recensione La memoria del cuore

Channing Tatum e Rachel McAdams in un film d'amore ben realizzato

Recensione La memoria del cuore
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Leo (Channing Tatum) e Paige (Rachel McAdams) sono una giovane coppia di sposi molto affiatata. Lui dirige uno studio di registrazioni, lei è una scultrice, e insieme vivono un piccolo sogno d'amore forse banale, ma per loro importantissimo.
Una sera, di ritorno dal cinema, i due hanno un incidente d'auto, e dal quale Paige ne esce con un forte trauma cranico e un conseguente coma indotto, in attesa della guarigione. Leo le rimane accanto per diversi mesi, ma quando finalmente la ragazza si sveglia, dalla sua mente sono completamente scomparsi i ricordi degli ultimi anni di vita, tra cui l'esistenza stessa del marito e della loro storia d'amore. La situazione si fa in breve tempo insostenibile per Leo, che ama Paige alla follia ma non riesce a farsi accettare da lei, costretta ad accettare uno status quo da ragazza 'ribelle', artista e sposata con uno 'sconosciuto', quando nella sua mente vive ancora con i genitori, è iscritta a giurisprudenza ed è fidanzata con un giovane imprenditore. Proprio il ritrovato rapporto coi genitori (per i quali non prova più l'astio che l'aveva spinta a scappare in città) rappresenta l'ostacolo più duro da superare per Leo, che ad ogni modo non si dà per vinto e tenta di far 'reinnamorare' di sé sua moglie...

L'impatto di un momento

L'amnesia è un espediente classico del cinema, ma di vicende simili a quella narrata in La memoria del cuore non ne ricordiamo molte: il decisamente più leggero 50 volte il primo bacio con Adam Sandler e Drew Barrymore, e i praticamente sconosciuti nel nostro paese Innale (film indiano del 1990) e One True Love (proveniente dalle Filippine e decisamente più recente, essendo datato 2008).

Ma lo spunto della vicenda non è il cinema estremo orientale, quanto una storia vera: quella dei coniugi Kim e Krickitt Carpenter, che negli anni '90 hanno vissuto una disavventura molto simile a quella narrata nel film di Michael Sucsy, qui alla prima regia cinematografica dopo il televisivo Grey Gardens (che, guarda caso, vantava come protagonista proprio Drew Barrymore).
Il rischio di una pappardella melensa e insopportabilmente strappalacrime è stato, fortunatamente, scongiurato, anche se chiaramente il film è diretto ad un target abbastanza specifico. Del resto la pellicola negli States è stata fatta uscire, giustamente, nella settimana di San Valentino, registrando peraltro incassi assolutamente notevoli (180 milioni di incasso a fronte di 30 investiti, e miglior esordio di sempre nella settimana di San Valentino).
Sucsy riesce nel suo intento grazie ad uno script ben bilanciato e relativamente 'realistico', che tratta la vicenda senza troppo buonismo di fondo, e all'alchimia tra i due bravi protagonisti. La McAdams la conosciamo bene oramai e sappiamo che, anche in ruoli romantici, è una garanzia, dopo film come Le pagine della nostra vita e Un amore all'improvviso. Tatum, invece, continua a sorprendere. A vederlo lo si penserebbe sempre in ruoli d'azione, come del resto lo abbiamo visto spesso, ma il ragazzo se la cava anche in contesti diversi, confermando quanto già visto l'anno scorso ne Il dilemma di Ron Howard. Molto apprezzabile, inoltre, la fotografia di Roger Stoffers.

La memoria del cuore Stupisce il ritardo nell'uscita di questa pellicola, prevista da noi a fine luglio, a fronte dell'ottimo risultato conseguito negli Stati Unitia febbraio. Soprattutto perché La memoria del cuore, pur non essendo innovativo o particolarmente memorabile, è un'opera ben realizzata, sia tecnicamente che dal punto di vista attoriale, e che lascia a casa parte della retorica che ci saremmo inevitabilmente aspettati da un film simile. Gli inguaribili romanticoni apprezzeranno.

6

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