La meccanica delle ombre, la recensione del film con François Cluzet

Un impiegato di mezz'età trova lavoro in un'agenzia di intercettazioni, finendo coinvolto in un intrigo politico che mette a rischio la sua stessa vita.

La meccanica delle ombre, la recensione del film con François Cluzet
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Duval, contabile di mezz'età, viene spesso sfruttato con turni massacranti sul luogo di lavoro e dopo l'ennesimo sovraccarico di incarichi da compiere in un tempo limitato finisce per perdere la ragione: da tempo alcolizzato, l'uomo viene licenziato in seguito ad una sfuriata da stress.

In La meccanica delle ombre due anni più tardi il protagonista ha smesso con l'alcool e frequenta un centro di recupero per alcoolisti anonimi dove conosce la giovane Sara, una ragazza anch'essa vittima di una situazione difficile. Nel frattempo, dopo mesi alla ricerca di un impiego, Duval trova un'opportunità rincontrando un suo vecchio collega ad un funerale, il quale lo raccomanda al misterioso Clément, il capo di un'organizzazione specializzata in intercettazioni telefoniche.
La paga è ottima ma le regole sono rigide: oltre all'impossibilità di contattare direttamente i suoi superiori per qualsiasi problema, il neo assunto dovrà anche seguire dei rigidi diktat comportamentali. E quando si imbatterà in conversazioni scomode da tradurre, la sua vita si trasformerà in un incubo ad occhi aperti.

L'orecchio che uccide

L'esordio nel lungometraggio, l'unico fino ad oggi diretto, del regista francese Thomas Kruithof sembra un inedito e particolare mix tra le atmosfere di un classico anni '70 come La conversazione (1974) di Francis Ford Coppola e un cult più recente quale Le vite degli altri (2006), premio Oscar per il miglior film straniero. Ma La meccanica delle ombre (affascinante titolo che racchiude al meglio i toni e le atmosfere del racconto) possiede una propria distinta personalità che lo accomuna a gran parte del cinema transalpino di genere, con rimandi al polar e una gestione del ritmo più lenta e compassata rispetto alle produzioni hollywoodiane.

Proprio l'assenza di uno spettacolo gratuito e di una retorica spiccia, spesso caratterizzanti film d'Oltreoceano a tema rivolti al grande pubblico, infonde ai novanta minuti di visione un'aura tesa e inquieta dove la tensione cresce progressivamente con il passare dei minuti e raggiunge l'apice nella mezzora finale, un magistrale concentrato di suspense emotiva nel quale lo sfortunato protagonista si trova suo malgrado coinvolto.

Un uomo tranquillo

La normalità della figura interpretata sobriamente da un attore di razza come François Cluzet (alpha e omega di un gran bel cast in cui spiccano anche Sami Bouajila e la nostra Alba Rohrwacher) è il miglior mezzo empatico per lo spettatore, portato ad identificarsi con un personaggio così umano e lontano da quegli istinti da action-hero che ad un certo punto la sceneggiatura poteva suggerire.
Interessante dal punto di vista narrativo il gioco che si svela lentamente nell'ascolto dei vari nastri, nonché le rigide regole imposte dai superiori: questo approccio instaura volutamente dei vaghi sussulti mystery che riescono ad aumentare la curiosità su quanto stia realmente accadendo, con sussurri cospirazionisti a far piacevolmente comparsa nella successiva risoluzione.

La cura psicologica nella gestione delle varie pedine, tutte sottostanti ad una sorta di piramide sociale (come verbalmente espresso in uno dei dialoghi chiave) dove l'inganno e il compromesso sono elementi dominanti e chi sgarra, consapevolmente o meno, deve pagarne drastiche conseguenze, raggiungo livelli d'eccellenza e il mood torbido e strisciante che si respira nel corso dei sempre più tumultuosi eventi è ulteriormente impreziosito da una sinuosa e perturbante colonna sonora che accompagna costantemente le varie scene.

La meccanica delle ombre Possiede una claustrofobica e pressante essenzialità questo thriller francese del 2016 in cui il protagonista, interpretato da uno straordinario e credibile François Cluzet, si trova a lavorare per un'agenzia di intercettazioni e ad ascoltare conversazioni scomode che mettono a repentaglio la sua stessa vita. Pur guardando a classici a tema, La meccanica delle ombre ha una sua vibrante personalità nella gestione tensiva e psicologica del racconto, con l'azione limitata ad un paio di scene nel magnifico finale e un'atmosfera di imminente pericolo capace di tenere con il fiato sospeso fino ai titoli di coda. L'ottimo ed eterogeneo cast di supporto, l'inquieta colonna sonora e un alone mystery che sottolinea diversi passaggi chiave rendono i novanta minuti di visione un raffinato e chirurgico gioiellino da non perdere per tutti gli appassionati del filone. Il film andrà in onda lunedì 22 luglio alle 21.20 su RAI3 in prima visione tv.

7.5

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