La Kryptonite nella Borsa, la recensione: supereroi tascabili

Ivan Cotroneo e il suo mondo di normali supereroi nel film La Kryptonite nella Borsa, la recensione.

La Kryptonite nella Borsa, la recensione: supereroi tascabili
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I Sansone sono una famiglia napoletana degli anni '70 che vive la sua disarmonia interiore nella speranza di poter un giorno (ri)fiorire in un guizzo di genialità (che sono convinti di vedere nel maggiore Federico - che da cinque anni prepara lo stesso esame) destinato a farli uscire da quella vita mediocre. Peppino, il più piccolo di casa Sansone, ha nove anni, una congenita miopia che lo costringe a confinare i suoi occhi belli e curiosi dietro un paio di giganteschi occhiali e una vita turbolenta tutta spesa nel cercare di comprendere gli spaesati personaggi che affollano le sue giornate e gli orbitano attorno, mentre le sue figure di riferimento (ovvero la madre, la madonna e la maestra) sembrano svanire a poco a poco dentro una nube di inadeguatezza che tutto inghiotte. Così lui segue confuso e stupito le circonvoluzioni degli giovani e scatenati zii hippie Titina (Cristiana Capotondi) e Salvatore (Libero de Rienzo), le assenze di un padre fedifrago (Luca Zingaretti) che tenta di rimpiazzare la sua inettitudine paterna con un trio di sventurati pulcini, le speranzose giornate in riva al mare della zitella Assunta in attesa di uomo che la salvi da una cupa solitudine, e infine il dolente silenzio di una madre (Valeria Golino) sempre più ferita dalle delusioni coniugali che vive nel ricordo di un passato arenatosi sull'isola di Procida. E dunque, scombussolato da quel mondo caotico, il piccolo Peppino troverà un amichevole conforto solo nell'immaginaria invincibilità del cugino Gennaro che sogna e crede di essere Superman (con un particolare fiuto nello scovare la Kryptonite nascosta nelle borse).

Il vigoroso debutto alla regia di Ivan Cotroneo

Lanciatissimo sceneggiatore televisivo (tra gli altri anche Tutti pazzi per amore) e cinematografico (ad esempio Mine Vaganti di Ozpetek) il napoletano Ivan Cotroneo debutta alla regia con La kryptonite nella borsa, storia leggera e drammatica al contempo di una famiglia napoletana (quella dei Sansone) che racchiude molte delle anomalie ascrivibili alle famiglie 'medie', soprattutto quelle nate e sviluppatesi all'ombra di un'inferiorità culturale che fatica a liberarsi da sé stessa. Ci vuole dunque un escamotage, qualcosa di straordinario, come il fantasma di quel cugino supereroe che il piccolo Peppino idealizzerà nella sua mente fino ad elevarlo a compagno di riflessioni e guida spirituale, lasciandosi affascinare dai superpoteri che il cugino dal naso aquilino e dalla parlata pittorica sostiene di avere. Sarà paradossalmente questo rapporto, coltivato proprio nella creativa mente di Peppino, a dare un senso alla pittoresca ma misera routine della sua famiglia, costellata di personaggi tanto stravaganti quanto profondamente infelici che giorno dopo giorno sprofondano nella chimera di essere diversi da sé stessi. Le intuizioni narrative di Cotroneo, calate in quella napoletanità sempre viva e guizzante, servono ad anestetizzare il dolore di una società che vive e si nutre di piccoli espedienti, senza mai arrivare ad avere una visione globale di sé stessa. Una società fatta di piccoli personaggi folcloristici confinati nella loro mediocrità, che solo il miope e bistrattato Peppino (preso di mira dai compagni per i suoi ingombranti occhiali) grazie all'amico e cugino Gennaro-Superman riuscirà a vedere nella loro colorata assurdità, apprendendo infine come sia possibile indossare gli stivali da marcia (These Boots Are Made For Walking), e camminare (forse, un giorno) - diritti - per la propria strada.

La Kryptonite nella borsa Ivan Cotroneo, apprezzato e lanciato sceneggiatore napoletano, debutta alla regia con La Kryptonie nella borsa, una commedia che si sviluppa nel dramma di una famiglia napoletana anni ’70 piena di storture e diffuse incongruità. Ma è la felice scelta di guardare quel mondo colorato e allo stesso tempo grigio attraverso le grandi lenti di Peppino (il più piccolo - solo nove anni - del grande ‘clan’ dei Sansone), a conferire al film quel tono scanzonato che riesce a indagare nelle comuni disgrazie con occhi nuovi e originali raccontando il processo evolutivo e formativo di un piccolo Superman che aspira a diventare grande, e che riuscirà a farlo anche e soprattutto grazie alla presenza di quel grande Superman in cui si nasconde il corpo del disadattato ma sensibile cugino.

7

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