La Bonne, la recensione del film erotico di Salvatore Samperi

Il penultimo film per il cinema di Salvatore Samperi ci trascina nell'ambiguo legame tra due donne, padrona e serva, dalle tragiche conseguenze.

La Bonne, la recensione del film erotico di Salvatore Samperi
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Vicenza, metà degli anni '50. Anna, moglie dell'avvocato e politico Giacomo, trascorre la maggior parte delle proprie giornate rinchiusa tra le quattro mura domestiche in compagnia dell'anziana suocera disabile e della domestica Angela, una ragazza di povere origini assunta per fare da badante e cameriera. La giovane, che ha una relazione con un soldato della sua età, trascina la padrona di casa in un vortice di erotismo e passione che, giorno dopo giorno, finisce per rivoluzionare completamente la vita di Anna. Quest'ultima, trascurata dal marito, dà così libero sfogo alla sua repressa sessualità, ma il torrido e ambiguo legame che ora unisce le due donne rischia di avere drammatiche conseguenze per entrambe.

Tensione erotica

Nonostante il titolo francese, La Bonne - traducibile letteralmente come "la buona" e derivante dalla co-produzione con i cugini d'Oltralpe - è un film italianissimo nell'ambientazione, diretto nel 1986 dal compianto Roberto Samperi, regista scomodo e dileggiato spesso oltre misura. Autore anche della sceneggiatura, il regista in quest'occasione si è effettivamente fatto prendere la mano dal punto di vista erotico, con una manciata di sequenze gratuite, alcune delle quali parzialmente controverse e psicologicamente molto dure nel trauma vissuto dalle due protagoniste.
Perché quello che prende vita dopo la prima parte di visione si trasforma in una sorta di diabolico horror emotivo, tra tradimenti e ricatti che finiscono per condurre a risvolti inaspettati e dal taglio metaforico, in una fiera degli eccessi che però finisce per stonare con il più raffinato e suggerito vedo-non vedo mostrato in precedenza.
Si preme l'acceleratore sui sentieri del grottesco con poca coesione, fino a un epilogo che riflette sui luoghi comuni con più lucida amarezza.

Niente è quello che sembra

Nel corso dell'ora e venti di durata La Bonne palesa una certa eleganza stilistica, con diversi passaggi che esaltano un eros esplicito - ma mai pornografico - tramite i corpi snelli e armonici delle due attrici. La francese Florence Guérin e la danese Katrine Michelsen (scomparsa nel 2009 per un tumore) non spiccano per espressività ma dal punto di vista estetico si adattano perfettamente alle loro controparti filmiche. Il contorno, con la politica di sottofondo, viene utilizzato per forgiare un affilato attacco nei confronti dell'ipocrisia borghese e delle ideologie in generale. Un'ulteriore espansione del suddetto sarebbe stata di maggior impatto nelle dinamiche che d'altronde tratteggiano, nel complessivo sguardo d'insieme, la disgregazione di un tessuto familiare pronto a esplodere, assumendo un carattere più universale.
Il morbo che divora il nucleo dall'interno, dove i colpevoli e le vittime finiscono per scambiarsi i ruoli vicendevolmente, ha un qualcosa di inevitabilmente attuale che rende il film moderno a oltre trent'anni di distanza, anche a dispetto di alcune delle sbavature e dei vizi di forma citati in precedenza.

La Bonne La Bonne è inevitabilmente un'opera che divide, capace di scioccare nella sua svolta da horror psicologico e in alcune gratuite scorribande sessuali ma anche di affascinare nel suo tratteggio di una borghesia pronta a crollare sotto il peso della propria ipocrisia. Il penultimo film di Salvatore Samperi - nel bene e nel male - non lascia indifferenti e poco importa se la bellezza delle due protagoniste non sia supportata da pari carisma, giacché le due donne al centro del racconto servono come specchio, crudele e amaro, di un gioco di attrazione e vendetta, che poggia le proprie basi sull'eterno conflitto della lotta di classe. Il film andrà in onda stasera, venerdì 15 maggio, alle 21.15 su CIELO TV.

6.5

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