Recensione L'Ultimo dei Templari

Nicolas Cage e Ron Perlman a caccia di streghe in b-movie di tutto rispetto

Recensione L'Ultimo dei Templari
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Che la carriera di Nicolas Cage negli ultimi anni sia in fase calante, perlomeno dal punto di vista qualitativo, è fuor di dubbio. Il nipote di Francis Ford Coppola, senza dubbio in possesso di ottime qualità attoriali, come visto, tra gli altri, in Via da Las Vegas, Cuore selvaggio e Omicidio in diretta, sembra non riuscire ad azzeccare più il film e l'interpretazione giusta, nonostante le sue pellicole abbiano sempre ottimi riscontri al botteghino. Riuscirà Season of the Witch a riportarlo, oltre ai vertici degli incassi statunitensi, anche a una prova degna di nota? Certo le aspettative non erano delle più alte, e sin dall'inizio il film di Dominic Sena, che lo aveva già diretto nell'adrenalinico Fuori in 60 secondi, appariva dai trailer e le immagini rilasciate come un b-movie travestito da blockbuster. Ora che la pellicola è uscita Oltreoceano, possiamo dare un giudizio completo su questo racconto fantastico ambientato nel Medioevo della caccia alle streghe.

La stagione della Strega

Behmen (Nicolas Cage) e Felson (Ron Perlman) sono due cavalieri cristiani che hanno combattuto per diversi anni alle crociate in terra straniera. Dopo aver partecipato a un massacro di donne e bambini innocenti, divorati dai rimorsi, decidono di disertare e tornare in Inghilterra, per trovarla dilaniata dalla peste. Giunti in un villaggio affetto dalla piaga, vengono prima arrestati perché disertori, e in seguito incaricati, in cambio della loro libertà,  dalle alte cariche ecclesiastiche del luogo di condurre una giovane ragazza (Claire Foy), ritenuta una strega e causa dell'epidemia, ad una lontana abbazia della regione affinchè riceva un processo e venga condannata al rogo. Insieme a loro partiranno il prete Debelzaq (Stephen Campbell Moore), la guida Hagamar (Stephen Graham), il cavaliere Eckhart (Ulrich Thomsen) e il giovane chierichetto Kay (Robert Sheehan). Andando avanti nel loro periglioso viaggio, si troveranno ad affrontare pericoli ben maggiori di quelli dati da una semplice "strega".

Omaggi diabolici

A dispetto di quanto inizialmente preventivato, Season of the Witch si rivela un onesto prodotto di entertainment, sicuramente non inferiore ad altri ben più blasonati. Con la dovuta premessa che la pellicola va sicuramente inquadrata tra i film di genere, e non tra gli ultramilionari blockbuster, si può assistere a novanta minuti certamente non memorabili ma nemmeno da disprezzare. Se dall'inizio si può immaginare di assistere a una trama dai connotati epici, con alcune (confuse a dire il vero) scene di massa in cui Cage e Perlman in armatura crociata uccidono decine di "infedeli", ben presto si comincia a respirare una sana atmosfera da b-movies con una realizzazione tecnica superiore alla media. Sembra quasi di assistere, con le dovute proporzioni e un sentito rispetto, ai vecchi lavori della Hammer Films aggiornati ai giorni nostri. Un'avventura di stampo classico, e non a caso nel gruppo fanno parte alcuni degli stereotipi abituali del genere fantasy / medievale: indomiti cavalieri dal passato tormentato, preti con segreti da nascondere, guide un po' codarde e giovani leve pronte a imparare l'arte della battaglia. Ecco perciò che l'operazione, pur non essendo priva di ingenuità e luoghi comuni, riesce a far breccia nel cuore degli appassionati, avvalendosi anche di un cast in forma più che discreta. Cage, per la prima volta in un ruolo così spiccatamente "in costume" se la cava meglio del suo solito recente, e riesce a dare la giusta profondità al suo personaggio, accompagnato in questa "missione cinematografica" da una degna spalla come Perlman, anche lui in una prova più che sufficiente. Il resto del cast non è certo memorabile (escluso naturalmente il breve ma gustoso cameo del leggendario Christopher Lee), ma degna di nota è la maliarda bellezza della strega Claire Foy, al suo esordio su grande schermo dopo diverse apparizioni televisive, che pur non avendo a disposizione troppe battute riesce a inquietare ed affascinare. Il resto lo fanno gli splendidi paesaggi, avvolti da una riuscita fotografia tendente a colori cupi, una colonna sonora senza infamia e senza lode e il cliffhanger verso la fine, che porta a risvolti imprevedibili e vagamente pregni di una beffarda (auto)ironia con un uso degli effetti speciali tendente all'omaggio al passato piuttosto che a un'eccessiva spettacolarizzazione. Season of the Witch è quindi un lavoro dignitoso, frutto di un'operazione più genuina del previsto, che non si prende troppo sul serio e proprio per questo, nel suo piccolo, è, con le dovute riserve, apprezzabile.

L'Ultimo dei Templari Cage e Perlman da cavalieri crociati a cacciatori di streghe in un film d'azione di ambito medievale che riesce a garantire novanta minuti di divertimento, senza segnare nuove vette del genere ma rivelandosi un lavoro genuino più vicino allo spirito dei b-movies che ai classici action hollywoodiani "in costume". Season of the Witch si avvale inoltre di un comparto tecnico seppur non eccelso di livello più che dignitoso, con una parte finale tanto eccessiva quanto dilettevole.

6

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