Recensione L'odore della notte

Per ricordare il recentemente compianto Claudio Caligari, Minerva Pictures pubblica in visione gratuita su YouTube il suo secondo film, un noir poliziesco ambientato a Roma negli anni '70 con protagonista Valerio Mastandrea.

Recensione L'odore della notte
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E' scomparso lo scorso 26 maggio il regista novarese Claudio Caligari. Un nome che a tanti forse non dirà nulla ma che è stato autore di uno degli ultimi veri cult del cinema italiano di genere: Amore tossico, datato 1983, trattava infatti il mondo della droga con una crudezza credibile, data anche dall'impiego di attori non professionisti e realmente tossicodipendenti. Cineasta scomodo e fuori dagli schemi, dietro la macchina da presa in sole due occasioni (il terzo film Non essere cattivo, ancora inedito, ha visto il protagonista Mastandrea lanciare una "petizione" addirittura nei confronti di Martin Scorsese), viene ricordato da Minerva Pictures con la pubblicazione gratuita su youtube del secondo film, L'odore della notte, poliziesco tratto dal romanzo Le notti di arancia meccanica di Dido Sacchettoni e interpretato, oltre che dallo stesso Valerio Mastandrea, da volti caratteristi del piccolo e grande schermo nostrano quali Marco Giallini e Giorgio Tirabassi.

Remo e i suo drughi


Nella Roma degli anni '70 Remo è un poliziotto dalla doppia vita: di notte infatti il ragazzo è a capo di una banda di rapinatori, che si specializza prima in rapine e in strada e in seguito in appartamento, cercando sempre di derubare le fasce più ricche della popolazione. Ma gestire questa contraddizione comincia a diventare difficile per Remo, che spesso si trova combattuto dal rimorso e incapace di scegliere i giusti partner per i colpi. E neanche l'apertura di un nuovo bar, comprato con i soldi delle rapine, sembra poter cambiare il suo futuro malavitoso...

Cuore matto

Va dato atto a Caligari di saper dirigere: L'odore della notte, dal punto di vista prettamente stilistico, è uno degli ultimi film italiani di genere a sopravvivere con una certa forza allo scorrere degli anni. Inquadrature e ritmo beneficiano infatti di una notevole ispirazione artistica che, citando anche classici del cinema americano (su tutti Taxi Driver), dà il bianco a buona parte delle moderne produzioni similari italiane. Se quindi la visione è impregnata da questa sorta di fascinosa rudezza, lo stesso non si può dire per una narrazione che, a dispetto di qualche riuscito exploit, finisce per perdersi in alcune banalità di fondo che trovano il maggior difetto in scelte di casting non sempre azzeccate. Tolto infatti il personaggio principale, interpretato da un ottimo Mastandrea (e con un voice-over imperante a trascinarci nei suoi rimorsi), il resto degli interpreti, soprattutto secondari (tra i "rapinati" compare anche Little Tony), non convince appieno, con reazioni poco credibili a causa di una recitazione approssimativa, sempre e comunque incentrata sul tono dialettale. Un noir quindi imperfetto, realizzato con tutti i crismi del filone dal punto di vista visivo, che con qualche sbavatura in meno avrebbe potuto essere un titolo da ricordare.

L'odore della notte Caligari si dimostra col suo secondo film, L'odore della notte, un regista di razza, ma al contempo uno sceneggiatore non impeccabile: il suo adattamento del romanzo di Sacchettoni è girato con ispirazione e concretezza ma pecca in scelte di casting e di storia non sempre convincenti. Mastandrea, che rimarrà amico (nonché produttore del suo ultimo film, ancora inedito) del regista fino alla recente e prematura scomparsa per malattia, si conferma già qui come uno dei volti più interessanti del cinema italiano contemporaneo.

6.5

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