Recensione L'arte della felicità

Dall'Italia, un atipico film d'animazione per adulti

Recensione L'arte della felicità
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Un film d’animazione, prodotto in Italia, che non si rivolge ai bambini. Praticamente una follia quella del produttore Luciano Stella, che con la sua MAD Entertainment ha commissionato al talentuoso animatore Alessandro Rak l’interessante L’arte della felicità, che apre a Venezia la 28ma Settimana Internazionale della Critica. Sotto il cielo plumbeo di una Napoli da Apocalisse, tra una pioggia incessante e un degrado che divora le strade, il tassista Sergio riceve una notizia che lo lascia di sasso, cambiandolo per sempre. La sua macchina diventa il microcosmo in cui rifugiarsi per sfuggire al mondo, alle sue responsabilità nei confronti di sé stesso e degli altri, al rimpianto di aver lasciato la musica, il suo primo grande amore. Pensa a suo fratello, fuggito in Tibet alla ricerca della spiritualità, che non vedrà mai più. Fuori la tempesta imperversa, nell’auto si alternano i passeggeri, ma anche i ricordi, le speranze, i rimpianti. E per fortuna anche qualche nuova occasione.

Da Napoli al Tibet

L’Arte della felicità è un titolo che pre-esiste alla nascita del film - spiega il produttore - così si chiama un festival che organizzo da trent’anni a Napoli, basato su interventi di ospiti illustri tra filosofi, sociologi e artisti, da Umberto Galimberti a Robert Thurman, papà della celebre Uma ed esperto di filosofie orientali, che appare anche nel film in un piccolo cameo. Inizialmente avevo progettato un documentario animato, che poi si è evoluto in una storia di finzione. In Italia l’animazione è considerato un genere solo per bambini e che non c’è mercato. Si realizza un cartoon una volta ogni cinque, sei anni. Eppure abbiamo talenti straordinari, per la presenza di scuole prestigiose come l’Accademia delle Belle Arti, e Alessandro è uno di questi. Avevamo la passione, e sono convinto che l’animazione abbia molto da offrire: agevola la visualizzazione degli stati d’animo. E in più basta allargare lo sguardo per capire che all’estero è ancora molto apprezzata e seguita. Si era temuto che morisse negli anni ’90 a causa dell’avvento del digitale, ma in realtà è accaduto il contrario, si è potenziata conquistando anche computer e telefonini. Abbiamo Disney, Pixar, ma anche esempi di cartoon per adulti come Valzer con Bashir e Persepolis. Abbiamo produttori bravissimi in Italia, che lavorano anche su tre film in contemporanea, ma non d’animazione, perché non la conoscono. Speriamo di poter spingere nella direzione di una nuova consapevolezza, considerato anche il budget ridotto di 800mila euro, tra ministero e vari altri elementi di finanziamento. Per Pinocchio se ne sono spesi 7 milioni, per Valzer con Bashir 2 e per Persepolis 6 e mezzo. Questo è stato possibile grazie ad Alessandro e alla sua grande abilità, che gli ha permesso per la prima volta di usare software complessi mai impiegati nella produzione di un lungometraggio. Ho sempre avuto una spiccata passione per l’Oriente - spiega Stella - e trovo che il popolo napoletano, con la sua saggezza che si esprime per proverbi, sia più pronto di altri ad affrontare le difficoltà della vita. C’è una consapevolezza maggiore nei popoli poveri, costretti a guardare in faccia l’esistenza con uno spirito più rassegnato. ‘Si chiude una porta, si apre un portone’: significa che ogni crisi è anche un’opportunità. E del resto era così anche per la filosofia greca: il termine ‘crisi’ aveva appunto questo carattere ambivalente. Oppure ‘La vita è un’affacciata di finestra’: può capitarti qualsiasi cosa in qualsiasi momento, nel bene e nel male. Puoi perdere te stesso e chi ti è vicino, ma anche trovare qualcosa di nuovo e inaspettato”.

Al servizio della creatività

“Il film mi è stato commissionato - racconta il regista Alessandro Rak - e io mi sono attenuto alle suggestioni del mio produttore, alla sua passione per la filosofia orientale. È stato un modo per dedicargli il film come ho voluto dedicarlo a tutti coloro che vi hanno partecipato. I musicisti, per esempio, tutti provenienti dalla scena partenopea, che hanno contribuito coi loro pezzi. Anche la tecnica che ho adottato e i software che ho utilizzato sono serviti a non alienare gli animatori: è un 2D in computer graphics che permette di gestire le linee spostandole virtualmente nello spazio in maniera automatica. Il che ha evitato di dover cercare i cosidetti ‘intercalatori’, ovvero gli ‘schiavi’ costretti a creare tutti i fotogrammi quasi identici che costituiscono il movimento tra una posizione di partenza e una di arrivo. Non volevo che si frustrassero. Inoltre abbiamo adottato delle integrazioni 3D soprattutto per agevolare la resa della fisionomia dei personaggi, che non è facile. Più vai di realismo, più i dettagli aumentano ed è difficile far sì che lo stesso personaggio mantenga i suoi tratti a ogni rotazione, a ogni inquadratura”.

L'arte della felicità Dall’Italia un prodotto animato originale, rivolto, una volta tanto, a un pubblico adulto. La tecnica sopraffina del regista e animatore Alessandro Rak accompagna una storia emozionante di amore, dolore e fede dove il disegno rappresenta meglio della realtà gli stati d’animo e i sentimenti, sapientemente commentati da una vibrante colonna sonora.

7

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