L'altra metà della storia, la recensione del film con Jim Broadbent

In L'altra metà della storia il settantenne Tony Webster deve fare i conti col proprio passato rimosso quando riceve una lettera testamentaria.

L'altra metà della storia, la recensione del film con Jim Broadbent
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Il solitario Tony Webster trascorre la sua vita da settantenne divorziato gestendo un piccolo negozio di macchine fotografiche d'epoca per collezionisti. I rapporti con l'ex-moglie e con la figlia, ragazza single in procinto di partorire, non sono dei più buoni e l'uomo si distingue per il suo carattere burbero nei confronti della gente che lo circonda. Un giorno tutto è destinato a cambiare quando l'uomo riceva una lettera testamentaria in cui l'appena deceduta madre di una sua vecchia fiamma di gioventù scrive di avergli lasciato in eredità un diario privato. Questo fa rifiorire vecchi ricordi in Tony, ora pronto a tutto pur di mettere le mani sulle memorie e a rincontrare proprio la figlia che un tempo gli aveva spezzato il cuore, assolutamente convinta a non consegnargli il diario.

Il tempo delle verità

E' tratto dal romanzo best seller Il senso di una fine di Julian Barnes questo leggiadro film britannico, incentrato sulla nostalgia e sul rimosso dei tempi andati e sulle percezioni che ci portano a rendere il passato non nella sua completezza ma nella relativa mitizzazione ad uso e consumo della nostra pace interiore. L'altra metà della storia si pone infatti come una sorta di avvolgente dramma con venature mystery in cui la verità dei fatti realmente accaduti viene lentamente alla luce, tra rimpianti e rimorsi che si fanno inesorabilmente strada nella mente del protagonista, costretto dagli eventi a riaprire una pagina che pensava chiusa per sempre. Il regista indiano Ritesh Batra, già autore dell'apprezzato Lunchbox (2013) nonché del recente Le nostre anime di notte (2017), infonde alla narrazione una leggerezza malinconica ed equilibrata dando vita ad un film gentile e pieno di struggente grazia che si alterna tra il presente e diversi flashback atti a svelare il sorprendente colpo di scena dell'ultima parte, tra sogni e immaginazione che mescolano i due piani temporali con raffinatezza stilistica e di messa in scena. Le due versioni di Tony si rincontrano così dopo tanti anni mettendo l'ormai anziano uomo di fronte alle proprie colpe e mancanze, rendendolo infine una persona migliore che ha compreso i suoi sbagli e cerca di porvi rimedio in un percorso catartico sì doloroso ma al contempo liberatorio. Una finezza di intenti che trova adeguato trasporto nella credibile performance di un intenso Jim Broadbent, supportato da un cast di lusso che può contare su guest-star femminili del calibro di Charlotte Rampling ed Emily Mortimer, perfette "compagne di viaggio" di una vicenda dolce amara di mirabile finezza.

L'altra metà della storia Un film sobrio e gentile, dalle atmosfere tipicamente british, che si prende i suoi giusti tempi per raccontare il presente e il passato, entità temporali collimanti in un impianto pseudo mystery, del protagonista Tony Webster, settantenne divorziato prossimo a venire a patti con i rimpianti e gli errori di gioventù. Adattando il romanzo best-seller di Julian Barnes, il regista indiano Ritesh Batra infonde in L'altra metà della storia una piacevole atmosfera nostalgica sul senso stesso della vita e dei ricordi, gestendo con grazia sia i toni più leggeri che gli istinti più amari, dando vita ad una confezione filmica da scartare piano piano nel piacere della visione.

7

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