Kung-fu Yoga, la recensione del film con Jackie Chan Recensione

Jackie Chan è un archeologo a caccia di un inestimabile tesoro in Kung-fu Yoga, action comedy ambientata tra Cina e India diretta da Stanley Tong.

Kung-fu Yoga, la recensione del film con Jackie Chan Recensione
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Jackie Chan e il cinema d'avventura si sono incontrati spesso nella funambolica carriera dell'attore cinese, basti pensare tra i tanti titoli alla trilogia con protagonista il personaggio di Asian Hawk, tornato anche di recente al cinema proprio nel terzo episodio Chinese Zodiac (2012). Nel nuovo film diretto da Stanley Tong, con il quale la collaborazione ha regalato in passato cult del calibro di Supercop (1992) e Terremoto nel Bronx (1995), la star asiatica premiata pochi mesi or sono con l'Oscar alla carriera è al centro di una trama alla Indiana Jones che lo vede impegnato anche oltreconfine, per la precisione in India. JC interpreta uno stimato professore di archeologia chiamato ad investigare in un luogo in Tibet dove risiederebbe, secondo un'antica mappa, un tesoro dal valore inestimabile. Con l'aiuto dei suoi collaboratori e di una giovane e bella collega indiana, lo studioso rinviene effettivamente le preziose reliquie salvo essere interrotto dall'arrivo dello spietato Randall, intenzionato a mettere le mani su uno splendido diamante viola.

A caccia del tesoro

Il personaggio dell'archeologo Jack era già stato interpretato da Chan in The myth - Il risveglio di un eroe (2005), film diretto proprio dallo stesso Stanley Tong e con cui questa nuova avventura condivide pregi e difetti. Dodici anni dopo le carte in tavola non sono cambiate, con tanto di roboante e sgraziato prologo (realizzato per l'occasione in un'acerba computer grafica) ambientato in un lontano passato atto a introdurre l'importanza storica del tesoro, elemento scatenante dell'intera vicenda. Chi sulla carta poteva attendersi un divertente action-movie infarcito di spettacolari coreografie marziali dovrà purtroppo, almeno parzialmente, ricredersi: il protagonista infatti a 62 anni suonati, pur regalando una manciata di combattimenti discretamente avvincenti (e con tanto di allenamento con l'uomo di legno citante Ip Man), non ha più la reattività e l'agilità di un tempo ed è quindi la comicità e la fisicità slapstick a farla da padrone nelle sequenze più concitate. Un difetto su cui si potrebbe soprassedere se la narrazione di Kung-fu Yoga fosse meno confusa e gratuita, ma i centodieci minuti di visione vivono spesso di passaggi a vuoto e forzature di sorta con tanto di epilogo "a tarallucci e vino" che snatura quanto visto in precedenza. Con un abuso di effetti speciali per ciò che concerne la realizzazione degli animali (lupi, serpenti a sonagli, iene e un leone sornione al centro di una sequenze più divertenti) e la stessa rappresentazione delle ambientazioni, il film procede per un accumulo visivo eccessivo e kitsch e l'umorismo che viaggia a corrente alternata (la simpatia magnetica di Jackie Chan rimane comunque una garanzia) tra improbabili risvolti romantici e salvataggi all'ultimo minuto non aiuta a risollevare in ritmo e qualità un'operazione che intrattiene ben al di sotto le sue reale potenzialità.

Kung-fu Yoga Co-produzione tra India e Cina, Kung-fu Yoga cerca di unire le classiche atmosfere da commedia action hongkonghese con siparietti alla Bollywood (particolarmente ben riuscito il lungo e sontuoso ballo finale durante i titoli di coda) perdendosi però in una trama sin troppo scontata e infarcita di diverse forzature. Le stesse coreografie marziali, complice anche l'età avanzata di Jackie Chan, non sono ispirate come in altre occasioni e la predominanza di una computer grafica di livello mediocre risulta eccessivamente gratuita. Qualche sequenza riuscita e una manciata di buoni momenti comici sono presenti nelle quasi due ore di visione, ma l'impressione complessiva è quella di un ibrido forzato e costruito a tavolino senza troppa ispirazione.

5.5

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