Kubo e la Spada Magica Recensione

Arriva al cinema Kubo e la Spada Magica, splendido cartoon con le voci di Charlize Theron e Matthew McConaughey

Kubo e la Spada Magica Recensione
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In un mondo in cui l'animazione riesce a rappresentare la realtà in modo ogni giorno sempre più perfetto, ci sono delle eccezioni che decidono di staccarsi da tutto ciò e ritagliarsi un posto originale nel mondo della narrazione d'animazione. Tra queste spicca senza ombra di dubbio Laika Entertainment che, fin dal primo giorno, ha messo bene in chiaro il proprio desiderio di voler raccontare delle storie diverse, dal sapore quasi antico, che mirano a colpire lo spettatore nel profondo, scuotendo la sua emotività e la capacità di elaborare riflessioni postume alla visione di una pellicola. Le costruzioni visive portate sullo schermo cinematografico dalla major non saranno mai talmente perfette da sembrare fotografie della realtà, ma mantengono una potente caratterizzazione tattile, con texture marcate e linee nette a costruire personaggi e ambientazioni. Si tratta si quella consapevolezza visuale tipica dell'animazione stop-motion, spesso considerata troppo vecchio stile per appassionare le nuove generazioni, ma che ancora una volta si dimostra il mezzo perfetto per raccontare una favola d'altri tempi e luoghi, una impresa epica dalle lontane radici fantasy, affascinante, misteriosa, coinvolgente ma non per questo meno divertente. Kubo e la spada magica, affidato alla regia di Travis Knight, è il cartoon che abbraccia in toto la filosofia dello studio che ha realizzato Coraline e la porta magica.


La magia delle storie

Kubo (Art Parkinson) è un ragazzo dall'aria arruffata, umile e sempre gentile che, per prendersi cura della sua sempre più evanescente madre, durante il giorno incanta gli abitanti del vicino villaggio di pescatori con le storie di un leggendario guerriero samurai, grazie al suo magico dono di dar vita a storie pazzesche facendole saltar fuori dagli origami animati a ritmo della musica di uno shamisen. Prima del calare del buio, non importa a che punto sia la sua storia (con somma frustrazione del pubblico) Kubo torna a casa, sulla cima di una spigolosa montagna, a prendersi cura della sempre più evanescente madre, spesso persa in momenti di trance che sembrano governati dal sorgere e tramontare della luna. La sua tranquilla esistenza è fatta a pezzi quando, per errore, Kubo evoca uno spirito del proprio passato che si abbatte sulla terra per portare a termine un'antica vendetta, costringendolo a fuggire in compagnia di una feroce e razionale Scimmia (Charlize Theron) e di uno Scarabeo samurai (Matthew McConaughey) per cercare gli antichi oggetti lasciati da suo padre: L'Armatura Impenetrabile, La Spada Indistruttibile e L'Elmo Invulnerabile. Gli elementi della più classica ed epica quest fantasy ci sono tutti: dagli antichi spiriti in cerca di vendetta alla ricerca degli oggetti magici in grado di salvare la situazione, così come l'evoluzione del personaggio in un eroe e la presenza di una guida, tipica della tradizione folclorica giapponese. Di solito si tratta di un maschio che accompagna l'eroe nel compimento della sua impresa, che in Kubo e la Spada Magica è rappresentato da Scimmia, una forte e significativa presenza femminile (rimarcando l'importanza che da sempre LAIKA dà ai personaggi femminili all'interno delle sue storie). Tutto il complesso intreccio di avvenimenti e situazioni che compongono il film, ruotano attorno al significato dell'avere una famiglia e di come questa possa definire quello che siamo e ciò che diventiamo: Kubo, nel suo passaggio all'età adulta, viene infatti chiamato a confrontarsi con la tradizione e con la propria storia familiare. Il tutto viene raccontato con la magia e la profondità tipica delle vecchie storie epiche, dove ogni passo dell'eroe ha una importanza cruciale per la buona riuscita dell'impresa, dove ogni particolare è legato da un filo rosso e ogni personaggio influisce su quello al suo fianco, non solo con la sua attività presente, ma anche con le sue intenzioni passate e future. Kubo e la Spada Magica è un puzzle narrativo estremamente complesso e affascinante, che rievoca qualcosa di più profondo e arcaico, ma che, grazie a dei personaggi ironici e dall'emotività leggera, riesce anche a far sorridere, arrivando alle sinapsi comunicative dei più piccoli, che sussultano e sorridono, si stupiscono e spaventano così come il film chiede loro di fare.


Angolazioni spigolose

Visivamente il mondo di Kubo e la spada magica è quanto più lontano dalla realtà: sembra uscito direttamente da vecchie rappresentazioni iconografiche giapponesi, piene di linee taglienti e angoli acuti, che minacciano la serenità dei personaggi. Le trame a dente di sega, le forti striature lineari, l'intensa ma anche semplice palette di colori e la texture legnosa che sembra tagliata con l'accetta, sono palesemente ispirate alle opere dei maestri della stampa ukiyo-e, come Katsushika Hokusai e Kiyoshi Saito. Di ogni cosa riesci a percepirne la pesantezza, la prestanza, l'ombra che genera sui personaggi e sulle loro anime: ogni materiale, ogni tessuto, ogni superficie è caratterizzata da una realtà iconografica particolare, così diversa dalla realtà eppure così estremamente realistica. La major sfrutta al meglio le capacità espressive dell'animazione stop-motion affiancandole le più potenti migliorie tecnologiche, regalando a tutto una possente aura magica tipica delle antiche favole. Così, quando Kubo per esempio si ritrova a dover viaggiare in mare, percepiamo l'acqua come una presenza effettiva ed estremamente particolareggiata, ma anche come un'espressione tangibile di minacciosi intenti e culla di pericolosi segreti. Tutto nella scenografia di questo film sembra avere un duplice compito, espresso tramite la sua presenza il scena, le luci, la palette di colori, l'accurata selezione di texture: LAIKA ancora una volta si presenta come maestra assoluta di una tecnica d'animazione spesso temuta per la sua complessità, ma in grado di esprimere emozioni con la sua sola presenza scenica.

Kubo e la Spada Magica Kubo e la Spada Magica è un film su un’impresa epica, con dei personaggi maestosi, eccitanti combattimenti di arti marziali, magia e nemici impavidi. Ma è anche una storia di maturazione e perdono, il racconto di un bambino che tenta di definire famiglia e tradizione, di comprendere come perdita e guarigione risiedano una accanto all’altra nel cuore dell’uomo. È una storia complessa dall’accesso immediato, semplice nella comunicazione quanto articolata nei sottotesti, una di quelle storie che, in una variante del tutto personale di rielaborazione, ha il potenziale di rimanere dentro di noi per sempre.

7.5

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