Krampus: The Devil Returns Recensione

A Natale in una piccola cittadina dei bambini scompaiono in circostanze misteriose in Krampus: The Devil Returns, sequel horror di qualità amatoriale.

Krampus: The Devil Returns Recensione
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In una piccola cittadina della Pennsylvania diversi bambini sono scomparsi in circostanze misteriose e il tutto sembra tristemente ricollegarsi ai fatti avvenuti cinque anni prima nei quali la creatura conosciuta come il Krampus era l'esecutore dei rapimenti. Per dare via alle indagini le forze di polizia decidono di reclutare l'ex-agente Jeremy Duffin, dimessosi dal servizio e ritiratosi ad una vita solitaria dopo l'omicidio della moglie e la sparizione della figlia, avvenuti proprio un lustro prima e inerenti all'avvento dell'essere mostruoso. Con l'aiuto di una poliziotta anch'essa in cerca della verità, Duffin scoprirà chi si cela dietro alla figura del Krampus mentre un boss locale in cerca di vendetta ha intenzione di fargliela pagare.

Un Natale da dimenticare

Come avevamo già resocontato nell'introduzione della recensione di Krampus - Natale non è sempre Natale, la figura di questa sorta di demoniaca ombra di Babbo Natale ha avuto negli ultimi anni molti titoli ivi dedicati: purtroppo Krampus: The Devil Returns appartiene alla categoria degli z-movie di livello quasi amatoriale. Sequel del precedente e qualitativamente affine Krampus: The Christmas Devil (2013), da cui riprende storyline e personaggi, il film diretto dal ritornante Jason Hull è un prodotto irricevibile, povero di mezzi e costruzione narrativa e incapace di suscitare la minima dose di tensione nei settanta minuti e rotti di visione. Difficile anche catalogare il tutto come horror, tanto che tolto l'elemento sovrannaturale relativo alla creatura, l'atmosfera è quella da filmaccio thriller poliziesco, realizzato con un budget ben sotto la soglia della decenza e totalmente privo di idee originali, capace di far sembrare i titoli Asylum dei veri e propri blockbuster. Basti pensare che il Krampus è stato realizzato con una semplice maschera (di quelle che si possono trovare ad Halloween) indossata da un attore, e gli effetti speciali sono totalmente assenti; la vicenda non fa altro che muoversi sulla sparizione dei bambini e sul progressivo procedere delle indagini, con tanto di scene scult in serie (su cui vince il ridicolo combattimento a mani nude tra la poliziotta e la donna del boss) che trainano stancamente gli eventi sino all'epilogo: suspense assente, colpi di scena non pervenuti e una recitazione complessiva da far accapponare la pelle lasciano più che basiti anche chi abituato a pellicole di serie z.

Krampus: The Devil Returns A Natale si dovrebbe essere tutti più buoni ma è impossibile essere clementi nell'analisi critica di Krampus: The Devil Returns, sequel a basso budget di una saga qualitativamente e quantitativamente nulla. Le deficienze produttive non sono una scusante o un alibi di sorta giacché la mancanza di idee nel film sceneggiato e diretto da Jason Hull è imperdonabile e anche i presunti colpi di scena (il primo svelato già dopo venti minuti di visione) sono un concentrato di noia e banalità, simbolo di un'inadeguatezza che circonda ogni campo dell'operazione, dal make-up della creatura (ad Halloween si vedono costumi più belli tra la gente comune) ad un cast per cui la recitazione è soltanto un lontano miraggio.

1.5

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