Kickboxer: Retaliation, la recensione del film con Jean-Claude Van Damme

Kurt Sloane è costretto ancora una volta a combattere all'ultimo sangue, trovando nuovamente la guida del saggio maestro Durand.

Kickboxer: Retaliation, la recensione del film con Jean-Claude Van Damme
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È passato un anno e mezzo da quando Kurt Sloane ha ucciso Pong To in combattimento, vendicando così la morte dell'amato fratello Eric. Ora l'uomo è un lottatore di successo, felicemente sposato con la bella Liu. In seguito all'ennesimo, vittorioso incontro, Kurt viene interrogato da due presunti agenti federali che non si rivelano tali e lo stordiscono con un taser.
L'atleta marziale si risveglia in un carcere thailandese e fa la conoscenza di Thomas Moore, l'uomo che l'ha rapito e ricco organizzatore di incontri clandestini, il quale lo mette dinanzi a due alternative: trascorrere l'intera vita all'interno della prigione o affrontare, con in caso di vittoria il pagamento di un milione di dollari, il gigantesco e crudele Mongkut.
In Kickboxer: Retaliation Kurt rifiuta e deve subire, giorno dopo giorno, torture e sevizie all'interno della struttura di reclusione, oltre alla minaccia degli altri detenuti assoldati proprio da Moore per non lasciargli tregua e costringerlo ad accettare l'offerta. Ma solo quando Liu viene rapita l'uomo deciderà di acconsentire alla proposta, trovando l'inaspettato aiuto del suo vecchio maestro Durand.

"Rebootte" da orbi

Il reboot di due anni fa generò reazioni contrastanti da parte dei fan dell'originale, con l'iconico personaggio di Kurt Sloane interpretato dal semi-sconosciuto ex-stuntman Alain Moussi, e la star dell'originale, Jean-Claude Van Damme, relegata nel ruolo di carismatico mentore. Kickboxer - La vendetta del guerriero (2016) aveva lasciato così più dubbi che certezze e l'annuncio di due ulteriori sequel già in programma non faceva presagire il meglio per il futuro della saga. E invece, contro ogni aspettativa, questo film, il settimo totale dell'intero franchise considerando anche i quattro sequel degli anni '90, si rivela una piccola sorpresa, limando le sbavature dell'originale - soprattutto in fase narrativa - e facendo sua una verve action tosta e avvincente al punto giusto.
L'ambientazione thailandese fa di nuovo sfondo alla vicenda, anche se i set si limitano per la maggior parte del minutaggio alla struttura carceraria e all'antico tempio luogo dell'estenuante resa dei conti finale, riempendo di figure secondarie indigene, ovviamente esperte nelle arti marziali, il percorso di crescita fisica e morale intrapreso dal protagonista, allenato nuovamente dal saggio maestro Durand (in quest'occasione privo della vista).

Un sequel che convince

E così tra una manciata di piano sequenza (il primo, notevole dal punto di vista coreografico, lungo ben quattro minuti), sequenze al rallenty e calci volanti in serie, Alain Moussi dimostra maggior personalità e carisma rispetto al capitolo precedente, diventando finalmente quel Kurt Sloane moderno di cui la saga necessitava. A fargli compagnia, in ruoli più o meno secondari, troviamo nomi e star di lusso come Christopher Lambert (il sardonico e sopra le righe villain Thomas Moore), Mike Tyson quale compagno di cella dedito alla meditazione e una fulminea apparizione di Ronaldinho, mentre il ruolo di avversario finale è riservato nientemeno che all'uomo più forte del mondo, Hafþór Júlíus Björnsson, alias La Montagna nella serie cult Game of Thrones. Tanta carne al fuoco nelle quasi due ore di Kickboxer: Retaliation (disponibile nel catalogo Netflix), destinate come ovvio a un prevedibile finale ma capaci, nella loro linearità narrativa e semplicità di intenti, di riportare alla mente le atmosfere e i toni dei miglior titoli di genere degli anni '90, tra una ficcante ironia (memorabile JCVD, anche produttore, che pronuncia "odio la violenza, devo andare in bagno"), rocamboleschi inseguimenti (bicicletta, barca e treno tra i vari mezzi impiegati), citazioni più o meno volute (la scena degli specchi tardivo omaggio a quell'iconica di La signora di Shanghai del 1947?) e una sana violenza di genere che confezionano un solido prodotto destinato a tutti gli appassionati del filone.

Kickboxer: Retaliation Jean-Claude Van Damme e Alain Moussi riprendono i loro ruoli, rispettivamente del navigato maestro Durand e del novello Kurt Sloane, in questo sequel della saga reboottata nel 2016. Kickboxer: Retaliation è un titolo migliore in tutto e per tutto del predecessore, con il protagonista che ha acquistato sicurezza e carisma e una regia maggiormente ispirata, tra piano sequenza e rallenty che convincono e avvincono il pubblico di riferimento. La trama, pur senza eccellere, si rivela godibile al punto giusto e popolata di personaggi secondari e villain di tutto rispetto, da Christopher Lambert e Mike Tyson fino alla "Montagna che cavalca" nel ruolo di gigantesca nemesi. Un intrattenimento duro e puro per tutti gli appassionati, che difficilmente resteranno delusi, e un buon biglietto da visita per il già annunciato terzo capitolo previsto per l'anno a venire. Il film andrà in onda stasera, sabato 20 ottobre, alle 21.05 su RAI4 in prima visione TV.

6.5

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