Recensione Justin e i Cavalieri Valorosi

I dubbi dell'adolescenza ripercorsi in chiave fantasy in questo nuovo cartoon iberico

Recensione Justin e i Cavalieri Valorosi
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In un mondo fatto di troppe regole e zero eroi vive il protagonista di Justin e i Cavalieri Valorosi. È un ragazzino idealista e cocciuto, che all’inizio della storia si ritrova davanti a un bivio: deve scegliere se seguire le orme del nonno, il valoroso Sir Roland, o quelle del padre Reginald, l’avvocato più famoso del reame.
Il cartoon, prodotto da Antonio Banderas, arriva nelle sale italiane il 24 ottobre per M2Pictures anche in 3D e accompagna i più piccoli in scenari incantati ma anche in situazioni paradossali ben note agli adulti. Prima fra tutte l’eccessiva burocrazia, che nasce per mettere ordine nella società civile, ma arriva agli estremi quando soffoca l’individualità e la libertà degli individui.
Come accade negli scenari più classici delle favole, anche qui è compito dei bambini far capire ai grandi i segreti della felicità, che passano attraverso i sogni impossibili e le fatiche incredibili per realizzarli. Ci sono, come da tradizione, i cattivi da manuale, gli antagonisti sbruffoni e le esilaranti spalle, ma in questo caso Justin è alle prese con ben due esigenti fanciulle.

Tra Girl Power e paradossi dell'autorità

Uno degli aspetti più divertenti della pellicola, infatti, riguarda i ritratti femminili. Da un lato c’è Lara, una biondina vanitosa e viziata stile Barbie, e dall’altro troviamo Talia, una brunetta indipendente e grintosa alla Lara Croft: entrambe attirano, per motivi opposti, l’attenzione dell’aspirante cavaliere, ma con esiti ovviamente diversi.
La donzella da salvare, in effetti, è il pallino fisso di ogni eroe degno di questo nome, mentre quando si pensa ad un compagno di intrepide avventure non salta subito alla mente l’immagine di una cameriera di fast food con un volatile come cappello. Sono questi i dettagli eccentrici ma geniali che conferiscono un tocco di originalità al film.
In effetti le figure femminili sembrano piuttosto variegate, dalla fragile regina in balìa dei consigli di Reginald alla risoluta nonna di Justin, la cui saggezza e lungimiranza riescono a tenere in riga i maschi della famiglia.

I paradossi dell’autorità e i pericoli che ne conseguono sono solo alcuni degli spunti offerti dal film, anche se a volte il ritmo della narrazione ne viene irrimediabilmente appesantito. La parte centrale del cartoon, infatti, subisce un brusco arresto. Ci si perde un po’, proprio come Justin che non sa più se deve seguire il cuore o virare verso il buonsenso, e i tempi comici (vero punto di forza del film) si dilatano a dismisura.
Nonostante questo, la pellicola resta un racconto garbato e dignitoso che, senza troppe pretese, ripercorre la fase critica della crescita in cui la ricerca dell’identità necessita una recisione netta del cordone ombelicale. Con tutte le incertezze e i dubbi dell’adolescenza.

Justin e i Cavalieri Valorosi Questa metafora fiabesca della nostra quotidianità funziona, anche se con qualche limite di troppo. La sceneggiatura non ha troppe pretese, ma l’animazione convince, dalla fotografia alla regia, e i personaggi - soprattutto i secondari - riescono a far divertire il pubblico dei più piccoli.

6.5

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