Isla Nublar, al largo della Costa Rica, è un luogo misterioso e selvaggio, che sta per aprirsi a una nuova vita nel momento in cui l'imprenditore John Hammond la sceglie come sede del suo nuovo, incredibile, parco di divertimenti. Un'opera colossale non solo a livello di infrastrutture e investimenti, ma anche da un punto di vista scientifico e spettacolare: grazie ai progressi dell'ingegneria genetica, difatti, Hammond è stato in grado di riportare in vita i dinosauri, o meglio ricrearli in cattività a partire dal DNA reperito all'interno di zanzare fossilizzate nell'ambra da decine di milioni di anni. L'idea è al contempo spaventosa ed esaltante, ma chiaramente la mole di lavoro e i protocolli di sicurezza necessitano di esperti supervisori che avallino il progetto. Desideroso di mettere in funzione il resort al più presto, l'ambizioso milionario invita sull'isola un celebre paleontologo, Alan Grant, la sua assistente Ellie, paleobotanica, e un eccentrico matematico, Ian Malcolm, specializzato nella teoria del caos, affinché perorino la sua causa, insieme all'avvocato preposto Donald Gennaro. Saranno gli unici esseri umani nel parco, ad eccezione di alcuni tecnici e dei due svegli nipotini di Hammond, Tim e Lex. Ma, durante la visita (più o meno) guidata alle meraviglie del Jurassic Park, qualcosa andrà storto e la natura prenderà il sopravvento. Riusciranno i nostri a sopravvivere?
Benvenuti al Jurassic Park
Son passati ventidue anni, ma ogni volta che il Jurassic Park apre i suoi cancelli "virtuali" ai suoi spettatori/visitatori è come la prima volta. L'importanza di JP nella filmografia mondiale non è da sottovalutare: nonostante si tratti chiaramente di una pellicola commerciale, grazie alla grandezza di un lucidissimo Steven Spielberg ci troviamo davanti a un film rivoluzionario per l'epoca e che è invecchiato benissimo. Riproponendo il tema dell'uomo contro la natura già affrontato in Lo squalo e ampliando lo scenario in modo intelligente, Spielberg porta in scena una storia che fa paura pur rimanendo adatta a tutti, e in grado di appassionare ogni fascia di spettatori, garantendogli divertimento, suspense ma anche possibilità di riflessioni etiche e scientifiche. Trattasi, a tutti gli effetti, di uno dei migliori casi di rimaneggiamento di un romanzo, dato che i temi e i significati della parola scritta di Michael Crichton rimangono immutati, ma viene espanso il pubblico di riferimento con grande abilità e senso dello spettacolo. Una rilettura attenta della storia originale, combinata ad un cast straordinariamente in parte e, inutile dirlo, alla meraviglia degli effetti speciali, che univano il top degli animatronic dell'epoca (ancora oggi favolosi) e i primi, seri passi della CGI all'interno del cinema "di consumo".