Jung_E Recensione: su Netflix l'ambizioso sci-fi di Yeon Sang-ho

Il regista di Train to Busan e Hellbound firma un'opera fantascientica ricca di spunti, non sempre espressi a dovere, tra etica ed estetica.

Jung_E Recensione: su Netflix l'ambizioso sci-fi di Yeon Sang-ho
INFORMAZIONI FILM
Articolo a cura di

Ha influenzato il filone horror e fantascientifico dell'ultimo decennio, sia sul grande che sul piccolo schermo, diventando uno dei nomi simbolo del cinema di genere recente. Se con la trilogia zombie composta da Seoul Station (2016), Train to Busan (2016) e Peninsula (2020) - la nostra recensione di Peninsula è a portata di clic - aveva dato nuova linfa al genere, soprattutto con il film ambientato tra i vagoni, qualche mese fa aveva invaso gli incubi degli spettatori di Netflix con la serie Hellbound, inquietante e spaventosa allegoria sul giudizio divino che è stata già rinnovata per una seconda stagione (è un buon momento per riscoprire la nostra recensione di Hellbound.

La collaborazione tra la piattaforma di streaming e il regista sudcoreano Yeon Sang-ho, che aveva dato alla luce anche il sottovalutato "superhero" movie Psychokinesis (2018), prosegue ora con Jung_E, ambizioso progetto di fantascienza che segna anche l'ultima prova su schermo della popolare - ovviamente per il pubblico autoconono e/o appassionato - attrice Kang Soo-yeon, scomparsa per emorragia cerebrale qualche mese dopo la fine delle riprese e alla cui memoria la pellicola è dedicata. I motivi di interesse dietro Jung_E erano quindi molteplici, a cominciare da una trama potenzialmente ricca di spunti, anche se non tutto è andato per il verso giusto. Ma andiamo con ordine...

Jung_E: un domani senza speranza

Siamo in un prossimo futuro, precisamente nell'anno 2194, dove il divario tra ricchi e poveri è aumentato a dismisura, con la maggior parte della popolazione che vive in una situazione di miseria. La Terra è ormai inabitabile e l'umanità è stata costretta a trasferirsi su ottanta rifugi costruiti tra il nostro pianeta e la Luna. Ben presto però alcuni di questi hanno deciso di proclamare la propria indipendenza, assumendo il nome di Repubblica Adriana, e dando il via ad una guerra che ormai va avanti da lungo tempo.

Tra i combattenti più valorosi si distingue la mercenaria Jung-Yi, le cui capacità fanno gola ai suoi superiori al fine di creare un esercito di supersoldati. La clonazione del cervello umano in androidi sempre più tecnologici e indistinguibili dagli esseri umani è infatti ormai una realtà e Jung-Yi si offre come modello, con l'obiettivo di poter pagare le cure mediche della figlia, gravemente malata. Quando finisce in coma il suo corpo viene sfruttato per dar vita a nuove copie, nel tentativo di creare la macchina da guerra perfetta. A capo del progetto vi è ora proprio qualcuno che conosceva molto da vicino la vera Jung-Yi...

Il giorno delle macchine

Come possiamo dedurre dalla sinossi appena esposta, di carne al fuoco in Jung_E ve ne è parecchia. E proprio per questo dispiace che molte delle sfumature vadano per perdersi in una scrittura spesso troppo elementare e derivativa, che finisce per togliere forza e credibilità ai personaggi, schiavi di eventi più o meno forzati atti a trascinare alla resa dei conti finale.

Jung_E parte subito col botto e il prologo è un concentrato di pura azione ad uso e consumo del grande pubblico, capace di mettere in mostra un notevole stile visivo e di sfruttare al meglio e con inventiva gli effetti speciali, con un look da videogioco che ben si confà alle atmosfere di questo futuro allo sbando. E nelle dinamiche di puro genere l'ora e mezzo di visione funziona più che bene, tra orde di androidi che compaiono in scena e una buona gestione delle location.

Laddove si sente una generale mancanza di ispirazione è nella caratterizzazione dei protagonisti principali e nella costruzione di questo mondo futuro, dove tutto resta in superficie: la durata limitata rispetto a quanto vi sarebbe stato da raccontare per espanderne i contorni è sicuramente da incolpare, ma pure la poca cura dedicata alle pedine secondarie rischia di svilire l'atmosfera del contesto.

Si potrà obiettare come il focus fosse quello dedicato alla vicenda privata delle due figure femminili, una questione prettamente personale pronta ad ammantarsi di significati etici e morali, con il discorso relativo alle intelligenze artificiali a far capolino ancora una volta e l'umanizzazione delle macchine a prendere il sopravvento. Il problema risiede nel fatto che quanto esposto a tal riguardo finisca per essere fortemente derivativo e non aggiunga nulla di effettivamente originale a quanto già visto e rivisto in decine di produzioni a tema.

Ghost in the Shell, Io, Robot, Ex Machina sono solo alcuni dei titoli che vengono in mente mentre si osserva questo racconto di una madre e una figlia a cavallo tra gli anni e i corpi, dove l'impatto emozionale paga una sceneggiatura mai tridimensionale come si vorrebbe.

Jung_E Nel 2193, con la Terra ormai ridotta in rovina, l'umanità rifugiatasi altrove è alle prese con un'ultradecennale guerra civile. Una delle parti spera di risolverla creando un esercito di indistruttibili androidi, la cui rete neurale è basata sul cervello di una coraggiosa mercenaria in coma da anni, ma le cose non andranno come previsto. Yeon Sang-ho, regista tra gli altri di cult come Train to Busan (2016) e la serie Hellbound, si addentra nella fantascienza pura con una storia che si concentra fondamentalmente sul legame che unisce le due principali figure femminili, lasciando il resto in secondo piano in favore di una propensione intimista che cerca di porre domande sull'etica e morale, salvo rischiare di perdersi in luoghi comuni o situazioni derivative. Pur ricco di spunti, Jung_E non riesce mai a sfruttarli appieno e si affida così ad un'estetica action solida e avvincente che fa capolino in una manciata di sequenze, cercando di sopperire con l'impatto visivo a una sostanza più latitante del previsto.

5.5

Che voto dai a: Jung_E

Media Voto Utenti
Voti: 6
6.7
nd