Recensione Jules e Jim

Il capolavoro giovanile di Truffaut nella curata edizione del cinquantenario

Recensione Jules e Jim
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A più di trent’anni dalla sua prematura scomparsa, François Truffaut rimane uno di quei registi la cui opera ha invariabilmente conservato la statura del “classico”, esercitando un fascino ed un’influenza che vanno ben al di là dei confini talvolta quasi ‘elitari’ del cinema d’autore: i film di Truffaut (o perlomeno la maggior parte di essi), al contrario, nel corso del tempo sono entrati a pieno titolo nell’immaginario collettivo di un pubblico molto ampio e variegato, e soprattutto prescindendo dall’appartenenza generazionale. In questo senso, il cinema di Truffaut può davvero essere ritenuto un cinema “senza tempo”, in grado di convogliare le emozioni del cinefilo più raffinato come dello spettatore occasionale, ed è considerato un significativo punto di riferimento anche per cineasti apparentemente diversissimi dal regista parigino: basti pensare al numero incalcolabile di omaggi e citazioni riservati al suo capolavoro I quattrocento colpi, o alla geniale rivisitazione de La sposa in nero da parte di Quentin Tarantino con il dittico Kill Bill.

ménage à trois

In tale prospettiva, la meritevole iniziativa editoriale de Il Sole 24 Ore in accordo con BIM Distribuzione (clickate qui per tutti i dettagli), ovvero la ripubblicazione in DVD di dodici pellicole del maestro della Nouvelle Vague (fra cui cult del calibro di Baci rubati, L’ultimo metrò, La signora della porta accanto e Finalmente domenica!, oltre al già citato I quattrocento colpi), offre l’occasione di celebrare l’opera del regista in assoluto più amato del cinema francese e, per i neofiti, di scoprire film preziosissimi che continuano anche oggi ad incantarci con grazia ineffabile e sottile malinconia. Come accade puntualmente con il primo titolo della Truffaut Collection, Jules e Jim, storia del “triangolo amoroso” per antonomasia del grande schermo: un film diventato perfino archetipico, con la sua commistione di tenero romanticismo e di candido struggimento e con la sua atmosfera ancora pervasa dalle suggestioni della Nouvelle Vague. Realizzato nel 1962, Jules e Jim arriva in un momento molto particolare nella carriera di Truffaut, che all’epoca non ha ancora compiuto trent’anni: al suo folgorante debutto con I quattrocento colpi, che nel 1959 aveva consacrato il successo della Nouvelle Vague e gli era valso il premio per la regia al Festival di Cannes e la nomination all’Oscar per la sceneggiatura, Truffaut aveva fatto seguire Tirate sul pianista, film poco apprezzato da critica e pubblico (e destinato a una tardiva rivalutazione). Nel 1962 scelse quindi di portare sullo schermo il romanzo d’esordio di Henri-Pierre Roché (autore dal quale trarrà spunto, nove anni dopo, anche per Le due inglesi), Jules e Jim, in virtù di un soggetto che aveva subito catturato la sua attenzione: l’amore di una giovane donna, Catherine, per i due personaggi del titolo, in un complesso, delicatissimo equilibrio sentimentale dagli esiti imprevedibili.

M’HAI DETTO “T’AMO”, TI DISSI “ASPETTA”...

In Jules e Jim, dunque, è già possibile rintracciare non solo la peculiare cifra stilistica del nostro enfant prodige, ma anche alcuni dei principali temi che ritroveremo poi in tutta la produzione di Truffaut: il valore dell’amicizia, con il legame - sottolineato fin dal titolo - fra l’austriaco Jules (Oskar Werner) e l’inglese Jim (Henri Serre); la passione per l’arte, la letteratura e la poesia; e soprattutto l’amore, sentimento totalizzante ed incontrollabile, declinato secondo la variante definita non a caso amour fou. Un amore, quello dei due uomini per la leggiadra Catherine, che li porterà a sovvertire le regole sociali e la morale comune, accettando, pur di non rinunciare a lei, di vivere una relazione intrecciata e pericolosamente ambigua. Ciò che sorprende, in Jules e Jim, è la capacità con la quale Truffaut riesce a sviluppare una vicenda così intrinsecamente ‘trasgressiva’ con una levità, un’armonia, addirittura un pudore che finiscono per rendere perfino più conturbante quel connubio fra Eros e Thanatos, fra l’ansia vitalistica espressa da un amore folle e gioioso e quella pulsione di morte che vi è inestricabilmente legata. Un contrasto che trova la sua ideale personificazione nella figura di Catherine, ruolo che contribuì ad elevare a suprema icona della Nouvelle Vague la 34enne Jeanne Moreau, alla quale già Louis Malle aveva regalato un posto di rilievo nel cinema francese di quegli anni con Ascensore per il patibolo e Les amants (entrambi del 1958). La Moreau, con la sua frangetta sbarazzina, il sorriso impertinente, il look da maschiaccio (come nella celeberrima scena della corsa), pronto però a cedere il posto ad una femminilità esplosiva, è il vero simbolo di un film che avrebbe assunto in brevissimo tempo un’aura mitica. E l’esibizione canora dell’attrice sulle note del brano Le tourbillon resta una delle scene più famose di tutto il cinema di Truffaut.

L'edizione Truffaut Collection

All'interno del case (avvolto in un elegante cartonato blu) ritroviamo il film in DVD, rimasterizzato con traccia DOLBY in italiano e francese e, tra gli extra su disco, il trailer del film e i famosi cortometraggi Antoine and Colette e L'età difficile (Les Mistons). Nel case è inoltre presente un opuscolo introduttivo al film, e collegandosi al sito di BIM è possibile scaricare un e-book di 25 pagine dedicato alla pellicola e a Truffaut.

Jules e Jim Terzo lungometraggio del mitico François Truffaut, tratto da un romanzo di Henri-Pierre Roché, Jules e Jim è uno di quei film entrati di diritto nell’immaginario collettivo grazie alla rappresentazione del più celebre ménage à trois nella storia del cinema, messo in scena da Truffaut con una grazia e un pudore che finiscono per esaltare in misura ancora maggiore l’esplosivo connubio fra Eros e Thanatos alla radice della storia. La nuova edizione in DVD, rimasterizzata in occasione del cinquantenario della pellicola, nonostante l'apparente veste “economica” della sortita da edicola ha invece tutti i numeri per entrare di diritto in qualunque collezione, per qualità audio/video ma anche per gli interessanti extra.

8

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