Johnson il cattivo, la recensione del film con Cam Gigandet

In questa commedia "sporca", un moderno “dongiovanni” si risveglia un giorno senza il proprio pene e scopre che questi ha assunto forma umana...

Johnson il cattivo, la recensione del film con Cam Gigandet
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Il cattivo gusto è da sempre collante di un sottogenere della commedia in cui gli eccessi, scatologici o a sfondo sessuale, sono all'ordine del giorno. Attraverso la farsa o il demenziale, grazie a questo calcato insistere sul grottesco più bieco si sono realizzate centinaia di titoli "a tema", con pochi risultati degni di nota e realmente pungenti da un punto di vista cinematografico/artistico. In un filone dove si è detto tutto o quasi si inserisce nel 2014 un nuovo esponente che tenta la carta del mai visto, flirtando col fantastico: in Johnson il cattivo infatti la trama rasenta l'assurdo quando il pene del protagonista prende improvvisamente vita, incarnandosi in una persona reale e scomparendo dalle parti basse del Nostro.
Quello che succede a Rich Johnson è in effetti un evento inedito di cui non si sentiva la mancanza: il ragazzo, sciupafemmine incallito che proprio per la sua incapacità di resistere al fascino femminile non riesce a mantenere una relazione stabile, dopo l'ennesima scappatella e conseguente tradimento della sua ultima fidanzata, si risveglia una mattina privo del proprio organo sessuale. Dopo il comprensibile shock iniziale, Rich riceve una telefonata da una voce sconosciuta che gli rivela di essere il suo gingillo tramutato inspiegabilmente in forma umana.

Questi si trasferisce in casa sua e inizia a mietere conquiste in serie, manifestando una vera e propria ossessione per le avventure di una notte. Nel frattempo il momentaneo eunuco tenta di ricostruirsi una vita e di comprendere gli errori passati, instaurando anche una relazione platonica con la bella Lindsay, una sua allieva nella palestra dove lavora come trainer. Ma il rapporto, che si evolve con ritardo per le ovvie "complicazioni" del caso, rischia di essere compromesso proprio dal Pene umano che tenta in tutti modi di conquistare la ragazza.

Dal basso in basso

Il regista Huck Botko ha sempre avuto una predilezione per la sfera pruriginosa sin dai tempi nei suoi esordi nei cortometraggi, basti pensare che uno dei suoi primi lavori si intitolava Broken Condom (2004). Dieci anni più tardi, e con due lavori per il grande schermo che si addentravano anch'essi in argomenti di tal risma come Mail order wife (2004) e The Virginity Hit (2010), il cineasta torna ancora a parlare di organi genitali e amore in un'operazione concettualmente aberrante, la cui messa in scena fa rimpiangere ben altri prototipi.
A dispetto di quanto la sinossi sopra esposta possa far intuire, l'erotismo è il grande assente nei novanta minuti di visione, con la sensualità sempre suggerita e mai esibita, in un tripudio di volgarità assortite e improbabili citazioni a classici immortali come Rocky (il protagonista, prima di affrontare il suo organo/nemesi, dice di sentirsi come il pugile italo americano alla vigilia del match con Ivan Drago).
Johnson il cattivo fallisce sia nel divertimento di grana grossa, con situazioni ripetitive che scadono in un fastidioso ridicolo involontario, che nei vaghissimi accenni da commedia romantica, con un percorso catartico e pseudo-moralista troppo debole per risultare incisivo: il progressivo ravvedimento di Rich è infatti forzato dalla natura degli eventi, e la stessa battuta finale lascia ben poco spazio all'immaginazione sul probabile proseguo e la ricaduta negli stessi errori.

La facilità con cui le "prede" femminili cedono allo charme del bellimbusto, o alle insistenze del di lui doppelganger, è probabilmente l'elemento più fantasy dell'intero insieme, una sorta di sogno adolescenziale maschile portato ai limiti estremi.
Le interpretazioni del cast non risollevano di molto la situazione, con il Cam Gigandet della saga di Twilight nei panni del "bello e (im)possibile" e Nick Thune in quelli dell'insolito alter-ego, tanto che - pur senza eccellere - è il fascino delle attrici a emergere in maggior misura, con Katherine Cunningham nel ruolo principale di donna contesa e l'esotica Jamie Chung in quelli di una ex fiamma tradita.

Johnson il cattivo Risvegliarsi un giorno scoprendo che il proprio pene è scomparso nel nulla sarebbe già di per sé un evento traumatico per qualsiasi individuo di sesso maschile, ma mai come venire a conoscenza che l'organo sessuale latitante ha assunto in realtà forma umana: quest'assunto paradossale è alla base di Johnson il cattivo, commedia del 2014 dove il cattivo gusto regna sovrano. Tra una spenta demenzialità, un romanticismo annacquato e banale e un elemento fantastico sul quale è meglio soprassedere, l'operazione è debole e stiracchiata nel suo poco coraggio, giacché pur partendo da un presupposto così "estremo" si limita a un percorso tipico e ingenuamente moralista nel procedere degli eventi, con il potenziale erotismo di fondo quale colpevole assente. L'anonimo cast e una regia senza guizzi rendono i novanta minuti di visione un calderone pasticciato, senza una reale logica di esistere. Il film andrà in onda martedì 12 novembre alle 21.15 su CIELO TV.

4

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