Johnny English Colpisce Ancora, recensione: torna lo humor dell'agente Atkinson

Il Mr. Bean del piccolo schermo torna nell'altro personaggio che gli ha regalato notorietà: l'agente dei servizi segreti britannici Johnny English.

Johnny English Colpisce Ancora, recensione: torna lo humor dell'agente Atkinson
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"Non sa cos'è la paura. Non sa cos'è il pericolo. Non sa proprio nulla!". Recitava così la tagline di Johnny English quindici anni fa. Tanti ne sono passati, era il 2003, dal primo capitolo di questo fortunato franchise con protagonista l'agente segreto più imbranato e combina guai del Regno Unito.
A portarne le gesta sul grande schermo fu Peter Howitt dietro la macchina da presa e uno dei comici britannici più apprezzati, Rowan Atkinson, colui che da quasi quindici anni, all'epoca, aveva conquistato il pubblico di tutto il mondo con la dissacrante ironia di Mr. Bean, un normal man inglese che ricorda alla lontana il Monsieur Hulot di Jacques Tati; Bean vive da solo, eccezion fatta per il suo orsacchiotto di peluche Teddy, col quale interagisce come se fosse un vero e proprio coinquilino, e guida una mini color verde.
Un prodotto che dal cabaret degli anni '80 è giunto alla sit-com del 1990, prodotta fino al 1995, e a una serie animata e due film: Mr. Bean - L'ultima catastrofe (1997) e Mr. Bean's Holiday (2007). Nonostante la difficoltà nel passaggio dalla fugace avventura di un episodio TV ai tempi del lungometraggio, il successo di Mr. Bean è stato straordinario, con il pubblico conquistato dalla verve comica surreale di Atkinson, dalla sua recitazione basata quasi completamente sulla mimica facciale e sull'uso del corpo, e dalle disavventure del suo personaggio.

Nel mezzo fra i due capitoli cinematografici è nato un nuovo profilo con il quale Rowan Atkinson ha saputo replicare un successo globale insperato, dopo i picchi di Mr. Bean. Il 2003 è l'anno di un uomo altrettanto maldestro ma collocato in un contesto completamente differente: dalla straordinaria normalità e monotonia della vita quotidiana di Mr. Bean alle incredibili peripezie di un agente segreto, Johnny English, costantemente impegnato in missioni destinate a salvare la Regina e il popolo anglosassone.
Nonostante i semplici meccanismi dei copioni ai quali Rowan Atkinson affida la sua comicità, Johnny English riesce, seppur in maniera disomogenea, a mettere in sequenza il miglior campionario possibile del talento dell'attore inglese.
A differenza di Mr. Bean, le azioni sciagurate di Johnny English si ripercuotono sulla sicurezza nazionale e su questo aspetto il franchise trova uno dei suoi cardini essenziali. Ma il personaggio ha anche delle qualità, come afferma lo stesso Atkinson: "Johnny è coraggioso e determinato, penso sia piuttosto ammirevole, ogni volta lo vedi e dici 'Ma come ha fatto ad avere questo lavoro?' Ma nonostante non sia così bravo ha successo, vince anche se non lo merita".
Il primo film è impreziosito da un John Malkovich nella versione transalpina di un malvagio usurpatore, e dalla pop-star Natalie Imbruglia, alla sua prima esperienza sul grande schermo, nel ruolo di un'affascinante spia inspiegabilmente attratta da English.

Johnny torna al passato

Dopo un secondo dimenticabile capitolo nel 2011, Johnny English - La rinascita, per la regia di Oliver Parker con Rosamund Pike, Gillian Anderson e la futura star di Scappa - Get Out, Daniel Kaluuya, il nostro bizzarro eroe torna adesso sulle scene con una nuova incredibile avventura, diretta da David Kerr.
Ritiratosi ormai alla ‘tranquilla' vita da insegnante in una scuola, dove indottrina i suoi giovani alunni sui metodi migliori da usare in una potenziale missione segreta, Johnny English viene richiamato in servizio in quanto unica risorsa dell'intelligence britannica. L'obiettivo è cercare di ovviare a una lunga serie di attacchi informatici che sta mettendo in ginocchio Londra e sta facendo infuriare il Primo Ministro inglese (Emma Thompson).
Per l'occasione viene nuovamente affiancato dal fido aiutante e collega Angus Bough (Ben Miller), spalla fondamentale di English, dotata di maggior acume e umiltà ma senza teatralità alcuna rispetto al socio. L'impatto con il passato per Johnny è piuttosto traumatico: restio ad aggiornarsi e a rimanere al passo coi tempi, English parte in missione senza dotarsi di alcun tipo di innovazione tecnologica, con tutte le difficoltà del caso.
Proprio aggrappandosi a questo aspetto, la narrazione e le conseguenti gag del protagonista sono quasi sempre legate a inconvenienti scatenati dall'incapacità di Johnny nel rapportarsi alla tecnologia. Così come la trama principale, basata sui problemi creati da una minaccia informatica che inizialmente si limita alla capitale britannica, poi si estende pericolosamente al mondo intero. Rispetto alla pochezza del secondo capitolo, questo terzo film della saga di Johnny English torna sui discreti livelli del debutto. La stessa trama appare molto simile al primo film, con una star di fama internazionale (da Malkovich al premio Oscar Emma Thompson), una minaccia critica e farsesca del sistema nazionale britannico e una protagonista femminile sensuale, una sorta di parodia action della Bond-Girl, come fu Imbruglia nel primo film e com'è diventata l'ucraina Olga Kurylenko, protagonista insieme a Johnny di una delle sequenze più divertenti del film.

Gira tutto intorno a Rowan

Innegabile che anche questo nuovo episodio cinematografico di Johnny English ruoti attorno alla figura di Rowan Atkinson. Nonostante lui stesso definisca il ruolo ormai molto stancante, Atkinson è il vero punto di forza e probabilmente uno dei pochi motivi d'interesse del film, in grado di strappare qualche risata anche nelle situazioni più interlocutorie o nelle sequenze più stagnanti.
Un cambio di sguardo, un movimento del corpo accompagnato da dialoghi semplici ma in buona parte efficaci: l'attore inglese è il vero catalizzatore della narrazione, e con un'attrice del calibro di Emma Thompson nel cast sarebbe stato interessante poter assistere a più scene d'interazione fra i due personaggi.
In ogni caso la buona alchimia fra English e Bough si conferma come una delle note positive della produzione, riuscendo a creare ancora quei gustosi siparietti che avevano caratterizzato i primi due film.
Anche Olga Kurylenko interpreta con buona incisività il classico ruolo della spia dell'Est, travolta dalla sbadataggine di English, con il quale sviluppa un rapporto complice e piuttosto comico. Nel corso del tour promozionale del film, Rowan Atkinson ha dichiarato che difficilmente interpreterà ancora Mr. Bean. Sarà l'ultima missione anche per Johnny English?

Valutazione della missione

Come valutare la terza missione di Johnny English? Dopo l'incursione asiatica del secondo capitolo, Johnny ha un nuovo incarico ufficiale e parte per salvare il mondo e la sua amata Inghilterra. I livelli del primo lungometraggio, comunque non eccelsi, questa terza avventura li raggiunge ma dimostra al contempo gli stessi limiti dei predecessori, con una trama fin troppo schematica, abbozzata, e una scrittura che fatica a supportare adeguatamente il ritmo del suo protagonista.
A nulla valgono gli escamotage ideati per cercare di rendere frizzante una storia semplice e a tratti piacevole da guardare. La performance del cast è buona in tutti i suoi componenti principali e rappresenta un adeguato supporto interpretativo all'istrionica performance di Rowan Atkinson, re indiscusso del franchise, sempre più in forma e in grado di reggere la baracca - almeno in parte.
Johnny English Colpisce Ancora rimane un intrattenimento gradevole e a sprazzi soddisfacente, per poter passare alcune ore all'insegna dello spy movie parodistico e dell'espressività travolgente di Atkinson. Ma chiedergli di più sarebbe francamente deludente. E probabilmente ingiusto.

Johnny English Colpisce Ancora Johnny English Colpisce Ancora conferma i pregi e i limiti del franchise con protagonista Rowan Atkinson, autentico mattatore e colonna portante di una serie di film che mischia la parodia degli spy movie alla comicità fisica e la mimica facciale del suo indiscusso protagonista. Peccato che anche questo terzo capitolo confermi i limiti dei precedenti, confluiti principalmente in una sceneggiatura grossolana e in molte gag davvero poco efficaci.

5.5

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