Recensione Io Vi Troverò

Hanno preso sua figlia. Lui prenderà le loro vite

Recensione Io Vi Troverò
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E' giunto il tempo della vendetta

La vendetta, uno dei temi più cari e abusati del cinema d'azione: quante volte abbiamo visto "eroi" dell'ultim'ora andare alla caccia di spietati assassini e rapitori per salvare qualcuno a loro caro. Ecco l'ultimo esponente giunto in Italia, che vede tra gli artefici Luc Besson, sceneggiatore e produttore, e che ha voluto dietro la macchina da presa Pierre Morel, già regista dell'interessante District B13 e direttore della fotografia di altri adrenalinici action movie come Rogue e Danny the Dog. Nei panni dell'integerrimo protagonista troviamo invece Liam Neeson, in un ruolo tutto cazzotti e violenza abbastanza insolito per il carismatico attore britannico. Operazione riuscita o semplice ripetersi di stereotipi tanto caro al cinema di genere? Io vi troverò (ennesimo, orribile, titolo italiano dall'originale Taken che vuol dire, appunto, rapita) è un'interessante, per quanto imperfetta, escursione su temi difficili e dalle svariate interpretazioni.

Padre e figlia

Bryan (Liam Neeson) è un ex-agente segreto, divorziato dalla moglie Lenore (Famke Janssen) con la quale ha avuto una figlia, Kim (Maggie Grace), giunta al traguardo dei diciassette anni. Per festeggiare nel migliore dei modi il compleanno, la giovane decide di partire per una vacanza in Europa con l'amica del cuore. Bryan è riluttante a veder partire la figlia a una così giovane età per un viaggio così lungo, ma alla fine le concede il permesso. Giunte a Parigi però le due ragazze vengono rapite da una banda che traffica in droga e prostituzione, e Bryan si metterà così alla loro ricerca nella capitale francese. Scoprirà che il giro della malavita ha degli appigli molto alti, e la sua missione si trasformerà in una caccia senza tregua, durante la quale non si fermerà davanti a niente e nessuno pur di ritrovare Kim. E anche quando i suoi amici di vecchia data si scopriranno invischiati in quei loschi traffici, per l'uomo rimarrà solo una strada da seguire: la vendetta più spietata e implacabile.

"Io vi cercherò, io vi troverò, io vi ucciderò"

Freddo, diabolico e disperato: Bryan finisce per perdere ogni traccia di umanità pur di salvare la propria figlia. Ed è proprio questo uno dei meriti maggiori del film, che non scade in stereotipi buonisti o politically correct, ma colpisce duro e violento, facendo pagare le colpe nel più truce dei modi. Anticonvenzionale e diretto, capace di provocare non poche, negative, reazioni nella società buonista oggi imperante. Ma il film di Morel è un puro concentrato di emozioni, e seppur in un primo momento la scelta di Leeson nei panni di vendicatore solitario poteva apparire poco azzeccata, si rivela una piacevole sorpresa. L'attore inglese si divincola bene nelle serrate e incalzanti scene d'azione, ma da il meglio di sè nelle scene più intimiste e drammatiche, con sguardi che ora provocano tristezza e altrove vero e proprio terrore. E' una pellicola volutamente buia e oscura, fattore accentuato ancor di più dall'ambientazione, soprattutto notturna, in luoghi bui e deprimenti, e da una fotografia incentrata su tonalità cupe e opprimenti. E' forse vero che il problema della prostituzione giovanile, e del relativo giro mafioso dietro ad essa sia trattata superficialmente, ma d'altronde siamo di fronte a un prodotto d'azione e non di denuncia. La regia di Morel è tesa, incalzante, senza un attimo di tregua per novanta minuti intensi che peccano però in un proseguio della storia fin troppo lineare, fattore che toglie un pò di suspence al risultato finale. E' infatti prevedibile fin dai primi minuti l'esito della vicenda, che però porta comunque a una sorta di catarsi che da tempo non si ritrovava nel genere. Si riesce ad entrare nella mentalità del protagonista, e seppur non facile condividere ogni sua scelta, rimangono più che comprensibili le sue azioni. Un Besson così crudele e "grezzo" in fase di sceneggiatura forse non si era mai visto, ma rimane un bene che alcuni autori scelgano di osare andando contro ai luoghi comuni. e questo film dimostra ancora una volta come la scena francese sia carica di coraggio e grandi potenzialità cinematografiche. Perchè la violenza è parte integrante della società e non bisogna sempre fuggirle facendo finta che non esista. L'emoglobina che scorre sul grande schermo è poca, ma la brutalità di certe scene (su tutte la "tortura" con gli elettrodi inflitta da Neeson a un rapitore albanese) è di alto livello. Le stesse scene action sono giocate su rallentamenti e improvvise accelerazioni, e mescolano una violenza primordiale e spasmodica a un fascino moderno da videoclip non nuove agli ultimi action movie. Ma con questi Io vi troverò ha ben poco da spartire, rivelandosi una gradevole sorpresa della distribuzione estiva italiana. Non è perfetto, ma lascia il segno.

Io vi trovero Io vi troverò è brutale nel raccontare la vendetta di un uomo alla ricerca di una figlia rapita, e non convenzionale nella sua lucida e spietata violenza. Neeson nei panni di angelo vendicatore tutto proiettili e cazzotti svolge bene il suo compito, districandosi bene sia nelle scene di combattimento che in quelle più drammatiche. Pecca di qualche superficialità e incongruenza, ma è un difetto di poco conto per un prodotto onesto e coraggioso che non mancherà di creare polemiche. Merito di una fotografia cupa e atmosfere opprimenti, si rivela come un gustoso prodotto di genere con diverse frecce al suo arco. Colpisce duro, senza pietà, come il suo protagonista.

7

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