Intrusion Recensione, su Netflix un thriller insufficiente e banale

Il regista Adam Salky dirige un film anonimo e scontato, che sfrutta le dinamiche da home-invasion in maniera ingenua e priva di tensione.

Intrusion Recensione, su Netflix un thriller insufficiente e banale
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Una nuova casa, quella dei sogni, dove progettare insieme il futuro e restare a vivere per il resto dei propri giorni, magari con l'arrivo di qualche bambino. Da sempre le mura domestiche caratterizzano una delle colonne portanti dell'impianto cinematografico, non solo per ciò che concerne il loro ovvio impiego scenografico ma anche per il significato intrinseco applicabile a diversi stili e generi, sia narrativi che stilistici.

Il filone dell'home invasion è uno dei più amati da chi ricerca atmosfere tensive, giacché la presunta claustrofobia dell'ambientazione e il relativo ingresso all'interno di essa di individui sconosciuti e dalle intenzioni malevoli suscitano nello spettatore un ovvio slancio empatico nei confronti dei protagonisti in scena, alle prese con dinamiche da survival-movie nel tentativo di sopravvivere all'assalto.

Intrusion, nuovo original del catalogo Netflix (potete leggere qui le novità in arrivo a ottobre su Netflix), preferisce indagare sulle conseguenze di un'irruzione e su come questa possa influire sulla vita della coppia al centro del racconto.

Intrusion: casa dolce casa

Una coppia si è da poco trasferita in una casa ultra-moderna fuori dalla città, isolata quanto basta a garantire loro un minimo di tranquillità.

Meera e Henry hanno dovuto affrontare molte difficoltà in passato, a cominciare dal cancro di lei, ma ora le cose sembrano essersi messe per il meglio: lei risulta guarita e lui ha una florida situazione lavorativa. Una sera i due fanno ritorno all'abitazione e scoprono che qualcuno vi ha fatto irruzione, ma il danno è fortunatamente minimo e i ladri hanno rubato ben poco, come se fossero alla ricerca di qualcosa che non hanno poi trovato. Per marito e moglie questo sarà però soltanto l'inizio di un incubo, in particolar modo per la donna che dopo una serie di ulteriori eventi, sempre collegati a quella notte chiave, si troverà a scoprire dei segreti che potrebbero cambiare per sempre il suo futuro.

Qualcosa di già visto

Chi ha un minimo di esperienza, sia questa cullata in ambito letterario o audiovisivo, intuirà sin da subito dove la storia voglia andare a parare e chi sia l'effettivo villain del racconto. Non è difficile infatti collegare i tasselli di una sceneggiatura fin troppo schematica e derivativa, dove il colpo di scena è ampiamente atteso e privo perciò del necessario effetto sorpresa.

In Intrusion tutto è prevedibile e anzi le forzature che adombrano il racconto non fanno che confermare l'impressione iniziale, con il motto "non ti puoi fidare di nessuno" quale elemento chiave che caratterizza la ricerca della protagonista, la quale si troverà invischiata in un torbido gioco dove la sua incolumità sarà messa più volte in pericolo, anche a causa della sua ingenuità. Ma proprio questa ingenuità di fondo è d'altronde uno dei limiti principali dell'intera ora e mezza di visione, che si affida al riciclo di idee e situazioni nella speranza che il pubblico non si accorga della sua essenza derivativa (e la top 10 dei film di Netflix, che potete leggere qui, sembra aver dato ragione al film). La presunta crisi coniugale che agita alcuni passaggi non mostra alcuna profondità, e i personaggi di Henry e Meera appaiono sin da subito poco credibili, stereotipati e privi di quell'ambiguità utile a insinuare un minimo di suspense nelle crepe della loro relazione.

E se Freida Pinto è vittima di una figura fin troppo frustrante, dispiace ancor più vedere sprecato un attore di talento come Logan Marshall-Green, troppo spesso relegato a ruoli infelici.

Intrusion Si comprende sin da subito dove voglia andare a parare la storia e questo è il principale limite, ma non l'unico, di un'operazione usa e getta come Intrusion, new-entry del catalogo Netflix. Un thriller che utilizza le dinamiche tipiche dell'home-invasion per innescare un'indagine che porta alla scoperta di indicibili segreti, tali da compromettere la stabilità di una coppia già scossa da drammi passati. Peccato che la tensione, sia emotiva che di genere, sia la grande assente e proprio la palese prevedibilità del racconto - che si riflette anche nelle anonime caratterizzazioni dei personaggi - depotenzia qualsiasi rivelazione o colpo di scena, con un epilogo che rischia di scadere in divagazioni trash e derivative.

4.5

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