Recensione Il sole dentro

Paolo Bianchini firma un film che è un sincero appello di solidarietà

Recensione Il sole dentro
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Nel 1999 due giovani amici guineiani (Yaguine e Fodè) tentarono di raggiungere la città di Bruxelles nascosti nel carrello di un aereo. Obiettivo del loro ‘viaggio della speranza' (poi conclusosi in tragedia), era quello di ‘consegnare' all'attenzione dei governi occidentali una lettera scritta di loro pugno che iniziava con "Alle loro Eccellenze i membri e responsabili dell'Europa". Una lettera che rappresentava il grido acuto di una richiesta di sostegno per il loro Paese (l'Africa), un luogo in cui le gravissime difficoltà economiche privano i più piccoli (ancor più dei grandi) di una qualsiasi possibilità di sperare in un futuro migliore. Dieci anni dopo, il tragitto inverso (ovvero dall'Europa verso l'Africa, verso un villaggio - quello di N'Dola - che non è indicato neanche sulle carte nautiche) verrà compiuto ‘a piedi' da altri due giovani amici (Thabo e Rocco, il primo africano e l'altro barese), vittime del ‘commercio' di bambini-calciatori e fuggiti con le loro sole forze da un'Europa tutt'altro che salvifica. Il loro lungo viaggio attraverso il deserto e lungo uno dei famosi ‘sentieri delle scarpe' (strade quasi infinite percorse a piedi da migliaia di uomini in cerca di raggiungere il 'primo mondo') sarà un viaggio simbolico compiuto nella solidarietà delle razze (bianchi e neri uniti nell'amicizia) e con la fiducia nel cuore di andare verso una terra accogliente dalla quale forse è meglio tornare, anziché fuggire.

Il film di Paolo Bianchini (storico aiuto-regista di numerosi autori italiani come Luigi Zampa, Mario Monicelli, Luigi Comencini, Vittorio De Sica, Sergio Leone, e tanti altri) è un progetto di solidarietà più che un vero e proprio film, perché punta a mantenere vivo il ricordo di quei due ragazzi che diedero la loro vita per la speranza di molti. Un film che si ripropone dunque di diffondere a macchia d'olio l'assoluta richiesta d'aiuto incarnata da questa triste vicenda accaduta ben tredici anni fa. Molti volti noti della tv e del cinema (come Angela Finocchiaro, Giobbe Covatta, Francesco Salvi, Diego Bianchi, Gaetano Fresa) hanno prestato la loro notorietà alla giusta causa di questo complesso progetto realizzato a cavallo tra Italia e Africa, e sostenuto da un tessuto narrativo ricco di valori e buoni sentimenti che (come sempre accade per questo genere di prodotti) trascende la mera qualità tecnica dell'opera. Un racconto che trova la sua vera cifra stilistica nella fusione delle inalienabili verità cui s'ispira e il tono fiabesco/surreale che caratterizza invece la messa in scena così come tutti i personaggi che popolano il film (dal ‘mister pasta e fagioli' interpretato dalla Finocchiaro fino al bizzarro beduino di Salvi). Eroi e antieroi a popolare un mondo quasi fantastico, attraverso il quale si muove il valore etico e morale di una fratellanza che dovrebbe percepire l'umanità intera come un unico e solidale mondo, e che invece divide e classifica in base alla 'forza'. Il valore dell'emigrazione (di andata) si mischia a quello dell'emigrazione di ritorno per narrare il minimalismo della felicità e il senso di una solidarietà sempre più essenziale in un mondo in cui la forbice dei divari si allarga in maniera esponenziale. Il viaggio mai portato a termine dal valoroso bionomio Yaguine/Fodè viene così riscattato attraverso un'opera dedicata alla loro memoria che si compie nel viaggio altrettanto valoroso - ma a lieto fine - dei due coetanei Thabo e Rocco. Un film per ricordare ma anche (e soprattutto) per portare avanti quella stessa speranza che i due amici guineiani lasciarono al mondo attraverso il terribile ritrovamento dei loro due giovanissimi corpi già tragicamente privi di vita.

Il sole dentro Paolo Bianchini firma un’opera di solidarietà che riporta in auge il grido d’aiuto lanciato nel 1999 da due giovanissimi ragazzi guineiani che persero la loro vita nel tentativo di chiedere un aiuto per il loro Paese (l'Africa) alle potenze dell’Europa. Un aiuto che ancora oggi pare restare inascoltato, mentre ogni giorno, in quel mondo che chiamiamo ‘terzo’ e percepiamo lontano, continua a spezzarsi per fame e malattie una cifra inaudita di giovani vite. Un film che si compie soprattutto nell’importanza del suo messaggio di pace e solidarietà e che tiene in vita una speranza d’amore (umano) che non possiamo lasciare inascoltata ancora a lungo.

7

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