Recensione Il Sentiero della Felicità - Awake: The Life of Yogananda

Paola Di Florio e Lisa Leeman ripercorrono tramite Il sentiero della felicità - Awake: The life of Yogananda la vita e la filosofia del primo grande guru che ebbe risonanza internazionale.

Recensione Il Sentiero della Felicità - Awake: The Life of Yogananda
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Chi era Paramahansa Yogananda, nato il 5 Gennaio del 1893 e scomparso il 7 Marzo 1952?
Ce lo raccontano Paola Di Florio - candidata all'Oscar nel 1999 per Speaking in strings - e Lisa Leeman - autrice di Metamorphosis: Man into woman e One lucky elephant - attraverso il loro documentario Il sentiero della felicità - Awake: The life of Yogananda, che sperano vada incontro alle persone "là dove si trovano" nel proprio percorso spirituale e magari getti un seme che contribuisca a condurle più in profondità.
Documentario girato in tre anni con la partecipazione di trenta paesi e che, partendo dal fatto che la nostra vita non ha senso se non nel mistero, include nel ricco cast di intervistati, tra gli altri, i musicisti Ravi Shankar, Krishna Das e George Harrison, presente anche all'interno della colonna sonora con la sua Give me love.
Ed è coinvolgendo devoti, giornalisti, monaci, scrittori e sacerdoti gesuiti che le due registe tentano di concretizzare una biografia da schermo dello swani indiano che negli anni Venti ha fatto conoscere lo yoga e la meditazione al mondo occidentale.

Biografia di un guru

Lo swani che, nato all'alba dell'era atomica e aperto sostenitore di Mahatma Gandhi, fu autore del celebre Autobiografia di uno Yogi, classico della letteratura spirituale che ha venduto milioni di copie in tutto il mondo e che costituisce ancora oggi un riferimento essenziale per ricercatori spirituali, filosofi e cultori dello Yoga, ovvero un sistema filosofico il cui scopo è comprendere Dio.
Testo che, a quanto pare, fu anche l'unico ad essere presente nell'iPad dell'informatico e inventore Steve Jobs, il quale dispose che ne fossero distribuite ottocento copie alle personalità che avrebbero partecipato al suo funerale.
E, con l'aggiunta di immagini e ricostruzioni sceniche, è dai luoghi di pellegrinaggio dell'India alla Divinity School dell'Università di Harvard e dei suoi sofisticati laboratori di fisica che ci conduce la oltre ora e venti di visione; come pure dal Centro di Scienza e Spiritualità dell'Università della Pennsylvania al Chopra Center di carlsbad, in California.
Man mano che la lotta universale di ogni creatura per liberarsi dalla sofferenza e per trovare la felicità durevole tira in ballo, inoltre, la figura del facoltoso industriale James Lynn, divenuto molto devoto a Yogananda nonostante la sua iniziale venerazione per il denaro.
Del resto, come già accennato, prima degli anni Venti non sarebbe stato possibile far capire agli occidentali cosa facesse colui che definiva la forza di volontà come ciò che trasforma il pensiero in energia e che ebbe un grande impatto sull'America una volta stabilitosi lì.
Quindi, l'immersione nel regno dell'invisibile operata dalle due registe non solo finisce inevitabilmente per rappresentare un documento filmico imperdibile per tutti coloro che già seguono la disciplina del re dei guru, ma lo colloca nel contesto dei suoi tempi permettendo allo spettatore di comprendere meglio la storia dello Yoga negli stati Uniti e la sua vera natura.
Probabilmente spingendo, allo stesso tempo, anche ad avvicinarvisi coloro che fino ad oggi vi hanno prestato poco o nullo interesse.

Il Sentiero della Felicità - Awake: The Life of Yogananda L’ex Beatle George Harrison tra i molti interessati e l’aggiunta di immagini e ricostruzioni storiche sono gli ingredienti che costituiscono Il sentiero della felicità - Awake: The life of Yogananda, documentario attraverso cui viene ricostruita la vita e la filosofia di Paramahansa Yogananda, primo grande guru che ebbe risonanza internazionale. Un documento filmico costruito in maniera piuttosto classica ma che rappresenta sicuramente un appuntamento imperdibile per tutti i seguaci irriducibili della disciplina dello Yoga; sebbene le due registe Paola Di Florio e Lisa Leeman precisino: “Desideriamo ispirare gli spettatori a diventare ‘awake’, cioè a destarsi alla vita spirituale”.

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