Il ristorante all'angolo - Blood diner, recensione del film su Prime Video

Due fratelli riesumano il cervello dell'amato zio e iniziano una mattanza per riportare in vita lo spirito di un'antica dea in questo splatter anni '80.

Il ristorante all'angolo - Blood diner, recensione del film su Prime Video
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I fratelli Michael e George Tutman sono ancora bambini quando assistono alla morte dell'amato zio Anwar, ucciso in un conflitto a fuoco dalla polizia, intervenuta dopo che l'uomo si era macchiato di diversi delitti, in piena tradizione da serial killer. Prima di lanciarsi contro le forze dell'ordine segnando la propria fine, questi ha consegnato ai due nipotini degli amuleti per venerare la dea Sheetar, appartenente al pantheon delle divinità lumeriane.
Vent'anni più tardi Michael e George fanno irruzione nel cimitero in cui è sepolto lo zio e ne riesumano il cervello grazie a un antico rito, immergendolo in uno strano liquido e comunicando con lui per scoprire le prossime mosse da seguire per riportare in vita la divinità. Ne Il ristorante all'angolo - Blood Diner i due sono proprietari di una frequentata tavola calda, luogo ideale per cercare vittime e attirare subdolamente nuovi membri al culto. Il primo passo per resuscitare Sheetar è quello di "costruirle" un corpo nuovo di zecca, assemblando differenti arti e organi di cadaveri di donne "poco virtuose".
La scia di sangue che si abbatte sulla città attira però le attenzioni dell'opinione pubblica e della polizia, con le indagini che vengono affidate all'improbabile coppia formata dal detective Roger Dauer e dalla sua nuova collega (l'afroamericana LaNette LaFrance).

Banchetto di sangue

Un avviso prima dei titoli di testa ci informa che ciò che andremo a vedere "contiene molte scene di violenza, non adatte ai deboli di cuore o a un pubblico giovane e facilmente impressionabile", aggiungendo poi che la produzione non intende promuovere o ispirare la creazione di culti pagani/satanici che potrebbero mettere a rischio il quieto vivere. Un'introduzione parzialmente gratuita e adatta a parlare di questo titolo low-budget datato 1987 che, nelle origini, avrebbe dovuto essere il sequel di un horror cult come Blood Feast (1963), considerato come il primo film splatter della storia del cinema, al quale comunque si ispira palesemente.

Il ristorante all'angolo - Blood Diner (disponibile nel catalogo di Amazon Prime Video) non fa effettivamente sconti nel corso dell'ora e mezza di visione, non tanto dal punto di vista della violenza, sempre contestualizzata in un mood ironico/demenziale, ma bensì su quello del nonsense, con i personaggi e la storia che raggiungono picchi di pura e scatenata follia nel raccontare la missione sanguinosa dei due fratelli protagonisti, non a caso proprietari di una tavola calda come suggerisce l'adattamento italiano.

Questione di culto

Dopo il breve prologo, con inquietanti soggettive dello zio serial killer e un notiziario radio che informa i cittadini del pericolo che scorre per le strade, la vicenda salta in avanti di vent'anni, con i due fratelli bambini ormai adulti e intenti a riesumare nel cimitero locale il cervello dell'amato e psicopatico parente. L'organo cerebrale pare una sorta di (volontario?) omaggio al nemico giurato della tartarughe ninja, l'alieno Kraang, dotato di parola e pronto a comandare a bacchetta i suoi adepti/nipoti, ottenebrati da questo fantomatico culto che si ripromette di riportare in vita una vendicativa dea antica. Il film vive su una serie di disturbanti dissonanze, con le atmosfere più leggere che caratterizzano anche i passaggi più drammatici ed estremi, in una rappresentazione divertita e divertente di una brutalità insensata, con tanto di finale che guarda agli zombi-movie.

Un erotismo gratuito, più esibito che realmente sensuale, accompagna in molte situazioni la mattanza di sangue dei due psicopatici, e la colonna sonora tendente a sonorità allegre ed electro-punk (in una delle scene fondamentali dell'ultima parte) completano un quadro tanto povero quanto genuino, capace di ispirare per certe soluzioni anche titoli futuri (possibile che Yoshihiro Nishimura, autore del cult Tokyo Gore Police, vi abbia tratto spunto per una particolare scena?).
La scarsità di mezzi viene compensata dall'istrionica regia di Jackie Kong, tra le poche donne a cimentarsi nel genere in quel periodo storico e capace di fare di necessità virtù, e dalle performance caricaturali del numeroso cast, composto per la gran parte da non professionisti poi spariti definitivamente dalle scene.

Il ristorante all'angolo - Blood diner Pensato come sequel del leggendario cult splatter Blood Feast (1963) e poi diventato un progetto stand-alone, pur avendo mantenuto diverse similitudini col suddetto, questo horror di fine anni '80 è un puro concentrato di sangue e delirio indirizzato su una comicità sporca e politicamente scorretta, in cui i due protagonisti, comandanti dal riesumato cervello dello zio ucciso due decenni prima, danno inizio a una mattanza di giovani donne (e non solo) per resuscitare un'antica divinità. Il ristorante all'angolo - Blood Diner a dispetto dei diversi limiti tecnici (basso budget e un cast di non professionisti) e concettuali (una storia ben più che improbabile anche per il relativo filone d'appartenenza) riesce a divertire nel corso dei novanta minuti di visione, merito della varietà di situazioni e di un ritmo scatenato dove, tra erotismo e violenza di stampo demenziali, si colgono citazioni da cult passati e potenziali fonti d'ispirazione di film prossimi a venire.

6.5

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