Recensione Il regno dei sogni e della follia

La cinepresa entra nello Studio Ghibli per seguire la lavorazione di Si alza il vento, l'ultimo film del Maestro Hayao Miyazaki, e regalarci un'insolita visione di una giornata tipo in uno dei posti più 'magici' del mondo.

Recensione Il regno dei sogni e della follia
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Lo Studio Ghibli chiude? O più semplicemente si ristruttura? Produrrà ancora film d'animazione? Oppure si limiterà a gestire i diritti delle pellicole passate?
Le domande attorno al destino dello Studio Ghibli si sono attorcigliate nelle ultime settimane, a partire da alcune dichiarazioni durante una riunione del direttivo ripresa dalla tv di Stato nipponica.
I fatti sono grossomodo questi: l'ultima pellicola, Omoide no Marnie di Hiromasa Yonebayashi, in Giappone ha incassato molto meno che Arrietty, l'esordio registico dello stesso Yonebayashi. Un autentico flop! E la stessa sorte è toccata addirittura anche al nuovo film di Isao Takahata, Kaguya Hime no monogatari. Ciò ha indotto Toshio Suzuki e la dirigenza a prendere una pausa di riflessione, se non altro per trovare nuove energie, nuovi fondi (La principessa Splendente di Takahata è stato in lavorazione per quasi 8 anni!) e nuovi registi. Hayao Miyazaki ed il suo mentore Isao Takahata hanno raggiunto i limiti d'età, Goro Miyazaki sta lavorando ad una serie animata per la NHK in cui è coinvolto solo in minima parte lo Studio ghibli e Yonebayashi... beh... è bravo ma non abbastanza da prendersi sulle spalle tutta la baracca!
Anche se il futuro è ora più che mai incerto, il passato recente è assolutamente radioso. Nel giro di pochi mesi sono usciti in Giappone gli epiloghi cinematografici di Miyazaki e Takahata; seppur a distanza di un anno ciò si verificherà anche in Italia grazie a Lucky Red che il 13 Settembre ha distribuito Si alza il vento di Hayao Miyazaki e probabilmente a inizio 2015 La Principessa Splendente di Isao Takahata [il film è poi stato distribuito anche prima del previsto rispetto a quando è stata scritta questa recensione, NdR].
A queste due opere se ne affianca una terza, minore senz'altro, ma preziosissima per chi vuole approfondire gli ultimi trascorsi dello Studio Ghibli e conoscere da vicino gli ultimi mesi di lavorazione di queste due pellicole. E' il documentario Il regno dei sogni e della follia, uscito in Giappone lo scorso anno e diretto da Mami Sunada (Death of a Japanese Salesman): è un ritratto molto intimo della lavorazione attorno a Si alza il Vento, infarcito da ottime interviste a Miyazaki ed ai suoi collaboratori.
C'è qualche speranza di vederlo anche in Europa: dopo una proiezione al Festival di Annecy, il documentario uscirà negli Stati Uniti grazie a GKids. Chissà che Lucky Red non voglia farci questo regalo... [e difatti così fu: il film è proiettato come evento speciale nei cinema italiani solo il 25 e 26 maggio 2015, NdR]

Gatti, capre e sigarette

Non indovinerete mai fino a che punto Il regno dei sogni e della follia possa spingersi nell'indagare l'intimità dello Studio Ghibli e la vita delle sue figure chiave. Hayao Miyazaki che apre le porte della propria (immensa e perlopiù adorna) abitazione, che dialoga con la documentarista mentre assaggia il bento lasciatogli dalla moglie. E ancora Suzuki che discute dei dati di vendita settore Merchandise, proprio mentre nella stanza accanto il settantaduenne regista abbandona il sofferto storyboard per unirsi con i colleghi negli esercizi di ginnastica seguendo le indicazioni di una vocina alla radio.
Se in passato in molti hanno raccontato la dedizione al lavoro di Miyazaki, il documentario la conferma appieno. Arriva ogni giorno allo Studio alle 11 in punto e non se ne va prima delle 9 di sera, rimanendo spesso l'ultima persona ancora al lavoro. Tutto questo tutti i giorni, dal Lunedì al Sabato. La Domenica è il giorno di riposo: lo trascorre ripulendo l'argine del fiume di Koganei, attività ben documentata nel suo album cartaceo in cui raccoglie tutte le fotografie scattate e sviluppate durante l'annata.

Il lavoro allo Studio è duro. Qualcuno dice che più un animatore è talentuoso, più Miyazaki pretende da lui. Molti hanno lasciato proprio perchè non riuscivano a sopportare la pressione e le richieste del regista, che spesso ha un'idea nella sua mente e pretende che tutti gli altri non proprio la condividano, ma almeno la comprendano.
Tuttavia anche lui sente una gran pressione addosso: Si alza il vento è un film che in principio non voleva realizzare, probabilmente perchè troppo realistico per il suo spiccato idealismo, e continuando con sceneggiatura e storyboard di sicuro la situazione non è cambiata dovendo disegnare personaggi di un'altra epoca, aerei di un'altra epoca e camminare sul filo dell'antimilitarismo. Chissà se tutti comprenderanno il messaggio del film? Chissà se il motto "dobbiamo vivere" ispirerà gli spettatori o lo troveranno troppo pretenzioso?
In Il regno dei sogni e della follia si parla anche di Isao Takahata e del suo La principessa Splendente. Purtroppo la sua apparizione è fugace e del suo ultimo lungometraggio sentiamo quasi solo le lamentele di Miyazaki e Suzuki circa l'inconcludenza del suo modus operandi: quest'ultimo non sa se rivelare o meno alla stampa il ritardo cronico in cui versa il film, mentre Miyazaki con un pizzico di amichevole crudeltà ammette: "sta cercando anche questa volta di non finire il film".

Se il regista di Si alza il vento non vede l'ora di finire, Takahata è quello lento, che consegna un film in ritardo e mai rispettando il budget iniziale. Il produttore, Nishimura-san, ha iniziato a lavorare sul film nel 2006 e prima della release a fine 2013 si è sposato, ha avuto due bambini e uno ha pure iniziato le Elementari!
Il documentario è tecnicamente ben girato. Anche se 2 ore di montaggio possono indurre qualche sbadiglio, l'originalità dell'approccio e la freschezza delle dichiarazioni convinceranno tutti i fan dello Studio Ghibli. Interessante il ricorso il più possibile alla luce naturale, con la ferma volontà di raccontare la quotidianità dello studio d'animazione senza filtri né artefatti: il rovescio della medaglia, però, è quello di riprese mosse, tagli amatoriali e posizioni della telecamere non ottimali.

Il regno dei sogni e della follia Se vi interessa vivere dall'interno, dalla sua quotidianità, la magia dello Studio Ghibli, allora Il regno dei sogni e della follia è il documentario che fa per voi. Ce ne sono molti altri facilmente reperibili che raccontano la storia dello Studio, le emozioni dei registi o ripercorrono la filmografia: qui non troverete nulla di tutto questo, soltanto una rilassata chiacchierata di un maestro dell'animazione con una sempre celata documentarista dagli occhi a mandorla! Circa il futuro dello studio di Totoro forse può valere questa dichiarazione di Miyazaki, che trattiene la commozione dietro gli occhiali scuri quando parla del suo ritiro: "il futuro è chiaro: mi farò da parte. Ghibli è solo un nome che ho preso da un aeroplano. E' solo un nome scelto a caso..."

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