Il Re, recensione del film Netflix con Timothée Chalamet e Joel Edgerton

Timothée Chalamet e Joel Edgerton sono i principali protagonisti de Il Re, il nuovo film Netflix passato Fuori Concorso alla Mostra di Venezia 76.

Il Re, recensione del film Netflix con Timothée Chalamet e Joel Edgerton
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Mentre il Festival di Cannes continua a trattare con diffidenza i prodotti Netflix, che soprattutto con Roma di Alfonso Cuaròn hanno dimostrato di poter essere arte all'ennesima potenza, la Mostra del Cinema di Venezia continua a prendere a piene mani dal colosso americano. Solo quest'anno, nell'edizione 76, sono stati tre i prodotti della grande N presentati In e Fuori Concorso. Dopo l'ottimo Storia di un matrimonio di Noah Baumbach, che ha convinto la critica praticamente all'unanimità, e The Laundromat di Steven Soderbergh, lungometraggio che spiega in maniera ironica lo scandalo dei Panama Papers, è arrivato il momento di raccontarvi Il Re - The King, nuova opera firmata David Michôd che vanta un cast delle grandi occasioni, da Timothée Chalamet a Joel Edgerton, passando per Lily-Rose Depp, Robert Pattinson e Ben Mendelsohn. Un dramma in costume che riprende l'Enrico V di William Shakespeare, a sua volta ispirato alle vere vicende legate alla feroce battaglia di Azincourt.

Un re pacifista ma non troppo

Probabilmente la trama di base dell'opera shakespiriana la conoscete già ma è sempre meglio rinfrescare la memoria. In questa nuova iterazione un giovane e profondamente pacifista Enrico V, comunque dal carattere forte e ribelle, eredita a fatica il regno dal padre deceduto e viene spinto subito dopo a dichiarare guerra a Carlo VI di Francia dai più fidati uomini del regno. Parte così una difficile spedizione che vede impegnati i migliori soldati e strateghi che l'Inghilterra abbia da offrire, contro un Carlo VI disposto a difendersi con forze ancor superiori.
Il clou dello scontro avverrà sul complicato campo di Azincourt, una battaglia destinata a rimanere nella storia non solo per il suo esito finale, anche per le modalità con cui è stata combattuta. Nei panni di Enrico V troviamo un ispirato Timothée Chalamet, che dopo l'exploit di Chiamami col tuo nome sembra davvero una forza inarrestabile del panorama attuale. Il suo carisma dona a Enrico V gran vitalità e forza d'animo, sempre in parte e determinato a gestire con piglio deciso le varie situazioni che la storia gli metterà davanti.
Accanto a lui un consigliere d'eccezione, un Joel Edgerton barbuto e leggermente ingrassato per l'occasione, che sarà fondamentale ai fini della sfida fra regni opposti. Parliamo pur sempre di un testo di Shakespeare, è dunque lecito aspettarsi inganni, trame alle spalle, personaggi dalla doppia faccia e una costante tensione di fondo che non abbandona mai le immagini.

L'odore del sangue

Immagini legate insieme dalla solida regia di David Michôd che, pur non brillando particolarmente sotto il piano tecnico, è riuscito a costruire una storia avvincente che tiene incollato lo spettatore alla poltrona per ben 135 minuti. Il linguaggio della sceneggiatura (firmata Michôd e Edgerton), ovviamente aggiornato e non fedele al testo in formato 1:1, è aulico il giusto e quasi mai risulta pesante o eccessivo, a tutto vantaggio dello spettatore - a cui è comunque richiesto un buon livello di attenzione, soprattutto nella prima parte.
Nella seconda la strategia, gli intrighi e gli ideali lasciano il posto a un'azione diretta, violenta, che ci spinge all'interno di un campo da battaglia fangoso e pesante, dal quale si riesce quasi a percepire l'odore della terra bagnata, del sangue, dei cavalli, delle spade d'acciaio e del sudore. Senza dimenticare la paura. Nonostante un montaggio giustamente frenetico, le scene dello scontro sono girate con cura e attenzione, anche se dopo qualche minuto i soldati dell'una e dell'altra fazione diventano un unico agglomerato di corpi marroni per via del fango fresco, parte attiva della battaglia.

Fazioni opposte

Se poco sopra abbiamo sottolineato l'ottimo lavoro fatto dai due protagonisti principali, è arrivato ora il momento di mostrare qualche riserva sulle seconde linee. Lily-Rose Depp e Robert Pattinson sono due attori di grande talento, soprattutto il secondo che ha un curriculum ormai sterminato, eppure la scelta di assegnargli ruoli francesi e costringerli a parlare in inglese con un accento improbabile mina chiaramente sulla riuscita del loro lavoro finale. I due sono poco credibili purtroppo, peccato perché sarebbe bastato trovare due attori francesi per ottenere un risultato del tutto naturale e funzionale.

Discorso diverso per Chalamet, attore franco-statunitense che - nonostante il nome francofono - parla le due lingue in maniera perfetta. Messo da parte il cast, resta lo scheletro di un film certamente non memorabile ma che rispetta tutti gli obiettivi prefissati, senza complicarsi mai la vita.
Ci si aspettava forse di più dalla fotografia di Adam Arkapaw, che con un progetto simile come il Macbeth di Justin Kurzel aveva fatto vedere cose grandiose; questa volta invece abbiamo a che fare con ambienti freddi, eccessivamente neutri, che rispecchiano molte delle atmosfere del film ma riscaldano poco il cuore.

Il Re Netflix ha affidato alle mani di David Michôd il compito di portare sul piccolo e sul grande schermo (sembra infatti che il film uscirà anche al cinema) l'Enrico V di William Shakespeare, ottenendo buoni risultati anche se non memorabili. Un'opera di sudore e sangue, soprattutto nella seconda parte, quando la battaglia cresce ed esplode in un discreto crescendo tensivo. A dare una marcia in più al progetto è certamente l'ottimo cast, almeno sul versante inglese, con Timothée Chalamet e Joel Edgerton che si danno man forte l'un l'altro. Fra le fila francesi Lily-Rose Depp e Robert Pattinson non brillano allo stesso modo, il lavoro viene comunque "portato a casa" senza troppe difficoltà. In ogni caso un buon modo per passare, da abbonati, 133 minuti seduti comodamente in poltrona, fra intrighi e sangue.

6.5

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