Recensione Il principe abusivo

La principessa e il povero di Alessandro Siani

Recensione Il principe abusivo
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Sarà vero che fare l'aristocratico non è poi tanto difficile, in quanto è sufficiente non fare niente dalla mattina alla sera?
Prova a risponderci il napoletano classe 1975 Alessandro Siani tramite il suo esordio dietro la macchina da presa che, un po' come avvenuto in Benvenuti al Sud (2010) e Benvenuti al Nord (2012) di Luca Miniero, dei quali fu protagonista al fianco di Claudio Bisio, si costruisce sulla tematica del contrasto sociale.
Infatti, lo stesso Siani veste i panni del disoccupato e maestro dell'arte dello scrocco Antonio Di Biase, il quale finisce per essere avvicinato sentimentalmente dalla principessa Letizia alias Sarah Felberbaum per un motivo a lui ignoto: la giovane donna è triste e frustrata perché i rotocalchi non si occupano di lei, quindi, al fine di far sognare nuovamente il suo popolo, occorre fingere l'innamoramento per un povero miserabile e creare lo scandalo.
Il tutto, escogitato dal ciambellano Anastasio, che, incarnato da Christian De Sica, già in coppia con l'attore-regista in Natale a New York (2006) e Natale in crociera (2007) di Neri Parenti, finisce, però, per perdere la testa per Jessica, cugina di Antonio cui concede anima e corpo Serena Autieri.

Sentimenti... reali

Non a caso, nel corso della quasi ora e quaranta di visione, abbiamo anche il tempo di assistere alle lezioni di atteggiamento da napoletano popolare impartite dal protagonista ad Anastasio, che il mattatore della risata di fine Dicembre - riconfermandosi come uno dei migliori attori italiani viventi - porta in scena non solo ricordando i personaggi spesso interpretati dal grande papà Vittorio, ma concedendosi anche un momento ballato e cantato insieme alla già citata Autieri.
Mentre, dalla gag al ristorante che vede coinvolto Alex"Da grande"Partexano a quella che si svolge durante il concerto di pianoforte, le occasioni per sorridere non sembrano risultare assenti; complice anche la sequenza della lettura della poesia, che, in un certo senso, tenta di unire la comicità di Totò alle tragicomiche imprese fantozziane.
Al servizio di un'operazione tutto sommato gradevole e non noiosa, atta sia a far notare come i reali, nonostante la loro qualifica, siano piuttosto distanti dalla realtà, sia a ribadire che si può vivere senza soldi, ma non senza amore.
Un luogo comune? Un'osservazione palesemente ipocrita? Magari è vero, ma sul grande schermo è una morale che fa sempre la sua bella figura; tanto più se sfruttata in quella che, in fin dei conti, si presenta come una moderna favola partenopea non distante, nello spirito di fondo, da lavori quali il sottovalutato Un jeans e una maglietta (1983) e simili... con maggiore attenzione per il lato ironico e, giustamente, senza le canzoni di Nino D'Angelo.

Il principe abusivo Considerando che le principesse delle favole, nel XXI secolo, sono state sostituite da attricette, soubrette e squallide escort, il napoletano classe 1975 Alessandro Siani - interprete di Benvenuti al Sud (2010) e Benvenuti al Nord (2012) - esordisce alla regia per raccontarcene una alle prese con il suo falso innamoramento per un povero disoccupato campano. Con un cast comprendente, tra gli altri, un malvagio Marco Messeri nel ruolo del Re e Lello Musella e Nello”Reality”Iorio impegnati a fare da amici del protagonista, ne viene fuori una commedia partenopea a tinte romantiche che, in fin dei conti, svolge in maniera non disprezzabile il suo compito di intrattenere e di far sognare soprattutto il pubblico di quella zona d’Italia di cui, su celluloide, vengono spesso raccontati soltanto la delinquenza e gli altri suoi lati negativi. E Christian De Sica, come di consueto, rientra tra i principali motivi per sorridere durante la visione.

6

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