Recensione Il Pretore

Da un celebre romanzo di Piero Chiara, arriva in sala Il Pretore, per la regia di Giulio Base

Recensione Il Pretore
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Anni '30, piccolo paesino sulle rive del Lago Maggiore. La popolarità e il potere ‘comunitario' di Augusto Vanghetta (Francesco Pannofino) sono totalmente spesi in favore della ‘devozione' che l'uomo possiede per le donne, tutte, siano esse magre o in carne, ammogliate o nubili. Fedifrago impenitente e dongiovanni incallito, Augusto Vanghetta (pretore per caso con velleità da drammaturgo) è infatti un uomo gretto e meschino, che sfrutta quotidianamente la sua posizione di pretore per contrattare facile sesso in cambio di favori di ordine giurisprudenziale. Ed è proprio nella condotta, a dir poco, libertina dell'uomo che è facilmente rintracciabile la causa della depressione (presto mutata in anoressia nervosa) maturata dalla moglie Evelina (Sarah Maestri), di ben venti anni più giovane del marito e da molti anni ‘allontanata' dai 'doveri coniugali', in quanto ritenuta oramai inesorabilmente sterile. Abbigliata sempre a lutto e costretta a una precoce vecchiaia di spirito, l'esistenza della mite e sempre più introversa donna è destinata però a cambiare sensibilmente con l'arrivo di Mario Landriani (Mattia Zàccaro Garau), giovane ambizioso che affiancherà Vanghetta nel suo lavoro e che lo stesso pretore nominerà ‘tutore' della cagionevole moglie. Una situazione paradossale in cui Landriani si rivelerà essere non proprio aderente all'immagine che Vanghetta ha di lui, ovvero un omosessuale troppo reverente per guardare ai suoi interessi.

Quando la satira perde di ‘grazia’

Pubblicato nel 1973 e mai trasposto al cinema nonostante la volontà dell'autore Piero Chiara (egli stesso abbozzò a suo tempo un adattamento dell'opera che non vide però mai una sua evoluzione), arriva al cinema Il Pretore, tratto da Il pretore di Cuvio, uno dei best seller dello scrittore di Luino. Su sceneggiatura di Dino Gentile e Giulio Base e per la regia dello stesso Giulio Base trova così strada sul grande schermo la storia tragicomica di un pretore di provincia auto-assurtosi a semidio grazie al piccolo-grande potere garantitogli dal suo ruolo, e poi velocemente caduto in disgrazia per mano dei suoi stessi doppi giochi e delle sue immorali condotte. Ma se nella ricostruzione degli ambienti e dei costumi del periodo Il pretore sembra avere (tutto considerato) una sua accortezza espositiva, è purtroppo dal punto di vista prettamente narrativo, dei toni e dell'equilibrio di registri che il film di Base sembra perdere completamente terreno. In questo è forse proprio la decisione principe di far interpretare l'ingordo e libidinoso pretore a Francesco Pannofino, attore d'impostazione televisiva e abituato a una iper-caratterizzazione dei suoi personaggi, a inficiare (tra le altre cose) l'intera struttura. La comicità macchiettistica messa in scena da Pannofino e spinta sempre al suo parossismo allontana infatti il film dal sarcasmo sottile e dall'ironia pungente del romanzo di Chiara, entrando poi (nella seconda parte del film) in netto contrasto con il risvolto tragico e di vendetta etico/morale della storia. E se da una parte Pannofino lavora per ‘addizione', dall'altro l'Evelina di Sarah Maestri incede invece per sottrazione, una differenza netta e uno sbilanciamento di approcci che non risulta all'occhio dello spettatore come una diversa caratterizzazione dei personaggi, ma piuttosto come un 'fuori synch' dell'opera stessa. Registri e impostazioni tra loro troppo diversi e addirittura in conflitto sfuggono qui alla visione d'insieme di un'opera che aveva invece bisogno di scelte più raffinate e di un approccio più moderato per restare fedele all'anima del romanzo e dare giusto risalto al sottile cinismo e all'idea di un male che perpetra sé stesso alla base del romanzo di Chiara. Purtroppo, invece, la raffinatezza e il senso metaforico del racconto faticano ad affiorare, immerse come sono sotto una pesante coltre di smorfie e faccette più adatte al cabaret o allo show televisivo che non a un prodotto puramente cinematografico.

Il Pretore Giulio Base porta sul grande schermo Il pretore, adattamento di uno dei best seller dello scrittore Piero Chiara, ovvero Il pretore di Cuvio. Ma nella scelta narrativa di eccedere nella caratterizzazione (soprattutto) del protagonista (interpretato da Francesco Pannofino), dei suoi vizi e comportamenti lascivi, dell’opera di Chiara resta ben poco. Persa la raffinatezza dell’opera di partenza si perde così anche la sottile morale della circolarità dell’opera, in cui commedia e tragedia convivevano distinte soltanto da un labilissimo confine (che qui invece risulta quasi come uno stacco repentino e ingiustificato).

5

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