Il Peggior Natale della Mia Vita, recensione del film con Fabio De Luigi

Arriva il sequel di La peggior settimana della mia vita: Fabio De Luigi è alle prese con il peggior Natale della sua vita.

Il Peggior Natale della Mia Vita, recensione del film con Fabio De Luigi
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Successo chiama successo, nei secoli dei secoli. Amen.
La peggior settimana della mia vita, opera d'esordio dello sceneggiatore Alessandro Genovesi (dichiaratamente) ispirata alla celebre saga di Ti presento i miei con Robert De Niro e Ben Stiller rispettivamente nei panni di futuri genero e suocero, ha sfiorato i 10 milioni di incasso ai botteghini italiani, risultando una delle commedie più piacevoli e divertenti che il nostro cinema sia stato in grado di regalarci nell'arco degli ultimi anni.
Da risultati di simile portata, era dunque più che lecito aspettarsi un tempestivo prosieguo delle avventure dell'imbranatissimo Paolo, interpretato da Fabio De Luigi, e della sua consorte Margherita (Cristiana Capotondi), i quali, finalmente sposati, stanno ora per avere un bambino.
Il pretesto per dare nuovamente spazio a disavventure d'ogni tipo e tragicomici inconvenienti sarà, questa volta, il Natale, che i due coniugi si apprestano a trascorrere in uno sfavillante castello ai piedi del Monte Rosa in compagnia - ancora - dei genitori della bella mogliettina.

NATALE A NOVEMBRE

Se da La peggior settimana della mia vita abbiamo imparato che non c'è limite al peggio quando si parla di disastri pre-matrimoniali tra le mura di casa propria e anche al di fuori di esse, con Il peggior Natale ne avremo un'ulteriore e definitiva conferma.
Vero, non c'è di mezzo alcun matrimonio, questa volta, ma la sostanza resta a tutti gli effetti invariata, come d'altronde lo sono gli interpreti, salvo le griffatissime new entries rappresentate da Diego Abatantuono, Laura Chiatti, Anna Bonaiuto, Dino Abbrescia e il duo comico Ale & Franz.
Mattatore assoluto dell'arena genovesiana resta però Fabio De Luigi, insostituibile portavoce del look scanzonato, ma allo stesso tempo molto curato dal punto di vista prettamente filmico, che la storia pone in risalto in ogni sua minima sfaccettatura, e al quale un sempre impeccabile Antonio Catania contribuisce in misura sostanziale.
Al netto di ciò, è dunque innegabile che i principali motivi per cui spendere i soldi del biglietto da parte degli spettatori in cerca di comicità liberatoria ma per nulla volgare o eccessivamente colorita, risiedano proprio nella strana coppia formata dal navigato comico romagnolo e dal bravissimo caratterista siciliano, responsabili di gran parte del divertimento che la commedia in questione riesce a proporre.
Rispetto al capostipite - chissà se ne verrà fuori una vera e propria saga? - in questo 'sequel' vengono purtroppo meno le sensazioni di sorpresa, di novità e di freschezza che ne costituivano le principali fondamenta, benchè, lo ricordiamo, il soggetto pescasse a piene mani non solo dal già menzionato Ti presento i miei ma anche da una sconosciuta - almeno da noi - sit-com britannica della BBC dal titolo The worst week of my life.
A livello di scrittura - Genovesi e De Luigi firmano lo script - le situazioni si adagiano sui canoni tipici della commedia slapstick, sfiorando spesso e volentieri il fastidioso effetto déjà-vu, che non rappresenta un (grosso) problema solo grazie alla capacità del team attoriale di tenere sempre e comunque viva l'atmosfera.
Divertirsi ci si diverte, per una serata spensierata è l'ingrediente perfetto. Ma aspettarsi qualcosa di più, a fronte di quanto visto solo un anno fa, era tutto sommato d'obbligo.

Il Peggior Natale della Mia Vita Il sequel del divertente La peggior settimana della mia vita ripropone una struttura narrativa e un insieme di situazioni comiche abbastanza speculari al proprio capostipite, rese sullo schermo in modo efficace dal protagonista Fabio De Luigi e dal suo 'rivale' Antonio Catania. Manca forse l'effetto sorpresa e novità che caratterizzava il prototipo, ma se l'intento era quello di far divertire per mezzo di una comicità liberatoria ma priva di volgarità, allora il prodotto funziona come dovrebbe.

6

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