Recensione Il Ministro - L'esercizio dello stato

Arriva nei cinema il film "politico" di Pierre Schoeller

Recensione Il Ministro - L'esercizio dello stato
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Un pullman carico di adolescenti precipita in un burrone durante una notte nevosa. Il ministro dei trasporti francese Bertrand Saint-Jean (Olivier Gourmet) viene svegliato nel cuore della notte e si reca subito sul ruolo dell'incidente. Il tragico avvenimento sarà soltanto l'inizio di una lunga trafila politica nel quale l'uomo si troverà di fronte ad agguerriti nemici e giochi di potere, e scoprirà che l'unico suo vero amico è il suo nuovo autista personale. Nel frattempo, sull'orlo delle privatizzazioni, nel Paese la polemica e le manifestazioni sono all'ordine del giorno.Presentato allo scorso Festival di Cannes, arriva anche nelle sale italiane l'ultimo film di Pierre Schoeller (Zero Defaut, Versailles), autore apprezzato dalla critica e ancora poco conosciuto al pubblico italiano, complice anche la mancata distribuzione delle sue precedenti opere. Con Il ministro - L'esercizio dello stato, distribuita nel Belpaese da PFA Films e Feltrinelli, il regista indaga un contesto aspro e difficile, soprattutto di questi tempi, come quello della politica.

Tra il dire e il fare

Un film senza dubbio non facile, che concede volutamente un'aura straniante e priva di empatia verso la storia e i suoi protagonisti, sottolineando in questo modo anche il palpabile distacco che esiste nella realtà tra la classe politica e i comuni cittadini. Registicamente impeccabile, con alcune scene visionarie di un certo effetto (basti vedere il delirante sogno iniziale) e sporadiche sequenze d'azione realizzate con tutti i crismi del caso, Il ministro - L'esercizio dello stato risente però, proprio a causa della sua impostazione, di un'eccessiva freddezza che non lascia trapelare alcuna emozione nello spettatore, che ben presto avrà a noia di tutti i termini e discussioni politiche di cui è infarcita la sceneggiatura, penalizzata da un'eccessiva verbosità. La quasi totale assenza di colonna sonora, e l'impossibilità di calarsi nei panni del protagonista si rivelano alla fine delle quasi due ore un macigno quasi insopportabile, che difficilmente coinvolgerà anche i cinefili più avvezzi a un certo tipo di cinema. Fortunatamente a risollevare in parte l'interesse, oltre all'indubbia abilità di Schoeller dietro la macchina da presa, ci pensa un cast in forma strabiliante: da Michel Blanc (vincitore di un Cesar, gli "Oscar francesi") nei panni del fido collaboratore del protagonista, allo stesso Olivier Gourmet, capace di creare una figura combattuta e al contempo credibile, sempre pronta a risollevarsi e a far valere le sue idee, un uomo diviso tra i propri princìpi e il tornaconto personale. Interessante in questo caso la contrapposizione tra la figura di Saint-Jean e quella del suo autista, persona comune che deve sbarcare il lunario a fine mese, e che rimane suo malgrado vittima di un mondo che è incapace di comprendere.

Il Ministro - L'esercizio dello stato Una regia di gran classe e un cast di altissimo livello non bastano a salvare il film di Pierre Schoeller dal pericolo noia. La pellicola difatti è, seppur volutamente, fredda e totalmente anti-empatica, ricca di una verbosità ridondante fatta di tecnicismi politici che di certo non aiutano il ritmo, nonostante alcune sequenze visionarie visivamente ispirate.

5.5

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