Recensione Il Matrimonio è un Affare di Famiglia

Una mamma troppo invasiva. Un amore improvviso. Un futuro confuso.

Recensione Il Matrimonio è un Affare di Famiglia
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Intro

Il clichè della suocera invadente è un tema sul quale il cinema continua a battere da sempre ottenendo risultati più o meno convincenti. In questi ultimi anni molti titoli hanno insistito sul tema e Perché te lo dice mamma e Quel mostro di suocera sono solo due esempi di una lista che di anno in annofatalmente si allunga. Tuttavia l'uscita nelle nostre sale de Il matrimonio è un affare di famiglia sembrava poter garantire qualcosa di più delle solite facili risate grazie alla presenza di Brenda Blethyn (due nomination all'Oscar ed interprete del divertente L'Erba di Grace). Complice un buon lancio pubblicitario e il marchio della piccante commedia inglese era verosimile che il pubblico entrando in sala si aspettasse una brillante commedia; invece lo spettatore viene travolto da un film che di comico ha ben poco, salvo il buonismo finale, deviando spesso sul dramma e le incomprensioni familiari. Gli unici momenti realmente comici sono quelli che narrano le prime timide esperienze sessuali del giovane Tim (Khan Chittenden)con la bella Jill (Emma Booth).

La Trama

Jean (Blethyn) è un cabarettista con un grande talento che di giorno lavoro in una mensa e la sera si esibisce in piccoli locali. La sua casa è piena di foto che la ritraggono con comici televisivi di gran successo (due volte la vediamo in un primo piano con il compianto Benny Hill) e lei continuamente continua a ripetere ai suoi figli che se non fosse stato per loro adesso chissà quale palcoscenico calcherebbe. Perché sicuramente Jean ha talento, difatti quando la regista Cherie Nowlan la segue in scena il suo talento comico è evidente, però troppo fallo-centrico, prendendo sempre di mira gli uomini, sino a degradarli, come quando costringe due uomini e il povero Tim a truccarsi da donne per accompagnarla nel suo numero comico. Tim (Chittenden) e suo fratello Mark (Richard Wilson) sono succubi dell'autoritarismo della madre che dopo aver rinunciato ai suoi sogni di gloria non sembra affatto rassegnata a perdere il dominio sul futuro dei suoi figli. Tim si dà da fare per pagarsi le rate del suo camion per traslochi accompagnando la madre la sera
e tutto sembra filare liscio ma un giorno conosce Jill (Booth): bella, sfacciata e totalmente indipendente. I due si piacciono e ben presto la situazione si surriscalda ma Tim, che ha vissuto in una campana di vetro, lontano dalle donne è molto imbranato. La situazione si complica quando la madre viene a sapere di Jill e compare lo spettro dell'ex ragazza Samantha...

L'Analisi

Il più grande limite di questo film è forse anche il suo pregio maggiore, infatti la grande prova della Blethyn - che alterna tutti i registri dal comico al drammatico, dal furente al depresso -, la quale finisce per mettere in ombra il resto del cast. La sceneggiatura debole e un po' abbozzata finisce per sovraccaricare il ruolo della protagonista che deve prendere sulle sue spalle l'intero film. Inoltre la regista Cherie Nowlan paga la sua inesperienza cinematografica non riuscendo mai a cambiare ritmo e a distinguere correttamente il registro drammatico da quello comico. I cambi scena risultano così tutti troppo improvvisi, come se nel montaggio si fosse cercato di porre rimedio alla mancanza cronica del ritmo in questa pellicola. Mettendo da parte il più grande difetto del film - quello di essere stato proposto come una brillante commedia quando invece è molto più drammatico che altro - possiamo comunque apprezzare la buona prova dei tre giovani interpreti e fra questi sottolineare sicuramente quella di Richard Wilson, che interpreta con delicatezza e grande humour, il difficile ruolo di Mark, un giovane disabile mentale alla ricerca di una vita normale. Il giovane Khan ben interpreta un adolescente che scopre il sesso con grande timidezza e che rafforza il suo carattere soprattutto grazie all'indipendenza e alla passione che gli trasmette Jill. La Booth riesce bene a trasmettere il disagio e l'antipatia per Jean e la scena nella quale si conoscono per la prima volta è davvero molto curata e per nulla artefatta, soprattutto se confrontata con la presentazione di Tim ai genitori di Jill. Di questo film stupisce anche, in negativo, l'improvvisa svolta buonista nel finale quando invece tutto il film fino a quel punto aveva un andamento realisticamente surreale. Vale la pena sottolineare la bella colonna sonora, ricca di pezzi rock storici.

Il matrimonio è un affare di famiglia Annunciato come una brillante commedia stile british, Il Matrimonio è un Affare di Famiglia appartiene più propriamente al genere drammatico. La sceneggiatura troppo debole e la regia troppo televisiva sono solo in parte compensate dalla bravura della Blethyn che finisce per strafare, passando senza tregua da un registro all'altro e mettendo in ombra l'intera vicenda. I giovani e talentuosi protagonisti avrebbero di certo meritato una ribalta maggiore. Da sottolineare la bella colonna sonora anni '70.

4

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