Il giovane Karl Marx, la recensione del film biografico

Il regista e sceneggiatore Raoul Peck firma un biopic sul rapporto tra Karl Marx e Friedrich Engels, artefici del Manifesto del partito comunista.

Il giovane Karl Marx, la recensione del film biografico
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Una squadra di soldati a cavallo attacca senza pietà un gruppo di raccoglitori di legna nel bosco. Siamo nella metà del diciannovesimo secolo, quando il giovane Karl Marx scrive per la Gazzetta renana ma il giornale, per via delle conseguenti pressioni governative, è costretto a chiudere i battenti, segnando il distacco del giornalista dal movimento dei giovani hegeliani. La strada di Marx si incrocerà ben presto con quella di Friedrich Engels, figlio di un proprietario d'azienda in disaccordo con le idee politiche del genitore, il quale costringe i suoi operai a massacranti turni di lavoro senza le condizioni minime di sicurezza. Proprio in seguito a un incidente che coinvolge una dipendente, Engels fa la conoscenza della combattiva Mary, licenziata per aver fatto sentire la sua voce, e se ne innamora.
I due uomini, che si erano già incontrati a Berlino senza "piacersi" troppo, si ritrovano a Parigi nello studio di un editore e cambiano idea l'uno sull'altro, anche per via del reciproco apprezzamento ai rispettivi testi pubblicati. Insieme la coppia contribuirà allo sviluppo e successiva pubblicazione del Manifesto del partito comunista.

Uno sguardo politico

Nelle due ore di visione si respira appieno l'attivismo del regista e sceneggiatore Raoul Peck, haitiano di origine ma tedesco d'adozione, che ha vissuto sulla propria pelle il trauma della dittatura nel suo Paese natio rimanendo in esilio volontario per anni. Dopo una carriera ricca di soddisfazioni da parte della critica, con molteplici partecipazioni a Festival di prestigio e una candidatura all'Oscar per il documentario I Am Not Your Negro (2016), nel 2017 il cineasta è sbarcato anche nelle sale italiane con Il giovane Karl Marx, biopic incentrato appunto su alcune vicende chiave nella vita del filosofo tedesco e del suo "compagno di avventure" Friedrich Engels, entrambi fondamentali per l'evoluzione del socialismo moderno.
Il film, uscito nel bicentenario della nascita di Marx, intende offrire uno sguardo a tutto tondo su un periodo ben preciso, quello trascorso tra il 1844 e il 1848, e sul legame che univa i due uomini, contemplando allo stesso tempo una visione politica che è risultata determinante in molti passaggi ed eventi chiave della storia futura.
Il problema principale di un'operazione così teorica è quella di dover fare i conti con un inevitabile didascalismo e non sono pochi i tempi morti che caratterizzano una trama tanto ricca di spunti quanto eccessivamente verbosa.

Pro e contro

Il giovane Karl Marx paga infatti una narrazione prolissa che, tra comizi e tesi politiche, può condurre facilmente alla noia uno spettatore alla ricerca di un facile intrattenimento. Pur nella ovvia complessità del materiale alla base, si respira qui un chiaro distacco dal pubblico medio e un intento divulgativo che risente di una palpabile mancanza di ritmo. Detto ciò, l'insieme possiede comunque degli innegabili punti di forza, con una ricostruzione storica sobria e accurata e una notevole cura espositiva dei fatti realmente avvenuti - che possono interessare soprattutto coloro più affini a certe ideologie ma anche chi è curioso di saperne di più su due personalità di spicco del relativo campo.
Perché a dispetto del titolo monocentrico, la suddivisione di spazi tra le due personalità è gestita con equilibrio e anche le figure femminili (in particolar modo Jenny von Westphalen, la compagna di Marx) ricevono adeguata attenzione e non fungono da mere comparse.
Il cast si offre ai relativi alter-ego con impegno e dedizione, rendendo più vive e credibili le lotte sociali in cui questi si trovano impegnati per la pressoché totalità della visione.

Il giovane Karl Marx Un film indissolubilmente legato al personaggio del titolo e al suo sodale, collega e amico Friedrich Engels. Il giovane Karl Marx finisce per pagare un esibito didascalismo che permea la maggior parte del minutaggio, tra digressioni filosofiche e lotte politiche nelle quali i due uomini si trovano costantemente impegnati, in coppia o a distanza, nel corso dei sempre più turbolenti risvolti narrativi. Se a risentirne è la facilità di fruizione, con il "parlato" che impera nella maggior parte delle scene, a giovarne è invece l'intento espositivo, con la minuziosa ricostruzione storica e le solide performance dell'affiatato cast a imprimere verve ai rispettivi personaggi, alle prese con le dinamiche fondanti del futuro comunismo. Il film andrà in onda stasera, giovedì 30 aprile, alle 21.20 su RAI3 in prima visione TV.

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