Recensione Il giorno in più

Il quarto romanzo di Fabio Volo trasposto sul grande schermo

Recensione Il giorno in più
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A due anni di distanza dallo sconsolante scenario proposto in Generazione 1000 euro (2009), Massimo Venier torna dietro la macchina da presa con la sua quarta prova registica - tralasciando le precedenti co-dirette insieme al trio Aldo, Giovanni e Giacomo - adattando per il grande schermo l’omonimo romanzo di Fabio Volo pubblicato nel 2007 da Mondadori e recentemente riproposto in edizione speciale.
Prima a parole e ora in immagini, il protagonista della storia è sempre lui, l’ex panettiere di Calcinate, che presta anima e corpo a Giacomo Pasetti, uomo di successo, scaltro nel lavoro e con in dote un innato talento di seduttore. La sua vita scorre tranquilla tra ufficio e relazioni saltuarie, fino al giorno in cui, seduto sul tram, rimane folgorato da una sconosciuta, una ragazza dai capelli castani e dal viso angelico che battezza con il nome Agnese (in realtà si chiama Michela), la quale diventa subito oggetto del suo desiderio nonché prima, vera occasione di tutta la sua vita.

PROVA D'AUTORE

Esattamente come se si trattasse di una dichiarata versione nostrana del cult Harry, ti presento Sally (1989), Massimo Venier e Fabio Volo giocano a fare rispettivamente il Rob Reiner e il Billy Crystal della situazione, mettendo in scena una storia che ha molto - non tutto! - in comune con il suddetto film e che tenta la difficile sfida di fondere insieme comicità ponderata ed elementi di romanticismo, senza possibilmente sfociare nel melenso. Isabella Ragonese, che concede le sue candide forme alla pendolare di cui si invaghisce il buon Volo/Pasetti, non è Meg RyanNora Ephron, tanto per rimanere in linea con la tesi da noi avanzata poc’anzi, ma il suo talento recitativo è innegabile e le dimostrazioni non tarderanno ad arrivare.
Il giorno in più rappresenta dunque una vera e propria prova d’autore per tutti e tre, perché l’argomento in questione non è facile e il rischio di cadere nella più trucida banalità - come successo d’altronde ad altri titoli di recentissima datazione - è appena dietro l’angolo. Discorso, questo, che vale indistintamente per il fattore regia e per quello recitazione, aspetti che finiscono purtroppo per non andare d’accordo, dando così vita a un risultato magari anche apprezzabile nel contenuto ma che manca sovente di credibilità a causa di una sceneggiatura - cui gli stessi Venier e Volo apportano un contributo, insieme a Michele Pellegrini e Federica Pontremoli - indecisa su dove esattamente vuole andare a parare.
Fabio Volo regala forse la prima vera performance attoriale della sua carriera - che paragonata a quelle (pessime) in Uno su due (2006) e Manuale d'amore - Capitoli successivi (2007) appare quasi superlativa - e Isabella Ragonese non è certo nuova a sorprendere con la sua freschezza e la voglia di disegnare sempre personaggi multi sfaccettati, ma le pur convincenti prestazioni degli interpreti - per dovere di cronaca citiamo anche i nomi di Pietro Ragusa, insolito e piacevole nella parte dell’amico logorroico e imbranato del protagonista, Roberto Citran, Camilla Filippi, Stefania Sandrelli, Lino Toffolo e Luciana Littizzetto in un breve cameo - non risollevano purtroppo quella che sembra, in tutto e per tutto, un’opera che non sfrutta a dovere le numerose potenzialità che ha in serbo.
Probabilmente, se si fosse deciso di concentrare maggiormente l’attenzione sull’impianto narrativo anziché sul product placement - Campari, Miglior cane, Kellogg’s ed Apple i marchi più visibili - ci saremmo senz’altro trovati di fronte a un esito di gran lunga migliore.
Ribadendo che, al di là di tutto, il film non è completamente da disprezzare, resta comunque la fastidiosa sensazione di aver visto l’ennesimo prodotto italiano incompiuto, che avrebbe potuto essere tanto, ma che ha scelto (?) invece di essere uguale alla massa.

Il Giorno in Più L’esperto Massimo Venier dirige con poca fermezza l’adattamento cinematografico del quarto romanzo di Fabio Volo - il primo della bibliografia dello scrittore e attore bergamasco a essere trasposto su celluloide - i cui principali pregi sono proprio le performance dei protagonisti. Una sceneggiatura poco credibile e spesso superficiale e un’eccessiva attenzione al product placement inducono a pensare all’ennesimo film italiano incapace di stupire e di sfruttare appieno le numerose opportunità concessegli.

5.5

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