Il caso Collini, la recensione del film con Franco Nero

Il regista tedesco Marco Kreuzpaintner adatta l'omonimo romanzo, dando vita a un legal thriller che scava in un passato mai dimenticato dalle vittime.

Il caso Collini, la recensione del film con Franco Nero
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Un importante uomo d'affari, ultraottantenne, viene ucciso a sangue freddo nel suo ufficio. L'omicida non fa niente per nascondere il suo crimine e anzi attende nella hall dell'edificio l'arrivo della polizia: è Fabrizio Collini, un individuo di solo qualche anno più giovane della vittima e di origini italiane. La difesa dell'imputato viene affidata al giovane avvocato Caspar Leinen, che accetta il caso ignorando come la persona assassinata fosse una sua vecchia conoscenza, che lo aveva cresciuto amorevolmente quando era solo un bambino. Impossibilitato a declinare l'incarico assunto, Caspar entra in ovvio contrasto con Johanna, suo amore di gioventù nonché nipote della vittima.
Assalito dai dilemmi morali e da una continua lotta contro la propria coscienza, Caspar deve mettere da parte i suoi sentimenti per individuare il movente del delitto, un compito reso ancor più complicato dal totale silenzio da parte del suo cliente. Durante le indagini il legale scoprirà segreti indicibili che si nascondono in un lontano passato.

Viaggio nel passato

Per analizzare un film come Il caso Collini bisogna alludere al colpo di scena di metà visione. Perché da quel momento in poi la storia scava in un rimosso risalente addirittura alla Seconda guerra mondiale, e l'intero insieme assume un nuovo significato almeno dal punto di vista narrativo, focalizzando la sua struttura di pura finzione quale atto d'accusa su alcune controverse leggi tedesche degli anni '60. In quest'adattamento dell'omonimo romanzo di Ferdinand von Schirach si fanno perciò i conti con un passato che ritorna, non solo nelle tragiche sequenze girate nel nostro Paese ma anche in flashback privati che tentano di scavare nella psicologia del tormentato protagonista, indeciso su quale sia la cosa giusta da fare.

In linea retta

Il caso Collini segue una strada lineare, che si rivela al contempo un pregio e un difetto delle due ore di visione: se la semplicità di fruizione troverà l'apprezzamento di quel pubblico medio abituato a cold-case televisivi, la mancanza di personalità si fa sentire nella monotematica messa in scena. Le aule di tribunale dominano la pressoché totalità del minutaggio, con i succitati "salti indietro" a comparire qua e là per completare l'organicità del quadro, e la regia di Marco Kreuzpaintner - già alle prese da sceneggiatore con i demoni del nazismo nel mockumentary Lui è tornato (2015) è tanto ligia e precisa quanto priva di sussulti di sorta, preferendo adagiarsi su soluzioni stilistiche sicure e consolidate.
Il risultato finale si rivela così mediamente appassionante, con un paio di momenti più tesi e drammatici che affondano nelle pagine più buie dello scorso secolo e altrettante forzature nella gestione relazionale dei personaggi principali, alle prese con ritorni di fiamma e reazioni non sempre verosimili.
Nulla da dire invece per quanto riguarda l'eterogeneo cast, con Elyas M'Barek efficace al punto giusto nelle vesti del combattuto avvocato e comprimari di lusso quali la bella Alexandra Maria Lara e il nostro Franco Nero, quest'ultimo nei crepuscolari panni dell'accusato.

Il caso Collini Un legal-thriller senza infamia e senza lode, adattamento di un omonimo romanzo che già andava a criticare una controversa legge tedesca degli anni '60 inerente i crimini di guerra. Il caso Collini è un'operazione formalmente ligia e accurata, che si trova ad affrontare il passato - sia personale che ben più lontano e tragico - per determinare le cause che hanno condotto al delitto in apertura. Una vicenda segnata da un solo effettivo colpo di scena, che però offre un cambio di prospettiva morale sull'intero procedimento legale, sorretta dalle solide performance del cast, credibile anche in un paio di svolte parzialmente gratuite. Due ore che scorrono senza grosse sorprese a livello di messa in scena, ma in grado di appassionare gli amanti del filone con immediatezza. Il film andrà in onda stasera, giovedì 7 maggio, alle 21.20 su RAI3 in prima visione TV.

6

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