Recensione Identikit di un Delitto

La tua paura è il loro desiderio

Recensione Identikit di un Delitto
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Doppio esordio

Martin Scorsese gli deve molto: l'Oscar per The Departed è infatti anche merito della trilogia originale di Hong Kong Infernal Affairs, da cui è stato tratto il film campione d'incassi con Di Caprio e Damon. Ecco che ora Andrew Lau sbarca ad Hollywood con un thriller dalle potenzialità molto interessanti, a cominciare dai due protagonisti, un Richard Gere sempre sulla cresta dell'onda e una Claire Danes in parte rilanciata dal successo del fantasy Stardust, senza dimenticare l'esordio cinematografico in un piccolo cameo della popstar Avril Lavigne. Appare perciò alquanto strano che il film, uscito in sala in diverse parti del mondo, negli States sia stato dirottato direttamente sul mercato dvd, nonostante sui grandi schermi americani facciano comparsa prodotti ben meno meritevoli. Ma come si sa, il mondo della distribuzione a stelle e strisce, è pieno di stranezze. Problema che comunque non compete al pubblico italiano, grazie alla 01 Distribution.

Paura e desiderio

Erroll Babbage (Richard Gere) è un ispettore statale che ha lo scopo di controllare i malati sessuali in libertà vigilata, dopo processi per stupro. Gli mancano solo tre settimane di lavoro, visto che i suoi metodi poco ortodossi gli hanno anticipato la pensione per contrasti con i piani alti del suo ufficio. Nel suo ultimo periodo gli viene affiancata una giovane ragazza, Allison Laurie (Claire Danes), destinata a prendere il suo posto. I due cominciano ad indagare sulla sparizione di un'adolescente, e tutti gli indizi portano a una vecchia conoscenza di Erroll, Edmund Grooms (Russell Sams), in libertà vigilata da pochi mesi. Si troveranno così a indagare nel losco mondo del sadomaso più perverso, ed Erroll finirà per trovarsi di fronte alla sua paura più grande, e ossessionato dalla sua missione rischierà più volte di impazzire. L'aiuto della sua nuova, giovane collega sarà l'unico appiglio alla ricerca della verità.

Perversione esasperata

L'esordio americano del talentuoso, e incostante, regista di Hong Kong, è un prodotto arduo e difficile, ma non privo di un suo perverso fascino. The flock (in italiano il gregge) era un titolo ben più significativo, in grado di spiegare le turbe mentali del protagonista. Un uomo logorato dal suo lavoro, dalla violenza con cui è costretto a convivere ogni giorno, e che, memore di un tragico episodio del passato, non riesce più a ritrovare la pace. Il personaggio di Gere è ben caratterizzato, merito anche di un'ottima prova del brizzolato sex symbol, giocata soprattutto su giochi di sguardi e piccoli gesti. L'odio che egli prova verso coloro che deve controllare è ben trasmesso su schermo, e rende anche più comprensibile ogni scelta, non sempre eticamente giusta, da esso compiuta. "Perchè qualcuno deve pur pagare per il male compiuto": è in questa frase, cinica ma realista, il senso più profondo di un film dalle tematiche aspre e crude. Il tema dello stupro e della pedofilia è trattato senza ammorbidimenti di sorta, e non sono poche le scene disturbanti, come nel caso delle torture inflitte alla giovane ragazza rapita. Scelta che ha portato la censura italiana a vietarlo ai minori di 18 anni, tale la brutalità fisica e psicologica di alcuni momenti, e che ne rende forse più comprensibile il suo (non)destino nei cinema d'Oltreoceano. E' proprio nei suoi eccessi, talvolta francamente evitabili, che Identikit di un delitto pecca maggiormente, lasciando più spazio al terrore visivo che all'azione vera e propria. Questa infatti è praticamente assente, e se si esclude qualche momento di suspence (memore di un certo cinema orientale dell'ultima generazione), si sente una certa lentezza non propria di questo genere di pellicole. La regia di Lau, molto attenta ai particolari, con inquadrature di buon effetto e ottimi giochi di luce, non raggiunge le vette della trilogia di Infernal Affairs, che era equamente divisa tra azione e introspezione psicologica. Qui i personaggi diventano protagonisti assoluti, Erroll e Allison vagano come maestro e allieva nel mondo delle perversioni più spaventose, e il resto dei personaggi è poco e mal caratterizzato. Nonostante questi difetti, bisogna comunque attribuire alla pellicola una certa, macabra, magia, che pur non entusiasmando o facendo saltare sulla sedia, lascia trascorre i novanta minuti senza eccessivi sbadigli, permettendo al film di raggiungere il rank di guardabile. Per quel che riguarda l'esordio di Avril Lavigne, poco si può dire sulle sue reali capacità interpretative, in quanto oltre a un gioco di sguardi con Gere e a un breve sussurro, il suo compito è praticamente nullo ai fini della vicenda. The flock può sicuramente ritenersi migliore di molti prodotti hollywoodiani degli ultimi anni, ma nonostante ciò non sviluppa tutte le sue, grandi, potenzialità, rimanendo un film di genere ben realizzato e con una storia più inquietante del solito. Niente di più, niente di meno.

Identikit di un Delitto La storia è probabilmente il punto più scioccante del film, con alcuni momenti, esasperatamente violenti, difficili da reggere per i cuori deboli. Rimane una buona prova dei due protagonisti, soprattutto Gere, e una regia ben confezionata (per quanto da Lau ci si aspettasse qualcosa di più "particolare"), ma non mancano fasi in cui è la lentezza a farla da padrone. Svolge il suo compitino, senza infamia e senza lode, ma per chi dal cinema odierno si attende qualcosa di più, è francamente evitabile.

6

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