Recensione I Segni del Male

Hilary Swank affronta le Dieci Piaghe d'Egitto

Recensione I Segni del Male
Articolo a cura di

Gli scopi delle Dieci Piaghe erano due: convincere il faraone a liberare dalla schiavitù gli ebrei e dimostrare la grandezza del Signore agli occhi del popolo egiziano. Al giorno d'oggi, invece, lanciate dalla macchina commerciale hollywoodiana piuttosto che da qualsiasi entità divina o non, l'unico fine è raggiungere un incasso ragguardevole al botteghino. Calamità non nuove al cinema horror, con citazioni più o meno ironiche come in L'abominevole Dr. Phibes, e in svariate produzioni più o meno catastrofiche e che qui tornano in tutto il loro, presunto, fascino. La locandina cita, laconica, "Inferno o paradiso, bene o male, adesso o mai più". La domanda che si pone il pubblico invece è: fatti o parole?

Katherine Winter (Hilary Swank), dopo aver perso il marito e la figlia durante una missione di volontariato da lei stessa voluta, ha smarrito la fede, e ora il suo scopo nella vita, in quanto studiosa, è quello di "smontare" tutti i presunti miracoli in giro per il mondo. Un giorno viene chiamata da un prete, suo amico di vecchia data, che l'avverte di essere in pericolo. Senza prestargli eccessiva attenzione, accetta il nuovo caso che le viene sottoposto. In un piccolo paesino della Lousiana stanno accadendo strani fenomeni: dopo la morte di un giovane, le acque del fiume hanno assunto il colore del sangue. Durante le loro indagini, Katherine e i suoi colleghi assisteranno all'impensabile. Infatti, una dopo l'altra, cominceranno ad avverarsi le dieci piaghe d'Egitto descritte nella Bibbia. Dietro tutto questo pare esserci Loren (AnnaSophia Robb), la sorella dodicenne del ragazzo deceduto, che ora gli abitanti del paese, in preda ad un fanatismo religioso, vogliono a tutti i costi uccidere, ritenendola la causa di tutto. Katherine cercherà di scoprire la verità e salvare così una vita innocente.

A metà tra l'horror e il thriller, ma "campione" in nessuno dei due generi, I Segni del Male non ha molto di nuovo da aggiungere, e propone una storia che, escluso un finale d'impatto (anche se non propriamente "nuovo") e un epilogo inquietante, è la fiera delle banalità. Il difetto peggiore di pellicole di questo tipo è quello di incentrare sempre tutto su un singolo personaggio dalle cui sorti dipende il destino del mondo intero. La domanda è: cos'ha Katherine per esser proprio lei l'eletta salvatrice dell'umanità? Dettagli che vengono sì chiariti negli ultimi minuti, ma non escludono comunque una netta forzatura narrativa. Tutta una questione di coincidenze, e casualità fin troppo esasperate, che rovinano in buona parte un'atmosfera a tratti più che discreta. Già più interessante la figura della bambina, interpretata dalla brava AnnaSophia Robb (Un Ponte per Terabithia), e vero punto centrale di tutta la vicenda. Non si può dire lo stesso per il personaggio di Katherine, la cui caratterizzazione psicologica è mal abbozzata, con continui flashback nel passato e sogni a metà tra realtà e fantasia. Il suo abbandono della Fede, che ritorna durante le indagini, è carico di retorica cristiana, e la prova della Swank non è certamente all'altezza. Ottima attrice, ma adatta a ben altro genere di pellicole, il premio Oscar per Million Dollar Baby qui è come un pesce fuor d'acqua, con battute fin troppo elementari e una chiara svogliatezza interpretativa. Il tema religioso qui viene ripercorso nelle sue perversioni più estreme. Il fanatismo cristiano in America è un fenomeno di massa, soprattutto nelle comunità più lontane dalle grandi città, ma qui il quadro posto della cittadina e dei suoi abitanti ha un sapore fin troppo macchiettistico. Dicevamo a inizio paragrafo del confine sul quale si muove la pellicola, quello fra il cinema d'orrore e il puro thriller soprannaturale; di paura in effetti ne fa ben poca, affidandosi in quei pochi casi soprattutto a soluzioni d'effetto ormai abusate del genere: arti che spuntano all'improvviso, giochi di specchi, allucinazioni improvvise. Gioca meglio le sue carte quando si butta sulla tensione pura, regalando alcuni momenti che riescono a tenere incollati alla poltrona. Le musiche e gli effetti sonori in questo caso sono più che apprezzabile ed immergono perfettamente nel contesto. Un uso non sempre perfetto, ma spesso mirato, degli effetti speciali, mai troppo ridondanti se non nell'esplosivo finale, conferisce una certa sobrietà nel dipanarsi delle varie Piaghe. La regia di Stephen Hopkins, che torna al cinema di genere ben 18 anni dopo Nightmare 5 - Il mito e 17 da Predator 2, è di buon livello, per quanto ormai adattata a certi stili videoclippari, e gioca le sue carte soprattutto nel contrasto tra i tempi lenti e gli improvvisi balzi per lo spavento. Non gli dà certo aiuto una fotografia indubbiamente insufficiente, incapace di mostrare la cittadina di Haven in tutta la sua macabra e suadente follia. I Segni del Male non lascia il segno, né in negativo né in positivo, finendo però in quel marasma di prodotti di genere. Unico punto a suo favore, il tema di fondo biblico, visto non troppo negli ultimi anni al cinema.

Edizione Dvd

Il formato video è anamorfico 16:9 (2.40:1), caratterizzato da una buona qualità visiva, con un buon impatto cromatico sottolineato anche dalla "scelta" fotografica del film, con un contrasto di livello. L'audio, Dolby Digital 5.1 in inglese e italiano, e 2.0 solo per la lingua di Albione, ha una buona uscita, la giusta potenza che si adatta bene ai momenti di maggior tensione dove è necessario distinguere bene ogni singolo rumore, e costituisce un muro di suono compatto. Numerosi i sottotitoli: italiano, inglese, islandese, ebraico e italiano per non udenti. Interessanti gli extra: La Scienza delle Dieci Piaghe, alla ricerca di spiegazioni scientifiche, I Personaggi, con riflessioni dei membri del cast, A Place Called Haven, Lla Location - Esplorando paesaggi esotici e The Reaping, la settima piaga - Quegli Orribili Insetti, per circa mezzora di durata.

I Segni del Male Una donna che si trova ad affrontare le Dieci Piaghe d'Egitto, una cittadina americana pronta ad uccidere una misteriosa bambina che vive nei boschi e accusata dello strano omicidio del fratello: una storia dalle buone potenzialità rovinata però da una sceneggiatura piatta e banale e dal personaggio protagonista poco convincente. Più thriller che horror, con molti ed esasperati flashback, regala un finale niente male, che però non risolleva del tutto le sorti di una pellicola incerta, dal forte sapore di incompletezza realizzativa. Si vede di peggio al cinema, ma non è comunque un'attenuante.

6

Quanto attendi: I Segni del Male

Hype
Hype totali: 0
ND.
nd