Recensione I Mercenari 3: The Expendables

Tornano i "macho men" di Sly, e questa volta il nemico è... Mel Gibson!

Recensione I Mercenari 3: The Expendables
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Per ricominciare, ci sembra azzeccato riportare questa dichiarazione di Jason Constantine, che dirige acquisti e co-produzioni presso Lionsgate: "L'idea di Sly, che consisteva nel mettere insieme, nello stesso film, un gruppo di mercenari che fossero interpretati da alcuni dei più grandi eroi del cinema d'azione di tutti i tempi, è, indubbiamente, la realizzazione dei tuoi sogni se sei un amante del cinema d'azione".
Perché, effettivamente, vedere radunati all'interno di un'unica pellicola action Sylvester Stallone, il suo avversario in Rocky IV (1985) Dolph Lundgren, il Jason Statham della trilogia Transporter, Terry"White chicks"Crews, il wrestler Randy Couture, Mickey Rourke e l'agilissimo artista marziale Jet Li nel tentativo di omaggiare classici del calibro di Quella sporca dozzina (1967) di Robert Aldrich e I mastini della guerra (1980) di John Irvin non ha potuto rappresentare altro che la concretizzazione di un sogno per tutti coloro che quei possenti bicipiti da schermo hanno avuto modo di vederli crescere su celluloide nei mitici anni Ottanta, quando rappresentarono il mezzo utile per soddisfare in finzione la sete di giustizia dell'era reaganiana.
Sogno intitolato I mercenari - The expendables (2010) e che, diretto dallo stesso Stallone, coinvolse in una breve apparizione anche Arnold Schwarzenegger e Bruce Willis; poi unitisi definitivamente alla squadra di macho men protagonisti nel sequel I mercenari 2 (2012) di Simon"Con Air"West, privo della presenza di Rourke, ma che tirò dentro il Liam Hemsworth di Hunger games (2012), la Yu Nan di Speed racer (2008), Chuck Norris e, nelle vesti di cattivi, Scott Adkins di The Bourne ultimatum - Il ritorno dello sciacallo (2007) e il colosso belga Jean-Claude Van Damme.

Tutti per Hughes

Un sequel decisamente più riuscito del già godibile ma non esaltante capostipite (di sicuro accattivante per l'idea ma non eccelso per quanto riguarda il risultato finale, seppur al di sopra della sufficienza) e cui va a seguire questa terza avventura sotto la regia del Patrick Hughes con alle spalle soltanto il western Red hill (2010), il quale osserva: "Ci sono sedici personalità chiave in questa pellicola ed ognuno di questi attori arriva al film da un angolo differente, o da un contesto differente, o con una differente formazione, e alcuni sono più fisici di altri, mentre alcuni hanno ricevuto una formazione classica. Alla fine credo che tutto abbia a che fare con la comunicazione e con lo stabilire il tono giusto. Penso che la cosa più importante sia quella di comunicare con gli attori. Io sono molto specifico per quanto riguarda l'idea esatta che informa la scena, o il film, o per quello che è il tono giusto in un particolare momento".
Perché stavolta, fuori Willis, ad aggiungersi alla banda di individui che vivono ai margini della società uniti da un forte legame sotto la guida del coraggioso e saggio Barney Ross (Stallone, appunto) sono Wesley"Blade"Snipes, la campionessa di UFT & MMA Ronda Rousey, il Glen Powell di Fast food nation (2006), l'ex campione di pugilato Victor Ortiz, un esilarante e logorroico Antonio Banderas e il Kellan Lutz di Hercules - La leggenda ha inizio (2014).
Mentre Harrison Ford veste i panni del comandante operativo Max Drummer e il televisivo Kelsey Grammer quelli di Bonaparte, ovvero colui che presenta i nuovi giovani mercenari, più veloci e maggiormente esperti di tecnologia per poter affrontare Conrad Stonebanks alias Mel Gibson, trafficante d'armi che, ex alleato di Ross, l'uomo credeva di aver ucciso tempo addietro.

Over the trop...

Il Gibson coinvolto nella sua prima scena d'azione già poco dopo l'esaltante e spettacolare prologo, nel corso del quale, tra semina di cadaveri ed esplosioni, assistiamo all'attacco con elicottero ai danni del mezzo blindato per trasporto detenuti in cui si trova il succitato Snipes, il quale sfodera anche una divertente battuta autoironica riguardante l'evasione fiscale.
Del resto, come già avvenuto nei due precedenti episodi, non è certo lo humour a risultare assente; anche se, in realtà, qui usato in maniera meno efficace rispetto al secondo, capace di giocare decisamente meglio con il citazionismo e l'auto-presa in giro.
Secondo di cui, oltretutto, alla pellicola di Hughes manca quel particolare tocco che aveva saputo contribuire a renderlo il perfetto omaggio ai titoli post-Rambo (1982), riuscito soltanto in parte con il primo.
Infatti, sebbene, come già specificato, il numero dei combattenti sia aumentato con l'evidente fine di mettere a confronto la vecchia e moderna generazione di picchia-cattivi, nessuno di essi sembra porre in evidenza particolari doti e, di conseguenza, pur prendendo parte alle diverse, movimentate imprese, non viene reso protagonista di particolari momenti da antologia.
E sicuramente ciò lo si deve al non eccessivamente curato script che, a firma di Sly insieme a Creighton Rothenberger e Katrin Benedikt (sceneggiatori di Attacco al potere - Olympus has fallen con Gerard Butler), fa anche apparire del tutto inutili sia Li che Robert"I Goonies"Davi, il quale compare soltanto in una brevissima frazione delle oltre due ore di visione.
Oltre due ore che, costruite su un plot semplice e decisamente lineare (a causa anche delle pochissime situazioni su cui si basa), si rivelano, comunque, piuttosto veloci e tutt'altro che in grado di far sprofondare lo spettatore nella noia... fino all'esaltante duello conclusivo che, in mezzo ad abbondanza di pallottole volanti, scontri corpo a corpo e, addirittura, carri armati, trova anche il tempo di tirare in ballo un'acrobazia in motocicletta.
Quindi, in ogni caso, ancora una volta il divertimento è assicurato.

I Mercenari 3: The Expendables Nel 2010, sotto la regia del protagonista Sylvester Stallone, li avevamo visti impegnati a porre fine all’operato di un dittatore assassino sul popolo dell’isola di Vilena; mentre, due anni dopo, diretti dal Simon West autore di Con Air e di Lara Croft: Tomb raider, sono tornati per compiere una vendetta ai danni di un cattivo Jean-Claude Van Damme e vedersela con cinque tonnellate di plutonio altamente distruttivo. Annunciati (solo nel trailer, però) da una versione remix della mitica colonna sonora de Il ponte sul fiume Kwai di David Lean, i mercenari più amati dai seguaci dell’action-movie su celluloide d’inizio terzo millennio tornano all’opera in questa terza avventura che, a firma di Patrick Hughes, li pone contro un trafficante d’armi incarnato da Mel Gibson. Quindi, mentre viene ribadito che non bisogna mai mettersi in affari con il governo e che tutti hanno bisogno di amici, viene ripetuta, bene o male, la stessa formula già alla base dei primi due lungometraggi, con l’aggiunta di nuove reclute per effettuare un confronto tra vecchi e giovani combattenti. Non siamo ai livelli del riuscitissimo numero due, ma, travolti da esplosioni, semina di cadaveri e scontri corpo a corpo, il tempo scorre via come niente fosse (nonostante la tutt’altro che breve durata) e, probabilmente, la dose di divertimento supera quella che fu presente nel godibile ma non eccelso capostipite.

6.5

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