I guardiani dei mondi, la recensione dello sci-fi su Prime Video

L'adattamento del romanzo di Sergej Luk'janenko è un film dalle grosse ambizioni che crolla sotto il peso di evidenti ingenuità narrative e stilistiche.

I guardiani dei mondi, la recensione dello sci-fi su Prime Video
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Il giovane Kirill è tra i più talentuosi programmatori di tutta Mosca, apprezzato dai colleghi e fidanzato con la bella Anna. Una sera, dopo aver litigato con la ragazza e aver partecipato a una festa di lavoro, il protagonista fa ritorno a casa salvo trovarla occupata da un'affascinante donna bionda.
Quest'ultima sostiene di essere la proprietaria dell'immobile, con i documenti che confermano la sua versione e le quattro mura totalmente diverse da come Kirill le ricordava soltanto poche ore prima.
Preso alla sprovvista, Kirill scopre il giorno seguente che tutte le persone care sembrano non serbare alcuna memoria di lui e di essere stato scelto da una misteriosa organizzazione che ha il compito di gestire l'equilibrio tra i mondi paralleli. Reso immortale e dotato di incredibili poteri che gli permettono di aprire nuovi portali verso realtà del tutto sconosciute, il ragazzo rischierà tutto pur di riavvicinarsi a coloro che ama.

Di guardia in guardia

Lo scrittore russo Sergej Luk'janenko è noto al grande pubblico per la sua apprezzata saga del Ciclo dei guardiani, pubblicata anche in Italia e già trasposta sul grande schermo in produzioni dalla qualità altalenante.
Pur simile nel titolo nostrano, I guardiani dei mondi è in realtà tratto da un altro romanzo, distribuito su questi lidi come La torre del tempo. Le atmosfere si mantengono sull'alone fantastico anche se ci troviamo davanti a una vicenda più complessa e stratificata, capace potenzialmente di aprire interessanti interrogativi che si rifanno a tanti spunti tipici della sci-fi moderna.
Nell'adattamento cinematografico qualcosa è andato perso a livello narrativo e non è un caso che sia proprio la sceneggiatura il punto debole delle due ore di visione. Per gran parte del film infatti gli eventi avvengono in maniera frettolosa e confusionaria, impedendo ai personaggi e alle loro reali motivazioni di emergere con chiarezza.

Il creatore di universi

Non è un caso che lo script sia stato curato a più mani, incluse quelle del regista Sergey Mokritskiy, giacché si risente un accumulo incessante di spunti e situazioni che impediscono all'insieme di trovare una propria precisa identità, vanificando sul nascere anche quelle sottotrame sulla carta potenzialmente più interessanti.
Disponibile nel catalogo di Amazon Prime Video, I guardiani dei mondi mette così troppa carne al fuoco e le semplici suggestioni non bastano a costruire un impianto effettivamente appagante, con fiammate qua e là a cercare di rinvigorire il caos generale. Tra sottotesti romantici, riferimenti alle dittature comuniste - strano che la censura autoctona non sia intervenuta a tal riguardo - e marcati rimandi ai futuri distopici visti e rivisti nel filone, l'operazione cerca mille personalità per non trovarne nessuna.

Le mediocri performance del cast non aiutano a immedesimarsi nei personaggi, sballottati qua e là in maniera spesso casuale, e gli effetti speciali, appena discreti, provano a rinvigorire un po' il ritmo nelle sequenze action, con un gusto piacevolmente scult nel design delle robotiche matriosche che danno la caccia ai protagonisti.
L'impressione è quella di un bizzarro luna-park dell'eccesso, dove l'immaginario visivo e concettuale scavalca tutto il resto nel tentativo di coprire i macroscopici difetti di fondo, purtroppo con scarsi risultati.

I guardiani dei mondi Tratto dai romanzi di Sergej Luk'janenko, che aveva già fatto le fortune del cinema sovietico a inizio millennio con la saga del Ciclo dei guardiani, I guardiani dei mondi - progetto scollegato dal precedente nonostante il titolo - è uno sci-fi ambizioso ma altrettanto improbabile, mai capace di reggere il peso delle proprie aspirazioni. Con diversi cambiamenti rispetto all'opera di partenza, il film di Sergey Mokritskiy paga una sceneggiatura ricca di imprecisioni e poco attenta nel delineare le personalità dei protagonisti, sprecando l'affascinante tematica dei mondi paralleli e del libero arbitrio in un universo dominato da una potente organizzazione che veglia da secoli sul destino dell'umanità. Il pubblico si ritrova così sballottato come il giovane protagonista, un designer che da un giorno all'altro scompare dai ricordi della gente per essere promosso nel ruolo di "doganiere", diventando elemento di disturbo e cambiamento nonché figura chiave nella sopravvivenza delle molteplici realtà. Sulla carta tutto accattivante, alla prova dei fatti un buco nell'acqua.

4.5

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