Hurricane - Allerta uragano, la recensione del film di Rob Cohen

Mentre un uragano sta per colpire una piccola cittadina dell'Alabama, un gruppo di corrotti agenti dei servizi tenta la rapina del secolo.

Hurricane - Allerta uragano, la recensione del film di Rob Cohen
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Un distruttivo uragano ribattezzato Tommy sta per colpire una piccola cittadina dell'Alabama, già completamente evacuata per ordine del governo. Il luogo è anche sede di una struttura della Zecca del Tesoro nella quale, proprio in quelle fatidiche ore, oltre 600 milioni di dollari in contanti sono destinati al macero. Peccato che alcuni membri dei servizi federali atti a completare il compito abbiano in realtà intenzione di mettere le mani su quell'ingente somma di denaro, tradendo i propri compagni e prendendo possesso dell'edificio.
In Hurricane - Allerta uragano due fratelli, che hanno perso il padre proprio durante un simile evento atmosferico anni prima, si trovano a unire le forze con una bella e tenace agente che ha intenzione di farla pagare ai suoi ex compagni: uno è un tecnico, sequestrato al fine di riparare il generatore elettrico andato fuori uso all'interno dell'edificio, mentre l'altro è un esperto meteorologo che ben conosce le caratteristiche dell'inferno climatico in arrivo.

La furia della natura

Sono passati oltre vent'anni dall'uscita nelle sale di Twister (1996) ma ancora oggi nessun film a tema è riuscito a restituire lo stesso senso di spettacolo posseduto dal cult di Jan de Bont, vera e propria pietra miliare del cinema catastrofico.
Nonostante l'evoluzione degli effetti speciali, quel senso di atavica impotenza di fronte alla furia della natura non ha trovato sbocchi degni di nota su grande schermo in tempi recenti; neppure il freschissimo Hurricane - Allerta uragano, in uscita oggi nei cinema italiani, riesce nell'impresa. E dire che dietro la macchina da presa siede Rob Cohen, regista che di prodotti adrenalinici se ne intende vista la riuscita del primo, leggendario capitolo di Fast & Furious (2001). Non è un caso che l'ultima parte del film, ambientata a bordo di giganteschi camion container, sia proprio la migliore a livello di puro intrattenimento di genere, con spericolate evoluzioni su quattro ruote mentre tutt'intorno infuria minacciosa la presenza del tornado.
Il peggior difetto di quest'operazione costruita a uso e consumo del grande pubblico (anche qui con scarsi risultati, visto il fallimento ai botteghini d'Oltreoceano) è da rintracciare in una narrazione sbilenca e improbabile che riporta alla mente un ben più solido b-movie degli anni '90 quale Pioggia infernale (1998): anche stavolta infatti ci troviamo alle prese con un gruppo di rapinatori che approfitta di un'evacuazione cittadina per tentare la rapina del secolo.

Corsa contro il vento

Dopo un breve flashback a introdurci brevemente nel background emotivo dei fratelli protagonisti, reduci da un traumatico evento nella loro infanzia, la storia ci trasporta nel presente e nelle ultime fasi della fuga di massa della popolazione locale, dandoci modo di conoscere i due consanguinei ormai adulti e il gruppo di agenti federali diretti alla Zecca del Tesoro, villain ed eroina inclusi.
Tra macchine corazzate appositamente per affrontare il caos della natura, sparatorie e rese dei conti con gigantesche onde invadenti la terraferma, i cento minuti di visione imprimono una netta svolta action al racconto, lasciando totalmente in secondo piano la verosimiglianza degli eventi in favore di un approccio ludico fine a se stesso.
Sono così i più che riusciti effetti visivi a fare la parte del leone, tanto da ridurre la trama base e i personaggi a semplici pedine di uno sfoggio estetico, preparato su misura per nascondere la disarmante mancanza di sostanza.

Hurricane - Allerta uragano Un gigantesco uragano sta per abbattersi su una cittadina dell'Alabama dove, in seguito all'evacuazione del centro abitato, un gruppo di agenti corrotti è intenzionato a mettere le mani su 600 milioni di dollari destinati al macero all'interno di una struttura governativa. Hurricane - Allerta uragano sfoggia degli effetti speciali convincenti ma non offre null'altro nei cento minuti di visione, incentrati su un impianto action che nemmeno un solido regista di genere come Rob Cohen riesce a rendere avvincente - esclusa un'incisiva sequenza su quattro ruote nel convulso finale. E così tra banalità assortite, personaggi che risultano involontarie macchiette e la furia della natura che cresce a più non posso, il film scorre senza mai lasciare il segno o provocare una minima emozione, in un'esaltazione formato blockbuster del più innocuo cinema di serie B.

5

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