Recensione Honey 2

Nuovo film sulle 'movimentate' vicende dei ballerini di strada

Recensione Honey 2
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Se dovessimo stilare una classifica dei generi cinematografici con target adolescenziale più gettonati dal sistema produttivo degli ultimi anni, vedremmo vincere a mani basse i film di vampiri e di ballo (street dance in vetta). Se i primi hanno dalla loro parte la fascinazione che sempre generano le specie ibride (sembianze umane-istinti animali) e in generale ciò che è diverso, i secondi possono però godere di una dinamicità visiva, talvolta spettacolare, che ha a che vedere con i funambolici numeri compiuti dai protagonisti, in un crescendo di movimento che senza dubbio appassiona gli amanti del genere (soprattutto adolescenti). Ma c'è anche un altro fattore che accomuna questi filoni, e che li rende particolarmente appetibili alla sensibilità giovanile, ed è la presenza costante della storia d'amore da favola, coniugata a contesti di difficoltà umana (ataviche diversità comportamentali nel caso dei vampiri, l'incontro di classi sociali diverse o le condizioni svantaggiate di partenza del protagonista nel caso dei film di ballo). Questi i sommari motivi del crescente successo riscontrato dai suddetti prodotti, che hanno vissuto negli ultimi anni un'esponenziale moltiplicarsi di presenze al cinema.

Honey 2

Honey 2, facente parte della seconda categoria di film, arriva in sala come secondo capitolo di Honey, in cui una volitiva Jessica Alba (la Honey del titolo) riusciva a mettere in piedi con le proprie forze, e in barba a quanti non credevano in lei, una scuola di ballo dove poter accogliere e indirizzare sulla strada di una ‘passione positiva' tanti bambini e ragazzi disagiati, potenzialmente a rischio di imboccare strade ‘sbagliate'. In questo secondo capitolo, la 17enne Maria Ramirez, da poco uscita dal riformatorio e determinata a non ricadere nel vecchio ‘giro', si troverà per caso ad assumere l'eredità artistica di Honey, e ad allenare una crew di talentuosi ballerini di street dance. Il sogno è quello di vincere un concorso televisivo di ballo (Best Dance Crew), reality show molto in stile X factor, che permetterebbe loro di portare a casa una congrua somma di denaro e la possibilità di lavorare per un anno intero con artisti di successo. Ma prima dovranno sfidare il gruppo vincitore uscente del talent show, ovvero la boriosa crew capitanata da Luis (Christopher "War" Martinez), ex ragazzo di Maria, e tipo non troppo raccomandabile. Tra nuovi amori e vecchi conflitti gli HD (questo il nome del gruppo di street dancer allenato da Maria, intitolato in onore di Honey Daniels), arriveranno alla tanto agognata finale con i 718 (il temuto gruppo di Luis). Chi vincerà la sfida finale?

Una copia sbiadita

In questo sequel (in realtà non si tratta di un vero sequel quanto di una rielaborazione - con una nuova protagonista - del primo film) la regola applicata ai film di questo genere è invariata: grande sfoggio di funamboliche coreografie, plot ridotto all'osso, storia/e d'amore che s'insinuano nella vita della protagonista sostenendo o complicando la realizzazione del suo sogno di ballo. Sono dunque pochi, a conti fatti, gli elementi innovativi del film, senza contare che abbiamo assistito in questi ultimi anni a mille e più varianti dello stesso. Non basta certo il particolare carisma di una nuova protagonista che regala un personaggio femminile forte, capace all'occorrenza di alzare la voce e prendere in mano le redini della situazione (onore solitamente riservato ai maschietti), a infondere in questa ennesima e sbiadita fotocopia dei vari Step up e simili, un po' di pathos visivo e narrativo. Fatta eccezione per le tante - più o meno mirabolanti - coreografie, il resto della storia latita sotto più di un punto di vista, attestandosi infine come l'ennesimo rimpasto dei consueti cliché, spinti a forza nella direzione della morale consolatoria - e spesso illusoria - secondo cui con l'impegno si può ottenere ciò che si vuole.

Honey 2 In piena catarsi estiva arriva Honey 2, che molto probabilmente porterà in sala ragazzi, e soprattutto ragazze, assetate di storie da favola condite da street dance. Esattamente ciò che ci si deve aspettare da questa scialacquata rilettura in salsa dance di una favola stile Cenerentola, dove lei povera incontra lui ricco e districandosi tra i moderni grattacieli di Manhattan anziché tra le vie di un villaggio fuori dal tempo, vincono il sogno. Nulla di nuovo, o interessante, all’orizzonte.

5

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