Recensione Hold Your Breath - Trattieni il respiro

Un gruppo di amici in vacanza e lo spirito di un serial killer morto sessant'anni prima sono al centro di Hold your breath - Trattieni il respiro, infelice z-movie horror di produzione Asylum.

Recensione Hold Your Breath - Trattieni il respiro
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1956, ospedale psichiatrico Goodchild. Il serial killer Van Hausen viene condannato a morte per aver ucciso brutalmente alcune ragazze: poco prima dell'esecuzione l'assassino recita alcuni versi della Bibbia, maledicendo tutti i peccatori. Al giorno d'oggi un gruppo di ragazzi si appresta a trascorrere un weekend fuori porta; durante il viaggio gli amici passano nei pressi di un cimitero e la bionda Jerry dice agli altri di trattenere il respiro visto che un anima perduta potrebbe aggirarsi in cerca di un nuovo corpo. Kyle non rispetta la "regola" dando il via ad una mattanza: proprio lo spirito di Van Hausen infatti comincia a prendere controllo dei ragazzi tornando a compiere cruenti omicidi. L'unica speranza per i sopravvissuti risiede nell'aiuto del vecchio McBride, uno degli agenti che assistette in prima persona alla condanna a morte del serial killer.

Il cimitero degli orrori

Alla Asylum il cattivo gusto non ha mai fine. La casa di produzione americana, ormai ben nota per gli z-movie più disparati (poche le eccezioni godibili, inclusa la folle trilogia di Sharknado), realizza nel 2012 questo horror pseudo-spiritico che si addentra nel filone degli slasher movie. Con dietro la macchina da presa il Jared Cohn del posteriore mockbuster Atlantic Rim (2013) e un cast comprendente, tra gli altri, la bella Katrina Bowden (American Pie: ancora insieme) e il Randy Wayne del televisivo Hazzard - I Duke alla riscossa (2007), Hold your breath - Trattieni il respiro si basa su una sceneggiatura incosistente il cui incipit guarda non poco al Sotto shock (1989) di Wes Craven, essendo però privo di qualsiasi tensione atta a giustificare la carneficina messa in atto dallo spirito ritornante. Con un po' spazio concesso al sesso e allo splatter gratuito (soprattutto nel prologo) a cercare inutilmente di speziare la narrazione, gli 80 minuti scarsi di visione viaggiano su una prevedibilità moscia e noiosa, con tanto di finale che giustifica l'improbabile per dar vita ad un telefonato colpo di scena. Recitazioni sotto il minino sindacale, una regia anonima costretta a sfruttare ambientazioni spoglie e monotone, la presenza di effetti speciali agghiaccianti nell'ultima parte (con tanto di lotta tra "fantasmi") e la totale mancanza di autoironia ne fanno un prodotto imbarazzante, nemmeno in grado di provocare risate involontarie.

Hold Your Breath - Trattieni il respiro Il titolo è Hold your breath - Trattieni il respiro, ma lo spettatore deve invece trattenere gli sbadigli di fronte ad una delle più infelici produzioni Asylum dell'ultimo lustro. Senza risate e senza paura è la noia che impera negli ottanta minuti di visione, infarciti di sesso patinato e una violenza forzata e priva di originalità, con personaggi monodimensionali ai quali vengono messe in bocca battute di rara stupidità.

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