Recensione Happy Feet 2

Ritornano i pinguini canterini di George Miller

Recensione Happy Feet 2
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Era il 2006 quando il mondo dell'animazione ha salutato un nuovo personaggio cinematografico, e con lui tutto un mondo, popolato di buffi animaletti polari dai modi antropomorfi. Ci riferiamo, naturalmente, a Mambo e agli altri protagonisti di Happy Feet, favola ecologista che, tra un momento musicale e l'altro, proponeva al suo giovanissimo pubblico non solo una morale a tema ecologico ma anche una sull'integrazione, il rispetto e la valorizzazione dei talenti di ognuno, per quanto particolari possano essere. Il film vantava la tecnica, ancora acerba ma decisamente funzionale, dello studio Animal Logic (realizzatore, in seguito, del tecnicamente ottimo Il regno di Ga'Hoole - La leggenda dei guardiani) e l'apporto artistico di tantissimi volti -e voci- note dello spettacolo, tra cui Elijah Wood, Robin Williams e Nicole Kidman. A gestire il tutto, il creatore della saga post-apocalittica Mad Max (da vent'anni oramai riconvertitosi ai film per famiglie) George Miller. Ora, a distanza di cinque anni, arriva il seguito, in uno sfavillante 3D.

Mi è semblato di vedele in tleddì!

La pellicola, come oramai è tradizione per i lungometraggi Warner Bros. destinati al pubblico più piccolo, è preceduta da un corto in animazione computerizzata e in 3D. Non si tratta, però, di una breve quanto divertente rincorsa fra Wile E. Coyote e Road Runner come negli ultimi exploit simili, quanto della prima comparsata di Titti e Gatto Silvestro nel mondo della stereoscopia. “Mi è semblato di vedere un gatto!” è lo 'scontato' titolo del cortometraggio, che come nei corti dello struzzo supersonico si rifà in maniera massiccia ai cartoons classici sfruttando, però, al massimo l'effetto tridimensionale.

Scoprire il mondo a piccoli passi (di danza)

Il tempo è passato anche per i pinguini Imperatore, e ora Mambo e Gloria sono degli esemplari adulti, con una famiglia propria. Il loro primogenito, di nome Erik, proprio come Mambo da piccolo, è isolato da molti per via della mancanza di talenti particolari: non è bravo a cantare come la madre e quando prova a ballare riesce solo a rendersi ridicolo. L'unico che sembra ridargli una speranza è il 'prode' Sven, un pinguino assolutamente unico in grado anche di volare. Tuttavia, un pericolo incombe sulle lande ghiacciate dei nostri beniamini: una nuova carestia è infatti alle porte, e serve qualcuno che riesca a sistemare la situazione e riportare le cose alla normalità. E, collateralmente alle problematiche degli sfeniscidi, assistiamo alle disavventure di una particolare coppia di krill (piccoli crostacei) di nome Will e Bill, alla scoperta del mondo e delle sue meraviglie...

La musica dei pinguini

I pinguini più 'musicali' del mondo sono tornati, e questa volta sono ancora più scatenati di prima. Pur non abbandonando le morali ecologiste ed etniche care al primo episodio, questa nuova avventura, sempre diretta da Miller, abbandona in gran parte le atmosfere cupe di alcune scene del capostipite per dare grande spazio al divertimento, all'avventura e al sense of wonder che accompagna la scoperta del mondo da parte di una piccola creatura (pinguino, invertebrato o umano che sia). Non mancano i momenti drammatici, ma è tutto continuamente sdrammatizzato da un'inquadratura spettacolare, dalla tenerezza del manto o del musetto di qualche buffa creatura o dal liberatorio momento musicale di turno. Questa volta i temi scelti sono più orecchiabili e conosciuti al grande pubblico rispetto al precedente film, risultando in una grande festa in cui è impossibile non farsi prendere dal ritmo. Particolarità della versione italiana è l'adattamento massiccio dei temi musicali in italiano: tanto che tra gli interpreti nostrani sono stati chiamati anche cantanti in vece di doppiatori, come ad esempio la Nathalie di X Factor. Questa scelta potrebbe non piacere a chi voleva godersi le canzoni in versione originale pur ascoltando i dialoghi in italiano: ma per questo c'è sempre la possibilità di rifarsi con la versione Home Video. Certo, abbiam perso tutte le interpretazioni vocali di vecchi e nuovi grandi artisti, ma il doppiaggio italiano è meno all'acqua di rose di come capita spesso in questi film, che nelle versioni italiche vengono spesso funestati dalla presenza di personaggi dello spettacolo che poco hanno a che vedere col doppiaggio. L'unica inclusione simile, nel cast italico di Happy Feet 2, è quella di Nicola Savino e Linus, che dando la voce a Will e Bill vanno a sostituire le loro controparti statunitensi Brad Pitt e Matt Damon (!!!), risultando, tuttavia, piuttosto gradevoli.

3D a go-go

La pellicola, creata presso i Dr. D Studios di Sidney, mostra un livello avanzatissimo di computer grafica, che ben poco ha da invidiare alle produzioni di altri studi ben più imponenti e conosciuti. Sia le creature che gli ambienti sono resi alla perfezione, con una cura particolare nel rendere gli animali realistici ma al contempo accattivanti e distinguibili. Miller, inoltre, spinge l'acceleratore il più possibile sull'effetto stereoscopico, facendo letteralmente saltare fuori dallo schermo personaggi, acqua, neve e rendendo la visione un vero e proprio spettacolo immersivo. In alcune delle sequenze più concitate sembra più di partecipare a un'attrazione da parco divertimenti che ad un 'semplice' film per il grande schermo, con tutti i pro e contro del caso. Ne risulta un gran divertimento, a volte anche disorientante, per grandi e piccini, anche se è certamente un metodo molto 'spicciolo' per utilizzare il mezzo e immergere i propri spettatori nel film. Ma è quantomeno un metodo onesto: quantomeno l'effetto 3D c'è e si nota, a differenza di molte altre produzioni dove l'effetto è così labile da non giustificare in alcun modo il sovrapprezzo e la perdita di definizione rispetto alla visione senza occhialetti.

Happy Feet 2 George Miller ci riporta nel mondo, pieno di ritmo e avventura, dei pinguini imperatore, con una pellicola che non può che far felici gli spettatori in età scolare e prescolare, ma che potrebbe far storcere un po' il naso agli accompagnatori adulti, data la mancanza di una trama un minimo articolata e personaggi memorabili, nonostante i due krill strizzino l'occhio a tematiche più 'adulte' di quanto possa apparire a prima vista. Notevole il comparto tecnico, che ha fatto passi in avante rimarchevoli rispetto al primo episodio, e azzeccati i numerosi siparietti musicali, adattati peraltro con criterio nella nostra lingua. Siete dunque avvertiti: una grande giostra a base di buonismo ecologista, animaletti oltremodo pucciosi e balli e canti a profusione. A voi decidere se la cosa può essere di vostro gradimento o meno.

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