Recensione Happy End

Un thriller melò spruzzato di eros con una straordinaria coppia di protagonisti

Recensione Happy End
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Bora (Jeon Do-yeon) è una giovane donna in carriera, sposata con Seo Min-ki (Choi Min-sik) un uomo di qualche anno più grande di lei con cui ha da poco avuto una bambina. Il marito, licenziato da poco e in cerca di un nuovo lavoro, la trascura e passa le giornate davanti alla tv a vedere telenovele o in fumetteria, così Bora inizia una focosa relazione clandestina con Kim Il-beom (Joo Jin-mo), un collega di lavoro suo coetaneo. Nonostante la donna si senta ben presto stressata dalla sua doppia vita, incapace di reggere l'inganno, e la relazione sia scoperta in breve tempo dal marito, la loro relazione sembra procedere come prima, finché un giorno...La retrospettiva del Florence Korea Film Fest dedicata alla bella e brava Jeon Do-yeon ci ha proposto anche una delle prime pellicole di rilievo dell'attrice coreana, questo Happy End diretto nel 1999 da Ji-woo Jung, sceneggiatore di successo (Moss) e regista di una certa fama (A muse) di cui Happy End è sicuramente uno dei maggiori successi di critica e di pubblico. Ad accompagnare la sensuale protagonista, un altro grande nome della cinematografia coreana come Choi Min-sik (lo straordinario interprete di Old Boy e Lady Vendetta).

(Un)Happy End

Se in un primo tempo pare di trovarsi di fronte ad un melò condito da spruzzate di eros (tanto che anche la stessa Jeon Do-yeon mostra più volte le sue grazie), ben presto Happy End prende la via del thriller, scatenenandosi in una mezz'ora finale ricca di tensione e con una sequenza di brutale violenza che colpisce come un pugno nello stomaco. E' la doppia storia di una donna disillusa dalla propria attuale situazione e di un uomo invece ancora perso nelle illusioni romantiche, ben rappresentate dalle continue puntate di telenovelas che guarda in tv o dai romanzi a lieto fine che legge in libreria. Ma il titolo mai come stavolta è stato (volutamente, sia chiaro) più fuorviante: la felicità, chimera che sembra più volte irragiungibile, è capace di dissolversi da un giorno all'altro come neve al sole, e trasformarsi in rabbia repressa pronta ad esplodere al momento opportuno. Se empaticamente viene inizialmente da schierarsi col marito offeso, ben presto la storia prende una piega scomoda, nella quale tutti sono colpevoli ma forse qualcuno lo è più di altri. Diretti magnificamente, i due attori principali (con un terzo incomodo interpretato più che degnamente dal Joo Jin-mo di A frozen flower) si sfidano in una vera e propria gara di bravura. Jeon Do-yeon si cala con sottile elasticità alla figura di una donna conscia della propria colpevolezza ma incapace di fuggire ai propri desideri, mentre Choi Min-sik si dimostra sempre un superbo attore di razza, dando vita a un personaggio ricco di sfaccettature drammatiche che emergono nelle scene più potenti della pellicola.

Happy End In Happy End l'innocenza è un tabù. Un melò thriller, condito da sprazzi di eros, che non esita in un procedere brutale dove tutti, in modi diversi, subiranno una punizione per i loro peccati. Una regia meticolosa, che ben si adatta agli stati emotivi dei protagonisti, cui si offrono con superbia sia la bella Jeon Do-yeon, sia un maestoso Choi Min-sik.

7.5

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