Recensione Hammer of the Gods

Un viking movie a basso costo ambizioso ma imperfetto

Recensione Hammer of the Gods
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Gran Bretagna, 870 D.C. Il re dei vichinghi Bagsecg sta combattendo una dura e sanguinosa lotta contro le forze sassoni, che stanno lentamente prendendo il sopravvento. Gravemente ferito in battaglia, il regnante decide di mandare il suo figlio minore, il giovane e coraggioso Steinar, alla ricerca del fratello, esiliato dal regno molti anni prima e ora unico in grado di poter impugnare il martello degli dei e succedere così al padre sul trono. Ma la ricerca di Steinar e dei suoi compagni è molto più complicata del previsto, tra insospettabili tradimenti e furiose battaglie per la sopravvivenza...Con un titolo che pare uscire da una qualsiasi canzone dei Manowar, Hammer of the Gods già dichiara i suoi intenti. Per tutti gli amanti dell'epica nordica, ecco arrivare dopo l'ottimo Valhalla Rising - Regno di sangue, il capolavoro firmato da Nicholas Winding Refn, un nuovo titolo sui vichinghi che, fortunatamente, evita contaminazioni improprie come nei recenti Pathfinder e Outlander. Niente indiani o alieni da affrontare infatti, ma soltanto una storia di uomini in lotta contro le proprie paure in un'epoca oscura dominata dalla violenza. Al timone di quest'operazione low budget made in Gran Bretagna troviamo il regista televisivo Farren Blackburn (diversi episodi di Luther e Doctor Who) che ha optato per un cast di volti emergenti che vede come "guest star" il James Cosmo di Braveheart e Game of thrones.

Il martello degli dei

Un filone, quello dei viking movie, che pare esser tornato di moda negli ultimi tempi, si veda anche la serie tv Vikings che ha raccolto consensi un po' ovunque nelle ultime settimane. Blackburn si avvicina al genere con la giusta durezza, potendo contare su una sceneggiatura solida con cui riesce a compensare gli evidenti limiti produttivi. Nonostante in più passaggi infatti il budget ridotto si veda (soprattutto nella stentata parte iniziale), il regista riesce comunque a nasconderne le negligenze con una narrazione serrata che non offre un attimo di tregua, raccontandoci una storia di guerrieri pronti a tutto pur di raggiungere il proprio obiettivo. Qualche pecca la si può riscontrare giusto nella caratterizzazione del personaggio principale di Steinar (interpretato da Charlie Bewley, già visto nella saga di Twilight), che continua a dichiarare di seguire la logica quando invece compie delle scelte spesso prive di essa. Affascinante nell'ultima mezzora, con un'ambientazione visionaria all'interno di una grotta, Hammer of the Gods non manca di scene forti con una violenza rude e grezza ma mai gratuita, che ben rispecchia l'indole di un popolo da sempre maestro nell'arte della guerra. Con un maggiore importo finanziario ci saremmo potuti trovare dinanzi ad un potenziale nuovo cult del filone, ma a conti fatti il risultato seppur assai godibile per gli appassionati risulta in parte smorzato non sfruttando appieno le potenzialità di una storia adulta e ambiziosa.

Hammer of the Gods Ambizioso ma imperfetto, Hammer of the Gods risente i limiti di un budget risicato che non sfrutta appieno le potenzialità di una sceneggiatura solida e con diversi spunti d'interesse. Escludendo infatti i dubbi sulla caratterizzazione psicologica del protagonista (che ha il volto, poco carismatico, di Charlie Bewley), il racconto intrattiene grazie ad una storia avvincente e intrisa di una magnetica violenza che ci propone una visione cruda e realistica di questo popolo di feroci e coraggiosi guerrieri.

5.5

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